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Calcio: processo a Collina, l’arbitro della discordia

Il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, dopo l’incontro di Champions di Madrid, ha messo sotto accusa il designatore degli arbitri Uefa, colpevole a suo dire, di non tutelare i club italiani nelle coppe internazionali per vanità personale – Le sviste sono state troppe ma qualche colpa è anche delle società italiane: ecco come stanno le cose

Calcio: processo a Collina, l’arbitro della discordia

La storia si ripete. Diciotto anni dopo quel 14 maggio 2000 è di nuovo Juventus vs Collina, solo che questa volta il livello dello scontro si sposta dal campo al Palazzo. Allora infatti fu una questione tra società e arbitro, con la prima a schiumare rabbia contro il secondo per la famosa “partita dell’acquitrino” costata lo scudetto, oggi invece si parla di massimi sistemi calcistici e la battaglia non riguarda solo la Juve ma tutto il calcio italiano.

Già, perché se molti sanno che Collina è il designatore degli arbitri Uefa, non è altrettanto noto che Agnelli non sia solo il presidente dei bianconeri ma anche dell’ECA (European Club Association), l’organismo che rappresenta le società calcistiche del Vecchio Continente. E così Andrea, sfruttando l’episodio del Bernabeu, ha lanciato una vera e propria bordata contro Pierluigi, a suo dire colpevole di “sfavorire le italiane per questione di vanità personale”.

Il presidente, per dar forza al concetto, ha infatti citato episodi arbitrali contro Milan, Roma e Lazio, ergendosi così a paladino di tutto il calcio italiano; non solo: la richiesta di avere il Var anche in Europa (“si facciano dei corsi per gli arbitri che non sanno usarla e pure alla svelta”) è un guanto di sfida bello e buono a Ceferin, sin qui contrario all’introduzione della tecnologia nelle “sue” competizioni.

È evidente insomma che siamo di fronte a un qualcosa di grosso, uno scontro tra colossi trasferito dal Palazzo alle case della gente: l’aver scelto Mediaset in un momento di massimo ascolto, infatti, non è certo casuale. Ora però, in attesa di vedere come andrà a finire, restano da fare alcune considerazioni. La prima: le squadre italiane sono state effettivamente sfavorite e questo vale per tutte le competizioni, dalla glamour Champions alla più operaia Europa League.

Il rigore con cui l’Arsenal ha eliminato il Milan, quelli (almeno due!) negati alla Roma in quel di Barcellona, quello del momentaneo pareggio del Salisburgo in casa della Lazio, senza scordarci di Tottenham-Juve, finito nel dimenticatoio solo grazie alla rimonta bianconera. Episodi clamorosi, tutti in un’unica direzione.

Viene difficile credere a un Collina anti-Italia per la famosa legge del contrappasso (sei italiano come me e dunque ti punisco, altrimenti potrebbero pensare che io voglia favorirti), certo però che nel dubbio si fischia sempre contro di noi, in un modo o nell’altro. Colpa anche nostra, incapaci di avere un presidente federale che ci rappresenti e, al momento opportuno, ci difenda anche al costo di alzare la voce, ad ogni modo il problema resta e andrà affrontato nel migliore dei modi.

Perché hai voglia a raccontare alla gente che le partite si decidono solo sul campo…

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