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Borse, vendite a tappeto. Risale lo spread

Sono tutti in rosso, a metà giornata, i listini europei – Eni e Tim guidano i ribassi con Atlantia e Stm – Perdono colpi le utility e le banche

Borse, vendite a tappeto. Risale lo spread

“I book sono vuoti e pochi gli investitori istituzionali. Si guarda agli altri mercati e si vende”. Un operatore sintetizza così a Reuters l’andamento della seduta, segnata dalla chiusura delle posizioni in vista di un weekend all’insegna della paura. Sulla scia di Wall Street, i listini hanno accusato forti perdite fin dall’avvio. Milano (-2,9%, poco sopra i 22 mila punti) è una di quelle che ha retto di più. Francoforte -3,9% dopo aver accusato un minimo di -5%, inferiore alla drammatica chiusura dei mercati Usa (-4,42% l’indice S&P 500 ieri sera). Parigi cede il 3,2%, Londra -3,3%. Vendite del 3% abbondante a Madrid e a Zurigo. Il governo svizzero ha deciso di vietare i grandi eventi pubblici che prevedono la partecipazione di più di 1.000 persone: salta così il Salone dell’auto di Ginevra.

Gli effetti del coronavirus non si limitano ai mercati azionari. Precipitano i rendimenti delle obbligazioni di Stati Uniti e Germania, perde forza il dollaro, per effetto del montare delle aspettative di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve. Il Treasury Note a dieci anni, si porta su un nuovo livello mai visto nella storia, a 1,18% (-8 punti base). Il mercato sta incorporando un primo taglio dei tassi già il 18 marzo, in occasione della riunione della Fed. Sale l’euro a 1,10 sul dollaro.

Christine Lagarde, parlando con il Financial Times, ha ridimensionato le aspettative di un intervento d’emergenza della banca centrale, in risposta alla diffusione del contagio: la Banca centrale ancora non ritiene che l’epidemia possa causare uno “shock duraturo” per l’economia della zona euro.

Lo spread Btp/ Bund sale a 178 punti base, dai 160 di ieri. Il rendimento del 10 anni italiano vola a 1,1984. Soffrono anche gli altri Bond della periferia dell’Europa, come quello della Spagna (+3 punti base a 0,34%).

Non si muove l’inflazione: a febbraio +0,4% su base annua.

A Piazza Affari riflettori su Eni (-3,8%) che chiude il quarto trimestre con un utile operativo rettificato pari a 1,80 miliardi di euro, il consensus si aspettava molto di più, essendo collocato circa 150 milioni di euro più sopra. Decisivo il brusco calo dei prezzi del greggio. Il piano industriale presentato stamattina, in concomitanza con i dati del trimestre, non si discosta molto dalle previsioni degli analisti. Dal punto di vista industriale, la società punta su progetti con ritorni già nel breve-medio periodo. L’ad Claudio Descalzi ha detto agli analisti che le emissioni di gas e petrolio toccheranno il massimo nel 2025 per poi scendere progressivamente (-80% nel 2050). Saipem perde l’1,4%. Tenaris -3,3%.

Non si salva Tim (-3,5%). Il Cda è stato aggiornato sul progetto finalizzato a valutare possibili forme di integrazione delle reti in fibra ottica di Tim e Open Fiber, si legge in una nota. Il consiglio ha inoltre “preso atto positivamente dell’offerta non vincolante presentata dal fondo KKR per affiancare in esclusiva Tim nello sviluppo della rete in fibra”.

Perdono colpi le utility: Enel -3,7%. Ancora in profondo rosso Stm (-3,6%). Fa peggio Atlantia (-4,6%). Tra le banche sotto tiro Unicredit (-4,2%), Intesa e Ubi (entrambe -3,7%). Banca Bpm (-2,76%) ha cooptato in consiglio Massimo Tononi. L’unico titolo in terreno positivo è Juventus (+2,2%).

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