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Borse europee chiudono piatte. Wall Street alle prese con le trimestrali. A Milano risalgono le banche

Giornata in altalena per le Borse. Salgono i rendimenti Btp in vista della Bce domani. Assemblea Stellantis boccia la remunerazione di Tavares. Balzo di Iveco a Piazza Affari

Borse europee chiudono piatte. Wall Street alle prese con le trimestrali. A Milano risalgono le banche

Finale in timido recupero per i listini europei, dopo l’avvio di Wall Street, tonica nella mattina americana. 

L’umore degli investitori resta variabile e condizionato dalla guerra in Ucraina, da una lunga lista odierna di dati macro (a partire da quelli sull’inflazione, alla vigilia della riunione della Bce), mentre si fanno i conti con le prime importanti trimestrali Usa. Sul fronte asiatico si guarda ai lockdown in Cina e al primo calo dell’import registrato da Pechino dal 2020. 

In questo contesto Piazza Affari tiene la rotta e si apprezza dello 0,22% a 24.722 punti base. Migliora anche lo spread, ma salgono molto i rendimenti in asta.

Nel resto d’Europa sono positive Madrid +0,47% e Amsterdam + 0,24%. In ribasso Francoforte -0,3%, piatte Londra e Parigi.

Sul mercato valutario l’euro tratta in progresso contro dollaro, ma non si allontana granché da un cambio intorno a 1,08.

Tra le materie prime continuano i guadagni del petrolio, con il Brent in rialzo del 2,4% a 107,16 dollari al barile.

Piazza Affari in equilibrio

Piazza Affari ha infine trovato una situazione di equilibrio tra acquisti e vendite. A pesare positivamente sul piatto della bilancia sono Iveco +5,97%, che continua il recupero dopo le gravi perdite a partire dalla quotazione.

In spolvero Banco Bpm, +3,35%, in attesa di novità dopo il blitz di Crédit Agricole sul capitale. In ripresa è il settore bancario nel suo complesso. Bene, in particolare, Mediobanca +2,35% e Unicredit +1,45%.

In denaro Telecom, +3%, con i servizi dell’area consumer attraenti per Iliad e Apax.

Restano sugli scudi Leonardo +1,76%, Cnh +2,43%, Eni +2,22%. Sale di mezzo punto percentuale Stellantis. Gli azionisti hanno votato contro la politica di remunerazione che prevede per l’amministratore delegato Carlos Tavares 19,15 milioni di euro totali nel 2021. Il presidente John Elkann ha spiegato che si tratta di un voto di consultazione e non vincolante, ma la società terrà conto delle indicazioni Sto arrivando!ivate dai soci. 

Ben comprata Atlantia, +0,78%, in attesa dell’opa dei Benetton per difendere la holding da attacchi esterni. 

Lettera su Nexi -3,15%. Scendono titoli difensivi come Campari -3,15%, Terna -2,33%, Hera -1,73%.

Spread in calo; salgono i rendimenti in asta

La chiusura è in verde sul secondario, dove lo spread tra decennale italiano e tedesco scende a 158 punti base (-2,45%) e tassi in leggera discesa rispettivamente a +2,35% e +0,777%.

Volano però i tassi in asta. Il Tesoro ha collocato stamani tutti gli 8 miliardi di euro di Btp offerti, ma il rendimento del Btp a 3 anni (prima tranche con scadenza agosto 2025 per 3,750 miliardi) è salito a 1,32% da 0,57% del collocamento di marzo; quello del Btp a 7 anni (nona tranche febbraio 2029 per 1,5 mld) al 2,04% da 1,47%. Il tasso del Btp a 10 anni (15ma tranche agosto 2029  per 1 mld) a 2,04%; quello del Btp a 20 anni (12ma tranche marzo 2040 per 750 milioni) è in rialzo a 2,69% da 2,30% e quello del Btp a 30 anni  (seconda tranche settembre 2052 per 1 mld) è salito al 2,89% da 1,82%.

Focus sull’inflazione 

I tassi salgono in attesa della Bce, anche se S&P Global Rating ritiene che domani non ci saranno sorprese, mentre novità arriveranno nel meeting di giugno insieme alle risposte che Francoforte sta cercando sulla durata dell’inflazione e sull’impatto della guerra sulla crescita.

Un’inflazione sferzante unita a una crescita in declino sono d’altra parte gli elementi che calamitano in questo periodo l’attenzione degli investitori.

In Europa sono usciti oggi i dati su Regno Unito e Spagna, dove l’inflazione è salita rispettivamente del 7% e del 9,8%. I dati della Spagna scavalcano anche i numeri dell’Eurozona, dove il tasso di inflazione annuo è cresciuto del 7,5% a marzo, in ulteriore aumento dal 5,9% a febbraio.

Negli Usa a marzo, i prezzi alla produzione sono saliti su febbraio dell’1,4%, contro attese per un rialzo dell’1,1%. Ieri è uscito il dato sui prezzi al consumo a stelle strisce, ai massimi da 41 anni, ma l’inflazione di fondo è risultata più bassa del previsto e ha fatto sperare che la corsa dei prezzi abbia raggiunto il picco.

Germania: con stop al gas arriva la recessione

Uno stop improvviso alle importazioni di gas russe porterebbe la Germania in una “forte recessione” il prossimo anno. Lo affermano i principali istituti economici tedeschi. Chiudere i rubinetti a “metà aprile” di quest’anno limiterebbe la crescita all’1,9% nel 2022 e spingerebbe la Germania in una recessione nel 2023, causando una contrazione dell’economia del 2,2%. 

Per l’Italia, Prometeia, nella sua nota mensile, osserva che le ricadute economiche della guerra spingeranno la produzione industriale nostrana in deciso calo a marzo, portando a una contrazione congiunturale dell’1,8% nel primo trimestre.

Si tratterebbe della prima riduzione dopo sei trimestri consecutivi senza ribassi. L’istituto di ricerca ipotizza per il mese di marzo una flessione del 2,6% su mese per la produzione, dopo il rimbalzo registrato a febbraio, dovuto principalmente ad un peggioramento del clima di fiducia delle imprese. Seguirebbe poi un aprile piatto e una ripresa di modesta entità (+0,6%) a maggio. “In una condizione di prezzi già in forte aumento, il conflitto in atto sta alimentando il rischio che l’inflazione rimanga alta a lungo, con una conseguente prospettiva di rallentamento dell’attività economica”. 

Wall Street sotto i riflettori con le trimestrali

Gli indici Usa, reduci tra tre sedute negative (la chiusura della vigilia è stata in ribasso, nonostante l’apertura frizzante) si stanno muovendo al momento in progresso frazionale. Tra i titoli in evidenza ci sono quelli che hanno presentato i conti trimestrali. Il peggiore dello S&P500 è JP Morgan Chase, che perde quasi il 3% dopo un calo dell’utile netto del 42% e nonostante ricavi migliori delle stime. L’amministratore delegato Jamie Dimon è “ottimista sull’economia, almeno per il breve termine”, ma prevede “rischi significativi geopolitici ed economici a causa dell’alta inflazione, di problemi della catena di approvvigionamento, della guerra in Ucraina”. 

Sale Delta Air Lines, vista la perdita trimestrale inferiore alle attese e stimando un profitto per l’attuale trimestre, grazie all’aumento delle prenotazioni e delle tariffe. Il settore energetico è il migliore.

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