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Carlo Tamburi: “Tre sfide per l’Enel e per l’Italia”

INTERVISTE DEL WEEK END – Contatori, auto elettriche, liberalizzazione: il responsabile della Country Italia dell’Enel fa il punto sugli impegni per il 2016. “Per la cessione delle centrali, cambia la procedura. Per Montalto e Porto Tolle assegnazione entro fine anno. “Mobilità elettrica: puntiamo a un balzo in avanti.”

Carlo Tamburi: “Tre sfide per l’Enel e per l’Italia”

“L’accelerazione, nel mondo dell’energia, è costante e l’Italia non sfugge alla regola. Nei prossimi mesi il propulsore della nostra attività sarà centrato su tre binari fondamentali: il piano di cessione delle centrali inattive, l’avvio della sostituzione dei nuovi contatori digitali, in parte legata al piano per la fibra, il posizionamento in vista della definitiva liberalizzazione del mercato che scatterà dal 1° gennaio 2018″. Parla Carlo Tamburi, direttore della Country Italia Enel, l’unità che gestisce e coordina tutte le attività del gruppo nel nostro Paese. Siamo a ridosso dell’assemblea degli azionisti che, giovedì, ha approvato bilancio, dividendo e nuova governance. Le insidie, sempre in agguato nelle riunioni annuali dei soci, in cui territori o piccoli risparmiatori colgono l’occasione per accendere i riflettori sulle proprie rivendicazioni, questa volta si sono risolte senza troppi patemi d’animo. Il nuovo esercizio finanziario ha superato il giro di boa del trimestre ma la veloce metamorfosi che sta attraversando il mondo dell’energia rende utile un confronto che fissi le tappe d’avanzamento verso gli obiettivi di quest’anno. Cifre, date, previsioni: li approfondiamo in questa intervista a FIRSTonline.

La trimestrale Enel al 31 marzo è stata accolta positivamente dal mercato. Alla luce dei numeri, la Divisione Italia si conferma centrale e garantisce oltre il 40% dell’Ebitda di gruppo, con una crescita del 14,2% a fronte di un calo dell’11,2% dei ricavi. Si è registrata una lieve ripresa delle vendite di energia, un miglioramento dell’efficienza. Cos’altro ha consentito il balzo in avanti del margine?

“E’ l’insieme di questi fattori che ha portato ai risultati brillanti del primo trimestre. L’attenzione sulle efficienze resta alta. La base della clientela acquisita sul mercato ?libero si è ulteriormente ampliata: registriamo un aumento di circa 20.000 clienti rispetto alla crescita del primo trimestre 2015. In cifra assoluta ?si tratta di circa 220.000 clienti in più acquisiti nel trimestre, anno su anno. E’ un trend che si sta consolidando. Ora la barra resta orientata su Futur-E, sul binomio contatori e banda larga, e sull’attenzione per la fine del mercato tutelato nell’elettricità e gas”.

Veniamo subito al piano di dismissioni centrali: erano 23 in tutto. Ora sono 21 perché la centrale di Marghera è stata venduta e l’impianto di Assemini è stato confermato essenziale da parte di Terna. Dopo Alessandria, sono in pole Rossano Calabro, Porto Tolle, Montalto di Castro. Impianti importanti e, in un certo senso, storici. Nell’elenco delle dismissioni ravvicinate ci sono anche Carpi in Emilia Romagna e Camerata Picena nelle Marche, Piombino. E Alessandria che ha aperto il ciclo di dismissioni. Insomma, c’è parecchia carne al fuoco. A che punto siamo?

“Credo sia indispensabile operare delle distinzioni. Su Piombino siamo in fase avanzata di trattativa. Montalto di Castro a 90 chilometri da Roma, Porto Tolle sul Delta del Po, Rossano in Calabria sono impianti con una storia, una dimensione e un contesto territoriale sostanzialmente diversi. Per questi impianti abbiamo lanciato nelle ultime settimane i concorsi di progetto. Carpi e Camerata Picena sono impianti molto più piccoli e abbiamo avviato le gare per la vendita”.

Al momento attuale quali sono i tempi di attuazione dei bandi e la tabella di marcia che vi siete dati per l’uscita dal perimetro Enel?

“Faccio un passo indietro. Con Alessandria ci siamo accorti che la strada inizialmente praticata per la centrale, quella del concorso di idee, impattava sullo scoglio dell’attuazione concreta. Belle idee, progetti interessanti ma sui quali dovevamo poi noi fare il marketing per la realizzazione. Così abbiamo deciso di cambiare. Per Porto Tolle e Montalto i bandi, pubblicati da pochi giorni sul nostro sito Futur-E, prevedono due fasi: entro il 2 settembre vanno depositate le manifestazioni d’interesse. Poi si passa al concorso di progetto, come ho accennato prima: in questa seconda fase le proposte devono poggiare su una maggiore concretezza, devono essere accompagnate da uno studio di pre-fattibilità e dalla presentazione di un’offerta vincolante. La deadline è il 3 ottobre. Contiamo poi di arrivare alle assegnazioni, con la consulenza del Politecnico di Milano, entro fine anno.Per Rossano, per il quale il concorso si svolgerà con lo stesso approccio, il termine per la prima fase è stato prolungato fino al 15 luglio. E la fase-due sarà definita successivamente anche in funzione del numero di proposte depositate. Per Carpi e Camerata abbiamo affidato la procedura ad un gruppo di lavoro, guidato da Nomisma e composto anche da Gabetti. Questo modello è possibile replicarlo per gli impianti più piccoli”.

Futur-E segna un’inversione di rotta,più sostenibile, rispetto al passato. Ha portato ad un miglioramento nei rapporti, così difficili, con i territori? 

“Assolutamente sì. Se non lo avessimo fatto ci ritroveremo oggi con le barricate nei Comuni interessati. Abbiamo posto una questione nazionale, quella degli impianti senza futuro, che non riguarda solo noi. Di più: il problema è europeo, altri seguiranno il nostro esempio. Inoltre, l’attenzione costante e le continue visite nei territori interessati creano un coinvolgimento positivo: l’idea che le decisioni non passano sopra le teste degli abitanti”.

Veniamo al piano per la sostituzione di 32 milioni di contatori digitali e alla banda larga. Giovedì scorso avete annunciato a Perugia le prime connessioni, il piano per la fibra è partito. Il duello con Telecom è alle stelle, Cdp ha scelto Enel per Metroweb. I bandi del governo non dovrebbero tardare. Il treno è lanciato? 

“Il tema della banda larga è nella diretta responsabilità dell’amministratore delegato Francesco Starace. Come è stato detto in assemblea giovedì, non abbiamo ricevuto alcuna informativa ufficiale da Cassa Depositi. La situazione è in via di sviluppo. Nel frattempo, come promesso, siamo partiti: a Perugia abbiamo avviato in questi giorni le prime sperimentazioni e allacciato 50 clienti. Entro il 2016 cableremo il 50% delle unità immobiliari ed entro il primo quadrimestre del 2017 l’80%. A questo punto l’intera città sarà cablata. Per le altre 4 città, Catania, Cagliari, Bari e Venezia, si parte a settembre”.?

Quali novità porteranno i nuovi contatori? E i tempi: conferma il lancio delle operazioni di sostituzione nella seconda metà del 2016? 

“La novità più significativa è questa: ogni cliente potrà verificare in diretta l’andamento dei propri consumi ogni 15 minuti, tenendo così sotto controllo la sua spesa. Inoltre potrà richiedere la validazione dei suoi consumi ogni 30 ore, che scenderanno poi a 24. Oggi, sul sito di Enel Distribuzione si può già richiedere la lettura, ma per ottenerla ci vuole ancora un mese. Confermo l’avvio della campagna di sostituzione per la seconda metà dell’anno”.

La mobilità elettrica è sotto i riflettori: arriveranno le nuove colonnine di ricarica?  

“A fine giugno contiamo di concludere il progetto che abbiamo in corso con il Politecnico di Milano per definire quante colonnine di ricarica sono necessarie sul territorio nazionale, dove e di quale tipologia tecnologica. E’ chiaro che lungo le autostrade servono le ricariche veloci. In città chi può ricaricherà la notte ma per determinate categorie – taxi, consegne a domicilio -serviranno comunque colonnine fast anche in città. E’ un fenomeno che si accentuerà con la diffusione della mobilità elettrica. Stiamo facendo un grande lavoro per lo sviluppo delle tecnologie con i produttori di auto e batterie. Vogliamo far fare un vero balzo in avanti all’Italia sulla e-mobility e ipotizziamo che uno degli acceleratori possa essere la sostituzione del parco autobus per il trasporto pubblico”.

La Germania ha puntato dritta sugli incentivi per la e-mobility. In Italia non sembrano vicini… 

“Il governo Merkel ha effettivamente annunciato incentivi pari a 4.000 euro per l’acquisto di un’auto elettrica. In Italia al momento l’argomento non sembra maturo ma, come Enel, stiamo sperimentando in accordo con Nissan in Danimarca e tra poco anche nel Regno Unito, la possibilità di utilizzare le auto come accumulatori di energia da restituire alla rete in caso di eccedenza. Sarà un polmone di flessibilità per stabilizzare le rinnovabili e bilanciare la rete elettrica. Ma sarà anche un incentivo indiretto che insieme ad altre facilitazioni di contorno può spingere la diffusione dell’auto elettrica in Italia. Le nostre colonnine di ricarica possono essere dotate di una tecnologia che consente di misurare i flussi in entrata e in uscita: abbiamo calcolato una? convenienza? da 1.500 a 2500 euro in tre anni per i conferimenti alla rete. Bisogna però che l’Authority italiana fissi tariffe adeguate, come è stato fatto all’estero”.

Da ultimo, la liberalizzazione del mercato nel 2018. Sta ripartendo l’iter della legge Concorrenza alla Camera. E molti stanno scaldando i motori per entrare sul mercato retail: ci sta pensando Erg mentre Edison ha annunciato una nuova offerta che rimborsa il canone Tv. Si arriverà a offerte incrociate Tlc, Tv, luce e gas? 

“La nostra richiesta è chiara: la riforma del regime di tutela va accompagnata con un sistema di garanzie, una sorta di abilitazione a vendere energia. Oggi chiunque può bussare alla porta e proporre contratti, esiste una notevole frammentazione con quasi 300 operatori attivi sul mercato. Ciò riduce la qualità e disorienta il cliente. Il sistema va regolato sulla base di criteri di solvibilità finanziaria e corretta reputazione”.

Chi dovrebbe certificare questo “bollino blu” del bravo operatore? 

“La competenza dovrebbe essere affidata all’Autorità per l’Energia che ha gli strumenti per garantire questa certificazione”.

Enel, con il nuovo board, ha accelerato la svolta sulle rinnovabili. La fusione con Egp, i cui effetti si vedranno sui conti della Country Italia nella seconda parte dell’anno, ne è una conferma. Tuttavia la produzione in Italia è per il 21% a carbone. 

“Come Gruppo e come Enel Italia puntiamo molto sulle rinnovabili: a parte il grande idroelettrico che resta fondamentale nella produzione di energia rinnovabile in Italia, tramite la joint venture tra Egp e F2i, abbiamo 210 MW di impianti fotovoltaici, con un potenziale massimo di 1GW che ci siamo posti come obiettivo. Sull’eolico ci sarà anche da sviluppare il tema del repowering, cioè della sostituzione delle turbine che ormai hanno la loro “età” con pale più moderne ed efficienti. Per questo però serve intervenire sul processo dei permessi e delle autorizzazioni anche a livello regionale. Per quanto riguarda il carbone, ancora non siamo arrivati a un livello per cui possiamo farne a meno, ma alcuni impianti sono già fermi o in via di chiusura e di sicuro non faremo investimenti in nuova capacità”.

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