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Borse, il Nasdaq fa dietrofront e il ribasso contagia l’Europa

Seduta borsistica a due facce: dopo una mattinata incoraggiante tutto si rovescia alle 14.30 (ora italiana) quando il Nasdaq cambia strada e comincia a perdere influenzando anche le Borse europee – A Piazza Affari però Unicredit, Eni e Generali chiudono in rialzo mentre le vendite colpiscono soprattutto Nexi, Tim e Stellantis

Borse, il Nasdaq fa dietrofront e il ribasso contagia l’Europa

Incerte fino all’ultimo, le borse europee chiudono in calo una seduta che ha oscillato tra alti e bassi, perfetto epilogo di una settimana molto volatile: Milano cede lo 0,26% e scivola a 25.938 punti; Francoforte -0,71%; Parigi -0,44%; Amsterdam -0,84%; Madrid -0,76%; Londra -0,14%.

A disorientare gli investitori sono ancora le notizie contraddittorie su Omicron, la nuova variante del coronavirus, ma anche i dati macro Usa e il crollo del Nasdaq (-2,44% al momento). In particolare, nel mese di novembre sono stati creati 210mila posti di lavoro non agricoli, meno della metà di quanto atteso dagli analisti. La disoccupazione è calata e i salari sono cresciuti, ma anche quelli in misura inferiore alle previsioni. Una dinamica meno tonica delle ambizioni della Fed, ma basterà questo a far desistere la banca centrale guidata da Jerome Powell dall’idea di accelerare il ritiro degli stimoli?

Nel dubbio Wall Street, dopo un avvio positivo, ha messo la retromarcia e a pagare è soprattutto il Nasdaq, zavorrato da pezzi da 90 come Tesla, Nvidia, Microsoft, Apple. Soffrono le azioni di Didi Global dopo l’annuncio del ritiro dalla Borsa di New York a 5 mesi dal debutto. Un’esperienza che è costata alla società cinese oltre il 40% del suo valore.

I dati sul lavoro penalizzano il dollaro (l’euro tratta intorno a 1,13), mentre salgono i prezzi dei T-Bond e scendono i rendimenti. In particolare, quello del Treasury decennale viaggia sotto 1,4%. Una discesa che si è allargata all’obbligazionario europeo, in un mercato meno certo della tempistica di ‘tapering’ e successiva stretta sui tassi Usa.

Sul secondario italiano lo spread tra Btp e Bund 10 anni cala a 131 punti base (-1,03%), con i tassi rispettivamente a +0,93% e -0,38%.

Se la Fed deve fare i conti con un mercato del lavoro che perde slancio, la Bce d’altra parte non cambia linguaggio e la presidente Christine Lagarde ribadisce che l’inflazione è temporanea e la sua gobba calerà nel 2022. È molto improbabile, quindi, un rialzo dei tassi nel corso del prossimo anno, anche se Eurotower è vigile e nel caso “pronta a intervenire”.

I prezzi del petrolio però ricominciano a correre, incoraggiati forse dal fatto che ieri l’Opec+, nella riunione mensile, ha deciso di confermare i graduali aumenti della produzione, ma ha anche detto che è pronta a ricredersi se la situazione pandemica dovesse peggiorare. I future di Brent e Wti salgono quasi del 3%, trattando rispettivamente a 71,75 dollari al barile, e 68,28 dollari.

E la pandemia non promette nulla di buono. Non solo Omicron si sta rivelando molto contagiosa e nuovi casi sono già stati scoperti in diverse aree degli Stati Uniti, ma il fondatore di Biontech, Ugur Sahin, ammette che buca i vaccini. “Credo che a un certo punto avremo bisogno di un nuovo vaccino contro questa nuova variante”, poiché Omicron è probabilmente “in grado di infettare persone vaccinate”.

In questo contesto bascula l’azionariato milanese, dove ogni settore è andato in ordine sparso. Sono positivi alcuni titoli finanziari, oil e utility. Unicredit domina il listino con un rialzo dell’1,09%, seguono Italgas +1,08%, Snam +0,96% e Generali +0,83%. Tra i titoli oil si mette in evidenza Eni, +0,59%, che ha annunciato stamani un investimento negli Emirati Arabi. Deutsche Bank inoltre ha alzato il target price sulla compagnia a 14,70 da 14,10 euro.

Il fronte delle vendite si apre con Nexi -3,06%, Telecom -2,23%, Stellantis -1,16%, Buzzi -1,15%, Enel -0,97%.

Incerta Recordati, -0,52%, con il mercato che soppesa il maxi acquisto, annunciato stamani, di Eusa Pharma, società farmaceutica con sede nel Regno Unito focalizzata su malattie oncologiche rare e di nicchia, valutata 750 milioni di euro.

Secondo Equita, il deal “nel complesso è da considerare positivamente anche se il multiplo di ingresso è elevato”, vale a dire 6 volte le vendite attuali e 23 volte il mol stimato sul 2023. L’operazione sancisce l’entrata di Recordati nel mondo oncologico e sono da valutare le opzioni di espansione. Sempre secondo Equita l’acquisizione aumenterà l’utile per azione adjusted del 5-6% nel 2023 mentre il debito/mol 2022 atteso sale a 2 volte, “limitando lo spazio a deal di minor cabotaggio”.

Fuori dal paniere principale è sfrenata la corsa di Conafi, +84,85%, che incrementa i guadagni di ieri seguiti all’annuncio della quotazione sul mercato Euronext Growth Miland, della controllata Integrated System Credit Consulting Fintech.

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