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Borse, i timori per l’obbligazionario riducono l’entusiasmo. Migliora il tech in vista dei conti Nvidia. Stellantis ha un nuovo Ceo

Dopo la buona performance di Wall Street ieri in attesa di Nvidia, sono tornate le nubi sui mercati a causa delle pressioni sul mercato obbligazionario, soprattutto dopo la debole asta giapponese. Le borse asiatiche hanno ridotto i guadagni iniziali e le borse europee viste poco mosse. A Piazza Affari occhio a Tenaris e Stellantis

Borse, i timori per l’obbligazionario riducono l’entusiasmo. Migliora il tech in vista dei conti Nvidia. Stellantis ha un nuovo Ceo

La maggiore distensione nei rapporti commerciali tra Usa ed Europa avevano fatto salire ieri Wall Street, ma oggi un’asta di titoli a lunghissima scadenza in Giappone, che ha mostrato una domanda piuttosto tiepida, ha riacceso le preoccupazioni per i mercati obbligazioni in generale. L’attesa principale più tardi oggi è per i dati trimestrali del colosso tech Nvida che ha già portato benefici ieri sul Nasdaq e oggi sulle azioni coreare. Le borse europee sono viste aprire poco variate, con attenzione a Piazza Affari soprattutto per Stellantis e Tenaris

La debole asta di bond a 40 anni in Giappone riaccende i timori per l’obbligazionario

Mentre ieri l’allentamento delle tensioni commerciali tra Usa ed Europa aveva portato distensione anche sul mercato obbligazionario, un‘asta a lunghissimo temine in Giappone che ha ricevuto una domanda molto tiepida ha riacceso le preoccupazioni per i mercati mondiali del debito, già sotto pressione da giorni.

Il Giappone oggi ha visto un’asta di titoli a 40 anni su 500 miliardi di yen (3,5 miliardi di dollari) con la domanda più debole da luglio: il rendimento dei titoli a 30 anni del paese è balzato di 10 punti base dopo la vendita, mentre lo yen ha attenuato il suo calo. La vendita del debito giapponese è avvenuta in un momento in cui i costi di finanziamento a lungo termine sono aumentati vertiginosamente anche in altre grandi economie, compresi gli Stati Uniti. I rendimenti giapponesi, in particolare nella parte a lunghissimo termine della curva, sono aumentati a causa della riduzione degli acquisti obbligazionari da parte della Banca del Giappone, mentre le compagnie di assicurazione sulla vita non riescono a colmare questo divario. Le preoccupazioni sulla capacità dei governi di coprire ingenti deficit di bilancio hanno pesato sul debito dei mercati sviluppati negli ultimi giorni. I rendimenti dei titoli di Stato statunitensi a più lunga scadenza si sono spinti verso livelli visti l’ultima volta nel 2007 poichè il pacchetto fiscale di Trump in esame al Congresso Usa, se non verrà modificato rispetto al testo passato già alla Camera, porterà un grande aggravio al già enorme debito Usa. Il decennale Giapponese tratta a 1,52%, +7 punti base e il trentennale arriva a 2,91%, +8 punti base. Il rendimento dei titoli del Tesoro Usa a 10 anni è aumentato di tre punti base al 4,47%

Wall Street ieri ha chiuso in rialzo con i tecnologici in attesa di Nvidia

La tregua sui dazi, ma anche un inaspettato aumento della fiducia dei consumatori Usa ha spinto al rialzo Wall Street ieri con gli investitori che aumentano la propensione al rischio. In particolare si sono mossi al rialzo i “magnifici sette” legati all’intelligenza artificiale spingendo in testa il Nasdaq.

L’indice S&P 500 si trova ora a meno del 3,6% dal suo massimo storico di chiusura raggiunto il 19 febbraio, dopo essere crollato fino al 18,9% al di sotto di tale livello in seguito agli oscillanti annunci sui dazi da parte di Trump. Nell’ultima sua mossa, il presidente Usa ha fatto marcia indietro sulla minaccia di dazi del 50% contro l’Unione Europea, rinviandone l’attuazione al 9 luglio per consentire i negoziati tra la Casa Bianca e il blocco dei 27 paesi. La mossa ha spinto Bruxelles a prepararsi per i negoziati commerciali chiedendo alle azinede i loro piani industriali negli Stati Uniti.

Ieri l’aumento del 14,4% nella fiducia dei consumatori nel mese in corso ha aggiunto slancio alla ripresa, aiutando gli investitori a superare un calo più ripido del previsto nei nuovi ordini di beni strumentali di base, considerati un barometro dei piani di spesa delle aziende statunitensi. Il presidente della Federal Reserve di Richmond, Thomas Barkin, ha dichiarato a Bloomberg che i dati economici non hanno ancora mostrato un aumento della pressione sui prezzi o della disoccupazione, riecheggiando il sentiment di molti funzionari della Fed che prevedono che il tasso di interesse chiave rimarrà invariato finché non si conoscerà il pieno effetto dei dazi di Trump. Oggi saranno pubblicati i verbali dell’ultima riunione di politica monetaria della Federal Reserve statunitense.

I rendimenti dei titoli del Tesoro Usa a lunga scadenza sono scesi, mentre quelli dei titoli trentennali hanno registrato il maggior calo in un solo giorno da fine aprile.

Il Dow Jones Industrial Average è salito dell’1,78%, a 42.343,65, l’S&P 500 ha guadagnato il 2,05%, a 5.921,54 e il Nasdaq Composite ha guadagnato 461,96 punti, ovvero il 2,47%, a 19.199,16.
azioni tecnologiche in testa alla classifica. Il settore dei semiconduttori è in testa al gruppo, in attesa che il produttore di chip Nvidia pubblichi oggi i risultati trimestrali. Su base annua, si prevede che l’azienda di punta dell’intelligenza artificiale registrerà un aumento del 43,5% degli utili per azione, a fronte di un aumento del fatturato del 66,2%. PDD Holdings della società madre Temu è sceso del 13,6% dopo aver segnalato un calo del 47% degli utili nel primo trimestre a causa della frenata della crescita delle vendite, ben sotto le attese del mercato.

Le borse asiatiche riducono i guadagni iniziali. Brilla il tech coreano. Occhi a Nissan

Sembravano partite bene le borse asiatiche seguendo il buon andamento ieri di Wall Street, invece la tiepida asta giapponese ha frenato l’entusiasmo e ridotto i guadagni iniziali.

Si distingue la Borsa della Corea del Sud e in particolare il suo settore Tech che attende i dati trimestrali di Nvidia più tardi oggi. L’indice Kospi è a +1,3%, sui massimi da settembre. In particolare salgono le azioni dei produttori di semiconduttori sudcoreani, sulla scia del +3,5% dell’indice Philadelphia Semiconductor Index. Samsung Electronics e SK Hynix, le due maggiori società coreane in termini di capitalizzazione, danno un contributo decisivo al rally: le azioni della prima salgono di oltre il +4%, le seconde del +2,7%. SK Hynix è un fornitore chiave di chip di memoria di Nvidia.

Le borse cinesi sono contrastate. CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen +0,1%. Hang Seng di Hong Kong -0,5%. Taiex di Taipei +0,2%. Dopo i conti negativi della casa madre di Temu a Wall Street anche in Asia il settore è penalizzato: Alibaba Group perde l’1,7%. JD.com -1,3%. Meituan -1,4%. Non segue il trend del settore il produttore di chip SMIC: il titolo è in calo del 2% è crollato del 2,4% a 40,85 dollari di Hong Kong.

La borsa di Tokyo sale, indice Nikkei +0,4%. Lo yen è poco mosso, a 144,4. La casa automobilistica giapponese Nissan già in difficoltà sta valutando la possibilità di raccogliere più di 1 trilione di yen (7 miliardi di dollari) tramite la vendita di debiti e asset, che includerebbero un prestito sindacato garantito dal governo del Regno Unito, ha detto Bloomberg News. La terza casa automobilistica del Paese prevede di emettere titoli convertibili e obbligazioni per un valore di 630 miliardi di yen, tra cui banconote ad alto rendimento in dollari USA ed euro. Secondo il rapporto, Nissan starebbe anche valutando la possibilità di ottenere un prestito sindacato da 1 miliardo di sterline (1,35 miliardi di dollari) garantito da UK Export Finance. Nissan sta anche valutando la possibilità di vendere parte delle quote che detiene nella casa automobilistica francese e partner di lunga data dell’alleanza Renault e presso il produttore di batterie AESC Group, nonché negli stabilimenti in Sudafrica e Messico.

Borse europee viste poco mosse. A a Piazza Affari occhio a Tenaris e Stellantis

Le borse dell’Europa dovrebbero aprire poco mosse: future EuroStoxx 50 -0,1%.

Btp Italia. Parte con slancio il nuovo titolo indicizzato all’inflazione pensato per i piccoli risparmiatori: nella prima giornata di collocamento, ha raccolto 3,14 miliardi con quasi 86.000 contratti sottoscritti. Il risultato del debutto è in linea con le edizioni precedenti: 3,6 miliardi nel marzo del 2023 ed 3,18 miliardi nel novembre del 2022. Intanto, il Tesoro ha collocato anche 4,75 miliardi di titoli a breve termine e indicizzati all’inflazione dell’area euro. Domani, è prevista un’asta di medio-lungo termine: secondo UniCredit, il Tesoro ha già emesso il 55% del suo obiettivo annuo di 325 miliardi.

Banco BPM. Unicredit potrebbe non portare avanti l’Ops su Banco Bpm alla luce del lungo iter legale in corso e se le condizioni imposte dal governo con il ‘golden power’ non cambieranno, ha detto ieri l’AD Andrea Orcel.

Stellantis ha nominato l’italiano Antonio Filosa come nuovo amministratore delegato, ha detto oggi una fonte vicina alla questione a Reuters. Filosa ha lavorato per quasi tutta la sua carriera in Sud America e di recente è stato nominato a capo del Nord America. Il nuovo amministratore delegato succede a Carlos Tavares, che ha lasciato il gruppo a dicembre, dopo che un forte calo dei utili e delle vendite, soprattutto negli Stati Uniti, ha sollevato dubbi sulla sua gestione.

Tenaris. Il cda ha approvato un programma di riacquisto di azioni proprie fino a 1,2 miliardi di dollari – che, al prezzo di chiusura di ieri alla Borsa di Milano, rappresenterebbe circa 74 milioni di azioni, pari al 6,9% delle azioni della società in circolazione – da eseguire entro un anno, con l’intenzione di annullare le azioni ordinarie acquisite tramite il programma.

Tim. La Corte di Cassazione a sorpresa ha sollevato d’ufficio la questione sulla correttezza dell’impugnazione di Telecom sulla sentenza di primo grado relativa alla restituzione del canone versato nel 1998, dando alle parti un mese di tempo per depositare le loro osservazioni. Lo hanno riferito fonti legali.

Unicredit potrebbe vendere le sue attività in Russia a una cordata di fondi di private equity con sede negli Stati Uniti: la transazione dovrebbe avvenire a circa il 60% del valore di libro. Non è chiara la posizione di Mosca su questo accordo, poiché potrebbero esserci penalità. Dopo le svalutazioni, l’esposizione creditizia di Unicredit verso la Russia è quasi pari a zero. L’agenzia di rating Moody’s ha migliorato l’outlook sui rating del debito senior privilegiato e dei depositi a lungo termine di Unicredit, portandolo da stabile a positivo. I rating sono stati confermati a Baa1. Allo stesso tempo, spiega una nota, Moody’s ha migliorato la valutazione delle condizioni operative delle banche in Italia, aumentando il profilo macro a Strong da Strong. L’azione segue l’outlook positivo recentemente assegnato al rating dell’Italia, mentre Unicredit ha un merito di credito stand alone più forte e continua a essere valutata due gradini sopra il sovrano, il massimo consentito dalla metodologia di Moody’s.

Webuild si rafforza in Australia con un nuovo progetto strategico nel settore ospedaliero. Il gruppo ha firmato oggi il contratto da 1,8 miliardi aud (1,1 miliardi euro) di valore complessivo per la progettazione e la costruzione del Women and Babies Hospital di Perth, in Western Australia.

Intesa Sanpaolo. Jefferies alza il target price.

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