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Cellnex, volano ricavi e Ebitda ma perdite per ammortamenti

La società spagnola delle torri tlc, presieduta da Franco Bernabè, ha chiuso il primo semestre 2020 con risultati in crescita e proseguendo nel suo percorso di espansione internazionale. Solo i maggiori ammortamenti hanno mandato in rosso il risultato netto

Cellnex, volano ricavi e Ebitda ma perdite per ammortamenti

Cellnex Telecom non si ferma e, nonostante la crisi, registra un primo semestre 2020 più che positivo. La società spagnola di telecomunicazioni, presieduta dal manager italiano Franco Bernabè, ha infatti chiuso il periodo contrassegnato dall’esplosione dell’emergenza Covid con ricavi che si attestano a 723 milioni di euro (+48%) e Ebitda cresciuto a 527 milioni (+64%), dopo aver consolidato le acquisizioni avvenute nel corso del 2019 in Francia e Italia (Iliad), Svizzera (Salt), Regno Unito (BT), Irlanda (Cignal) e Spagna (Orange), come pure l’acquisto di Omtel in Portogallo concluso a gennaio.

Il risultato netto del semestre è stato negativo di 43 milioni di euro, ma solo per il sostanziale effetto di maggiori ammortamenti (+95% rispetto al primo semestre 2019) e costi finanziari (+23%), associati all’intenso processo di acquisizioni e al conseguente ampliamento del perimetro. La situazione è dunque in linea, scrive Cellnex in un comunicato, con la fase di forte crescita della società e pertanto, come indicato nel corso della presentazione dei risultati dell’esercizio 2019, “bisogna attendersi anche nei prossimi trimestri un risultato contabile negativo”.

In compenso però questa forte crescita è continuata anche in questi mesi complicati, soprattutto al di fuori della Spagna e in particolare in Italia. Al 30 giugno infatti, il 63% dei ricavi e il 72% dell’Ebitda sono generati al di fuori del mercato spagnolo. L’Italia è il secondo mercato più importante con il 23% dei ricavi del gruppo. Cellnex conta oggi un totale di 40.505 siti operativi (10.313 in Spagna, 10.356 in Italia, 9.411 in Francia, 922 nei Paesi Bassi, 611 nel Regno Unito, 5.272 in Svizzera, 601 in Irlanda e 3.019 in Portogallo), a cui vanno aggiunti 2.090 nodi (DAS e Small Cells). Riguardo a DAS e Small Cells va evidenziato che il numero dei siti è cresciuto del +20% circa rispetto al primo semestre 2019.

La crescita organica dei punti di presenza nei siti a perimetro costante si è attestato al +5% rispetto allo stesso periodo del 2019, laddove il coefficiente di clienti per sito (esclusi i cambiamenti nel perimetro) è cresciuto +3%. Il totale degli investimenti realizzati nel semestre ha raggiunto i 652 milioni di euro. Il debito netto è aumentato a 4,669 miliardi di euro a fronte dei 3,938 miliardi della chiusura del 2019, ma le operazioni portate a termine hanno permesso a Cellnex di rivedere al rialzo le sue previsioni di Ebitda (tra 1.160 e 1.180 milioni contro il range precedente di 1.065-1.085 milioni) e di cash flow libero ricorrente al 70% rispetto al 2019, a fronte al +50% stimato in precedenza.

“La società – ha commentato Franco Bernabè, Presidente di Cellnex – ha operato in continuità e con la massima disponibilità i servizi prestati negli otto paesi in cui opera, in un contesto difficile, marcato dalla crisi del coronavirus. Dobbiamo valutare molto positivamente il grado di efficienza e insieme di normalità con cui la società ha svolto la propria attività nel corso di questi primi sei mesi, fatto questo che già di per sé ha un carattere eccezionale”.

“La società – ha aggiunto Tobias Martinez, amministratore delegato di Cellnex – in linea con quanto indicato nel primo trimestre continua ad operare con un criterio di massima responsabilità e prudenza nei confronti dei clienti che hanno potuto godere appieno dei loro servizi; ai nostri fornitori, ai quali abbiamo offerto delle soluzioni per accelerare la riscossione dei servizi e delle forniture; ai nostri dipendenti che hanno continuato a lavorare in piena normalità, garantendo la continuità delle attività e del lavoro quotidiano, come pure la concretizzazione di nuove operazioni di crescita in Portogallo e in Francia, e la chiusura, già in questo mese di luglio, dell’acquisto della divisione telecomunicazioni di Arqiva nel Regno Unito, un’operazione decisiva per il consolidamento del nostro progetto europeo”.

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