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Borse oggi in bilico tra il caos politico in Francia e in Giappone, ma le sostiene l’avvicinarsi del taglio dei tassi Fed. Petrolio in rialzo

E’ la Francia ad essere sotto i riflettori oggi, con qualche brivido per gli investitori che temono che il caos politico possa innescare vendite a catena. Ma a salvare tutti è l’attesa di un taglio dei tassi Fed, magari anche di 50 punti base. La borsa di Tokyo festeggia le dimissioni di Ishiba. Borse europee viste aprire in rialzo

Borse oggi in bilico tra il caos politico in Francia e in Giappone, ma le sostiene l’avvicinarsi del taglio dei tassi Fed. Petrolio in rialzo

Gli investitori internazionali si ritrovano oggi a dover valutare la portata di ben due caos politici: da una parte la Francia con il voto di fiducia che il suo premier François Bayrou dovrà affrontare oggi, dall’altra il Giappone con le dimissioni del primo ministro giapponese Shigeru Ishiba nel weekend. Sulle borse intanto spira una benefica aria di taglio dei tassi da parte delle Fed dopo i dati di venerdì. Il petrolio è sotto pressione dopo il pesante attacco russo sull’Ucraina nella notte. Borse Europee viste aprire in rialzo. A Piazza Affari termina l’offerta di Mps su Mediobanca

Riflettori sul voto di fiducia oggi in Francia

Con il voto di fiducia di oggi la Francia è quasi certa che si troverà a dover iniziare a cercare il suo quinto primo ministro in tre anni. Il premier François Bayrou ha chiusto lui stesso il voto dopo i continui scontri con i partiti concorrenti a causa di tagli di bilancio per 44 miliardi di euro. L’obiettivo di Bayrou è di ridurre il deficit al 4,6% nel 2026 — un livello ancora ben al di sopra delle regole europee — ma i partiti di opposizione hanno contestato sia i tagli di spesa, sia gli aumenti delle tasse. Se Bayrou verrà sfiduciato, il presidente Emmanuel Macron dovrà nominare un nuovo premier e, nello scenario peggiore, indire nuove elezioni.

Sebbene gran parte della crisi sia già scontata nei prezzi, dicono gli analisti, una serie di revisioni del rating del debito a partire da questa settimana rappresenterà una cartina di tornasole per la Francia e per il “gradimento” degli investitori. Il rating della Francia è stato declassato da Moody’s dopo il crollo del suo precedente governo l’anno scorso; una ripetizione rappresenterebbe un duro colpo, con il rischio di vendite ingenti dei suoi titoli di Stato già sotto pressione. La scorsa settimana, il rendimento dei titoli di Stato francesi a 30 anni ha raggiunto un livello visto l’ultima volta nel giugno 2009 (il celebre anno della crisi Lehman Brother), perchè gli investitori sono preoccupati per le prospettive fiscali e per il caos politico che ne deriverà e chissà per quanto tempo.

Di contro, come sottolinea il Financial Times, sono ora i mercati azionari dell’Europa meridionale, precedentemente poco amati, ad avere la meglio rispetto a quelli di Francia e Germania.

Il Nikkei di Tokyo sale dopo le dimissioni di Ishiba. In Cina spicca di nuovo Alibaba

L’annuncio a sorpresa è arrivato nel fine settimana in Giappone, con le dimissioni del primo ministro giapponese Shigeru Ishiba nel fine settimana, che stamane si è ripercossa soprattutto sullo yen, lasciando i rendimenti dei dei titoli di Stato giapponesi poco variati e spingendo al rialzo la borsa di Tokyo, con il Nikkei 225 in rialzo dell’1,5%, avvicinandosi ai massimi storici registrati a metà agosto. La valuta giapponese è scesa fino allo 0,8% rispetto al dollaro, a causa del timore che l’instabilità politica possa ridurre la possibilità che la Banca del Giappone aumenti i tassi di interesse. Le azioni sono salite grazie al vento favorevole proveniente da attese di un potenziale aumento degli stimoli governativi sotto la guida di un nuovo premier.

Il Primo Ministro Ishiba ha detto ieri che si dimetterà dalla guida del Partito Liberal Democratico, poche settimane dopo che la sua coalizione di governo ha subito una schiacciante sconfitta alle elezioni della Camera Alta, anche se Tokyo ha ottenuto un accordo commerciale con gli Stati Uniti, che comporterà dazi relativamente più bassi sui prodotti giapponesi. Il passo indietro apre ora le porte a una potenziale lotta per la leadership soprattutto dopo che il Partito Liberal Democratico ha perso la maggioranza alla Camera Alta. I candidati indicati per sostituire Ishiba sono considerati molto meno conservatori dal punto di vista fiscale rispetto al Primo Ministro uscente. Gli operatori non sono sicuri di quando la BOJ aumenterà nuovamente i tassi e gli investitori pensano che il prossimo primo ministro possa essere un sostenitore di una politica fiscale e monetaria più accomodante, come il veterano del Partito Liberal Democratico Sanae Takaichi. Stamane il Pil del secondo trimestre ha mostrato nella versione rivista che l’economia giapponese è cresciuta molto più rapidamente di quanto inizialmente stimato, grazie al forte andamento delle esportazioni e della spesa privata.

Nel resto dell’Asia, in Cina, l’indice CSI 300 di Shanghai-Shenzhen è in lieve rialzo, mentre lo Shanghai Composite e l’Hang Seng di Hong Kong sono in guadagno dello 0,2%. I dati del governo hanno mostrato che la bilancia commerciale del Paese è cresciuta leggermente più del previsto ad agosto. Tuttavia, la crescita delle esportazioni ha subito un forte rallentamento, deludendo le aspettative, con ciò segnalando una certa debolezza della domanda estera a fronte del raffreddamento delle condizioni economiche nei principali mercati del Paese. Anche i dazi commerciali statunitensi sulla Cina sono rimasti relativamente elevati, il che a sua volta ha danneggiato la domanda di esportazioni. Infine, le importazioni cinesi sono cresciute a un ritmo molto più debole del previsto, segnalando una domanda interna debole. A dominare la scena è stata la solita Alibaba, balzata di oltre il 4% dopo aver annuncaito un nuovo modello di intelligenza artificiale, che ha definito il più grande e intelligente di sempre. In rialzo anche Baidu, salita fino al 4% dopo aver annunciato l’intenzione di emettere un’obbligazione.

Altrove, l’indice indiano Nifty 50 è salito dello 0,3% nelle prime contrattazioni, l’indice KOSPI della Corea del Sud guadagna lo 0,2%, così come l’indice Straits Times di Singapore. L’indice ASX 200 australiano è rimasto indietro, poiché le preoccupazioni per il rallentamento della crescita economica hanno spinto gli investitori ad abbandonare settori economicamente sensibili come quello minerario e finanziario.

Wall Street si prepara al taglio dei tassi Fed. La domanda è: di quanto?

In tutto ciò resta comunque l’attenzione per gli Stati Uniti, dove il pessimo rapporto sull’occupazione di venerdì ha consolidato le aspettative di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve quando si riunirà la prossima settimana (il 16 e 17 settembre). L’unica domanda rimasta a cui rispondere è se si tratterà di un taglio di 25 punti base o di un taglio di ben 50 punti base. Il rapporto sull’inflazione statunitense di giovedì prossimo sarà cruciale in questo dibattito.

Venerdi gli indici di Wall Street non hanno mostrato una direzione precisa. L’S&P 500 ha chiuso in calo dello -0,32% a 6.482, mentre i futures stamane indicano un +0,08%. Il Il Dow ha chiuso a 45.400,86 punti, con un calo dello 0,48%, mentre stamane è indicato a +0,03%. Un po’ più tonico il Nasdaq 100 che ha chiuso a 23.652,44 punti in rialzo dello 0,08% ed è indicato stamane a +0,16%.

Petrolio sotto pressione dopo il pesante attacco russo nella notte

Oggi i prezzi del petrolio sono aumentati di oltre l’1%, riducendo in parte le perdite della scorsa settimana, poiché la prospettiva di ulteriori sanzioni sul greggio russo dopo il pesante attacco notturno aereo in Ucraina ha vanificato gli effetti dell’aumento della produzione pianificato dall’OPEC+ nel weekend.

Il greggio Brent è salito di 80 centesimi, ovvero dell’1,2%, a 66,30 dollari al barile stanotte, mentre il greggio West Texas Intermediate statunitense è salito di 75 centesimi, ovvero dell’1,2%, a 62,62 dollari al barile. Entrambi i benchmark erano scesi di oltre il 2% venerdì, poiché un debole rapporto sull’occupazione negli Stati Uniti aveva offuscato le prospettive della domanda di energia. La scorsa settimana avevano perso oltre il 3%.

L’Opec+, che comprende l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio, la Russia e altri alleati, ha concordato domenica di aumentare ulteriormente la produzione di petrolio a partire da ottobre. da aprile, dopo anni di tagli, l’Organizzazione ha aumentato la produzione per sostenere il mercato petrolifero, ma l’ultima decisione è stata una sorpresa, in un contesto di probabile eccesso di petrolio nei mesi invernali dell’emisfero settentrionale. Otto membri dell’Opec+ aumenteranno la produzione da ottobre di 137.000 barili al giorno, ben al di sotto degli aumenti mensili di circa 555.000 barili al giorno di settembre e agosto e di 411.000 barili al giorno di luglio e giugno.

Ma il sollievo per l’aumento della produzione di greggio ha avuto vita breve. Stanotte la Russia ha lanciato il suo più grande attacco aereo della guerra contro l’Ucraina, incendiando il principale edificio governativo nel centro di Kiev e uccidendo almeno quattro persone, hanno detto ieri funzionari ucraini.
Trump ha detto ieri che i leader europei si recheranno negli Stati Uniti oggi e domani per discutere su come risolvere la guerra tra Russia e Ucraina aggiungendo di “non essere contento” dello stato della guerra, ma nuovamente esprimendo fiducia nel fatto che la guerra sarà presto risolta.

Borse Europee viste aprire in rialzo. A Piazza Affari occhi a Mps, Stellantis

Le borse europee dovrebbero aprire in rialzo. Il Futures sull’Eurostoxx 50 mostra un rialzo dello 0,6% con l’attenzione sul voto di fiducia in Francia, atteso in giornata. L’indice britannico Ftse 100 è atteso in rialzo dello 0,3%, il Dax dello 0,5%, il Cac 40 e il Ftse Mib sono previsti entrambi in crescita dello 0,3%.

In Germania, la produzione industriale destagionalizzata di luglio è salita del +1,3%, sopra il dato precedente, rivisto al -0,1%. Il consensus si aspettava +1%.

Banca Mediolanum – Vuole espandersi in Spagna e raggiungere almeno il 25% del patrimonio totale in gestione nel Paese. Lo ha detto il direttore generale Igor Garzesi al Sole 24 Ore. La società non ha intenzione di crescere per linee esterne.

Banco BPM. Credit Agricole potrebbe arrivare a detenere il 35% in Banco BPM se quest’ultimo acquistasse Credit Agricole Italia per 5,5 miliardi di euro, che verrebbe pagata con azioni Anima, con la sua quota nella joint venture di credito al consumo Agos Ducato e in azioni BPM, secondo la Repubblica. Risulterebbe difficile limitare la partecipazione, mentre bisogna vedere se il governo italiano approverà l’accordo.

Bmps / Mediobanca – Termina l’offerta volontaria totalitaria di Bmps su Mediobanca, iniziata il 14 luglio. Secondo Borsa Italiana, le adesioni hanno raggiunto il 45,8%. Banca Mediolanum ha aderito all’offerta con la partecipazione detenuta in Fin.Prog.

Cnh Industrial – Bernstein ha tagliato il target price a 16 dollari, dai 17 dollari precedenti, mantenendo l’Outperform.

Enel – Non ci sono le condizioni per smantellare le centrali a carbone in Italia entro la fine dell’anno. Lo ha dichiarato il ministro dell’Energia italiano, Gilberto Pichetto Fratin, in occasione del THEA Forum.

FinecoBank – La raccolta netta di agosto si dimostra solida a 842 milioni. Ricavi da intermediazione stabili a 19,5 milioni e acquisizione di nuovi clienti a circa 12.600.

Stellantis – Il nuovo amministratore delegato ha esortato l’Unione Europea ad avere flessibilità sulla transizione ai veicoli elettrici per tutela l’industria automobilistica. Stellantis, proprietaria di Chrysler, sta richiamando quasi 92.000 veicoli Jeep Grand Cherokee negli Stati Uniti a causa di un errore di software nel processore di controllo ibrido, ha dichiarato la National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA).

Unicredit – E’ pronta discutere della fusione HVB/Commerzbank con le entità tedesche dopo aver raggiunto una partecipazione del 29,9% in Commerzbank.

Banca Ifis / Illimity – Inizia la procedura di squeeze-out sulle azioni illimity Bank. Terminerà il 12 settembre.

Edison è pronta a ritornare a essere quotata alla borsa di Milano se questa è la decisione della controllante francese Edf, ha dichiarato sabato l’ad Nicola Monti a margine del THEA Forum.

Campari. Jefferies taglia il target da 7,0 a 6,6 euro, eventuale debolezza sarebbe occasione di acquisto.

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