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Borse in rosso: non basta il sì tedesco ad Atene

A metà giornata tutti i listini europei viaggiano in perdita nonostante il via libera del Bundestag al nuovo pacchetto di aiuti per la Grecia – Sui mercati prevalgono le preoccupazioni per la Cina, dove però le Borse hanno sterzato in positivo a fine giornata – A Piazza Affari guida i ribassi Prysmian seguita dal lusso – Buoni rialzi per le bache.

Borse in rosso: non basta il sì tedesco ad Atene

Sui mercati continuano a pesare le preoccupazioni per la Cina, nonostante il recupero questa mattina delle Borse asiatiche. La Borsa di Shanghai ha chiuso in rialzo di oltre un punto percentuale e Shenzen del 2,19%. Giù invece Hong Kong che perde l’1,3%. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa ufficiale Xinhua, la Banca centrale cinese ha iniettato quasi 100 miliardi di dollari in due banche strutturali responsabili della concessione di prestiti in base alle politiche governative, una mossa che rientra nell’ambito degli sforzi delle autorità di Pechino a sostegno dell’economia del Paese.

In Europa, dopo la chiusura in rosso di ieri di Wall Street, i listini si mantengono in territorio negativo: il Ftse Mib cede lo 0,32%, Parigi lo 0,60%, Francoforte l’1% e Londra lo 0,79%. 

In mattinata il Bundestag, il Parlamento tedesco, ha dato via libera al terzo piano di aiuti a favore della Grecia del valore di 86 miliardi circa su tre anni con 454 voti a favore, 113 contrari e 18 astenuti su un totale di 558 votanti (631 i seggi in Parlamento). 

I deputati dell’Unione di centro-destra guidata da Angela Merkel (Cdu/Csu) sono 311 e, assieme ai socialdemocratici, la Grande Coalizione dispone di 504 seggi. L’approvazione del terzo piano di aiuti comporta anche il via libera all’esborso della prima tranche di aiuti per la quale non sarà necessaria una nuova convocazione del Bundestag.

Il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, che aveva raccomandato di votare a favore, ha però anche ribadito in apertura del suo discorso il no deciso di Berlino su un eventuale taglio del debito pubblico ellenico e ha annunciato che la partecipazione dell’Fmi al piano è “indispensabile”. 

Oggi la Germania ha collocato in asta 4,1 miliardi di nuovi titoli biennali Schatz con scadenza settembre 2017 con un rendimento medio di -0,25% (-0,27% l’asta precedente di luglio) e con domanda per5,749 miliardi a fronte di un’offerta per 5 miliardi. Il rendimento di assegnazione è rimasto vicino al minimo storico di -0,28%, registrato nell’asta di aprile. Lo spread Btp/Bund si attesta in leggera risalita a 114,5 punti base. 

In serata sono attese le minute dell’ultima riunione della Fed. Nel pomeriggio in agenda ci sono i dati Usa sull’inflazione di luglio e le scorte settimanali di petrolio. Il Wti è ancora in calo a 42,42 dollari al barile (-0,47%).

Sul fronte delle banche centrali oggi la Banca centrale dell’Islanda ha alzato i tassi di interesse dello 0,5% al 5,5% per il rischio di inflazione che deriva dagli aumenti salariali.

Nell’Eurozona a 29 a giugno la produzione nel settore delle costruzioni nell’Eurozona è scesa dell’1,9% rispetto a maggio quando era cresciuta dello 0,2%. Il calo è dovuto al calo del 2,7% dell’ingegneria civile e dell’1,6% nella costruzione di palazzi.

Da segnalare che nel secondo trimestre il fondo pensione norvegese, il più grande fondo sovrano al mondo, ha registrato il suo primo rendimento trimestrale negativo (-0,9%) da tre anni, appesantito dal mercato obbligazionario.

A Piazza Affari guida i ribassi Prysmian (-2,58%) seguita dal lusso: Moncler -1,86%, Luxottica -1,76%, che paga l’indagine aperta dall’Antitrust francese su un presunto cartello dei prezzi che coinvolgerebbe sia la multinazionale di Agordo che i suoi concorrenti, Yoox -1,33%.

Controcorrente con buoni rialzi le banche. Bmps +1,96%: secondo il Corriere della Sera potrebbe decidere di proseguire stand alone e non cercare un matrimonio con un’altra banca. Ubi +1,5%, Bper +1,29% grazie all’accordo raggiunto ieri con i sindacati sugli esuberi, Banco Popolare +1,11%.

In rialzo anche Tenaris (+0,77%) e Saipem (+0,4%) nonostante il petrolio perda ancora terreno. Eni -0,52%. Fuori dal Ftse Mib Telecom Italia Media che sale dell’1,39% dopo che gli azionisti di risparmio di Telecom Italia Media hanno chiesto nuovamente di fermare la fusione dell’azienda delle frequenze tv nella controllante Telecom Italia.

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