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Bpm verso la riforma della governance: più potere agli investitori

La Banca Popolare di Milano si avvia alla riforma della governance: si va verso una struttura duale simile a quella di Intesa Sanpaolo e aumenterà il numero dei membri del consiglio di sorveglianza in rappresentanza dei soci – Il voto dovrebbe tenersi a dicembre, ma l’esito è tutt’altro che scontato.

Bpm verso la riforma della governance: più potere agli investitori

Fermento sulla nuova governance della Banca Popolare di Milano. La bozza del progetto di riforma dell’assetto di comando, già inviata in Banca d’Italia, sarà esaminata dal consiglio di gestione che si riunirà oggi. La svolta pensata dal presidente Andra Bonomi si propone di pesare le azioni, per la prima volta in una popolare, conferendo un maggior potere agli investitori.

Il riassetto parte dal consiglio di sorveglianza, i cui membri scenderanno da 17 a 13: 4 di questi rappresenteranno i soci dipendenti, 2 i pensionati, 1 gli azionisti non dipendenti e gli altri 6 ai soci di capitale, come l’Investindustrial dello stesso Bonomi, maggior azionista di Bpm all’8,6%.

Aumenterà, invece, il numero dei membri del consiglio di gestione, che passerà da cinqe a sette, grazie all’ingresso di due manager operativi, avvicinando Bpm al modello duale già in vigore ad Intesa Sanpaolo.

Bonomi vorrebbe licenziare il testo definitivo dello statuto entro fine mese per poi convocare l’assemblea dei soci a dicembre. Sull’esito del voto, però, rimangono molti dubbi e l’esito è tutt’altro che scontato.

La popolare milanese, inoltre, resta nel mirino della Consob: la commissione ha convocato martedì il comitato per i controlli interni del consiglio di sorveglianza. 

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