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Borse in rosso: Mediaset e Tim affondano Piazza Affari

Un’altra seduta di passione per Piazza Affari che perde lo 0,78% ma in ribasso sono tutti i listini azionari – Tracollo di Mediaset e forti anche le perdite di Tim dopo il ribaltone – In controtendenza Buzzi, Moncler, Atlantia e Pirelli – In recupero Banca Carige – Spread a quota 311.

Borse in rosso: Mediaset e Tim affondano Piazza Affari

Seduta debole per i listini europei, preoccupati dal rallentamento economico della Germania (Pil -0,2% in ottobre rispetto al mese precedente), dal cambio di rotta di Wall Street, dal muro contro muro dell’Italia con Bruxelles sulla manovra.

Piazza Affari è in maglia nera, -0,78%, 19.077 punti, anche se argina le perdite rispetto alla mattinata. Soffre soprattutto la galassia Berlusconi dopo le trimestrali: Mediaset -6,88%; Mondadori  -3,99%. Il rischio sanzioni, per la perseveranza italiana nelle misure 2019, tiene sotto scacco anche l’obbligazionario: lo spread fra decennale italiano e tedesco sale a 311.50 punti base (dopo aver toccato i 317 punti in seduta) e il rendimento si porta al 3,52%. 

In calo frazionale le altre piazze: Francoforte -0,52%, Parigi -0,65%, Madrid -0,42%. Londra, -0,26%, monitora la discussione governativa sull’accordo per la Brexit.

Wall Street, che ieri ha fallito il rimbalzo, al momento ripete lo stesso schema e dopo un avvio intonato si muove in territorio negativo con Apple in calo. Si attendono questa sera le parole di Jerome Powell, che dovrà tener conto anche deii dati in chiaroscuro sull’inflazione Usa: in ottobre, +0,3% mese su mese e +2,5% anno su anno e cioè in linea con le attese, ma con un dato core inferiore al consensus su base annua (+2,1%). 

L’euro recupera qualche posizione sul dollaro, superando quota 1,13. Fra le materie prime l’oro resta in area 1203 dollari l’oncia, mentre il petrolio tenta di rialzare la testa dopo lo scivolone di ieri, incoraggiato dal fatto che l’Opec starebbe valutando un taglio della produzione fino a 1,4 milioni di barili al giorno per il 2019; Brent +1,76%, 66,62 dollari al barile. I petroliferi di Piazza Affari restano guardinghi e chiudono un’altra seduta in calo: Eni -1,47%, Saipem -1,3%, Tenaris -0,98%.

La blue chip peggiore è Mediaset, in scia ai conti pubblicati ieri a mercati chiusi. Il Biscione, che si trova ai minimi da quasi due anni sui livelli precedenti al tentativo di scalata di Vivendi, soffre la pioggia di revisioni del prezzo obiettivo da parte degli analisti, per i timori sull’andamento futuro della raccolta pubblicitaria. Gli analisti di Mediobanca definiscono la reazione del mercato “troppo aggressiva”.

Prevalgono le vendite anche su Telecom, -3,16%, all’indomani del licenziamento dell’ad Amos Genish da parte del cda controllato da Eliott e dopo i conti positivi della rivale Iliad, grazie al contributo importante del mercato italiano. Domenica si riunirà il cda per la sostituzione di Genish. In pole position ci sarebbe Alfredo Altavilla, entrato nel board  la scorsa primavera e presidente del comitato nomine. Tra i nomi che circolano per due direttori generali da affiancare all’ad c’è invece quello di Pier Giorgio Peluso, attuale direttore finanziario del gruppo,  in azienda dal 2012. 

La performance è particolarmente negativa per Banca Generali, -3,21%; Poste -3,19%; Bper -3%. Male Prysmian, -1,93% dopo i conti. Gli acquisti premiano Buzzi, +2,74% e Pirelli +2,27%. Moncler, +2.05%, si avvantaggia dell’ottimismo dei vertici dopo i risultati. Il lusso beneficia anche delle stime di Deutsche Bank, che prevede una crescita del settore dell‘8% nel 2018. 

Bene Atlantia, +2,01% e Brembo, +0,56%. Fuori dal listino principale vanno a picco Mondo Tv -30,92% e Datalgic, -16,18%, dopo la pubblicazione dei dati del terzo trimestre e le stime deludenti. Rimbalza Carige, +5,26%, dopo il record negativo di ieri. Debole Ima, -1,02%, dopo i conti trimestrali e la conferma della guidance 2018 che prevede ricavi pari a 1,5 miliardi e Ebitda adjusted a circa 250 milioni.

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