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BORSE CHIUSURA 28 Aprile: le banche zavorrano il Ftse Mib, il ko di Amazon e First Republic frenano Wall Street

Il calo delle banche, che cominciano a temere fughe dai depositi, rende Piazza Affari la peggior Borsa d’Europa – In America invece Il cloud fa scivolare Amazon e First Republic Bank perde un altro 26%

BORSE CHIUSURA 28 Aprile: le banche zavorrano il Ftse Mib, il ko di Amazon e First Republic frenano Wall Street

Le borse chiudono in ordine sparso oggi in Europa e Piazza Affari è negativa con un calo dello 0,3% che la porta sul confine inferiore dei 27mila punti. Poteva andare ben peggio però, dopo una mattina in pesante ribasso per il listino milanese a causa di nuove, massicce vendite sulle banche, che archiviano una settimana in altalena. Il settore fatica a stabilizzarsi, dopo il fallimento delle due banche regionali Usa e la crisi ancora irrisolta della californiana First Republic Bank (-43,13% a New York), che per Cnbc potrebbe finire in amministrazione controllata. A scuotere gli animi oggi hanno contribuito inoltre la britannica Natwest (-3,75% a Londra), che ha riportato un calo dei depositi di 20 miliardi di sterline nel primo trimestre e alcuni membri del board della Bce, che hanno sollecitato altre regole sulla liquidità delle banche e nuove soluzioni per i fallimenti nel blocco. 

La bassa crescita della zona euro nel primo trimestre, con la Germania ferma e l’Italia che stupisce positivamente (+0,5%), ha avuto invece un impatto modesto sui mercati, allentando le tensioni sul secondario.

In questo contesto Francoforte si apprezza dello 0,77%, Londra +0,52%, Amsterdam +0, 78%, Parigi +0,1%. Madrid è in maglia nera con un calo dello 0,79%.

Ad alzare il morale nel pomeriggio è stata Wall Street, debole in avvio ma poi in ripresa e ora in rialzo frazionale con i tre indici principali. A guidare il Dow Jones (+0,5%) è Intel, +5,74%, con risultati migliori delle stime e nonostante la maggior perdita trimestrale della sua storia. Arretra invece Amazon (-4,18%) sul Nasdaq (piatto). I primi tre mesi del colosso Usa hanno rispettato le attese, pur mostrando un rallentamento della crescita di Amazon Web Services, piattaforma di servizi cloud, considerata vitale per il suo futuro. 

Bassa crescita e inflazione persistente negli Usa e in Europa. L’Italia cresce più degli altri

I dati della ricca agenda macroeconomica di  giornata vengono soppesati dagli investitori in attesa dei prossimi meeting di Fed e Bce, mentre le scelte ancora ultra accomodanti della Boj, nella prima riunione del nuovo governatore Kazuo Ueda, hanno zavorrato lo yen e spinto Tokyo in rialzo (Nikkei +1,4%).

Negli Usa, dopo il deludente pil di ieri, è arrivato oggi il dato Pce sull’inflazione di marzo salita dello 0,1% rispetto a febbraio e del 4,2% rispetto a un anno prima, dopo il 5,1% del mese scorso (rivisto dall’iniziale 5%), contro attese per un dato al 4,1%. La componente “core” segna +0,3% mese (in linea con le attese) e +4,6% anno, contro attese per 4,5%. Impensierisce inoltre la crescita dei salari: nel primo trimestre 2023 il costo unitario del lavoro è salito dell’1,2%, contro attese per un +1%, dopo il +1,1% del quarto trimestre del 2022.

In Eurolandia, la Francia vede i prezzi in corsa in aprile: +5,9% dal 5,7% di marzo, mentre l’inflazione tedesca scende oltre le attese al 7,2% dal 7,4% (stimato 7,3%).

A preoccupare però è la crescita zero del pil della maggiore economia europea nel primo trimestre, mentre  per l’insieme dei paesi del blocco Eurostat stima +0,1% a perimetro trimestrale e 1,3% a livello tendenziale, in entrambi i casi di un decimo inferiore alle attese. Va un po’ più forte la Ue (+0,3% e +1,8%).  L’Italia fa nettamente meglio della media, insieme alla Spagna: +0,5% e +1,8% tendenziale.

Salgono ora le attese per un rialzo dei tassi di 25 punti base nella riunione della Bce del 4 di maggiori, rispetto ai 50 punti base stimati prima dei dati odierni

Euro-dollaro stabile; spread in calo

Con questa valanga di percentuali che frullano in testa, l’euro-dollaro tratta in equilibrio intorno a 1,1, il petrolio si rianima e Brent e Wti mostrano guadagni intorno al 2%, mentre gli acquisti premiano i governativi delle zona euro.

Scendono così i rendimenti sul secondario: il Btp decennale arretra a +4,17% e il Bund di pari durata a +2,32%, per uno spread favorevole alla carta italiana in calo a 185 punti base (-1,77%).

Piazza Affari, banche in rosso e oil in rialzo

In Piazza Affari rimbalzano i titoli petroliferi a partire da Saipem +2,93%. In scia sono Tenaris +2,84%, molto venduta dopo la trimestrale ed Eni +1,96%. Il cane a sei zampe archivia una seduta assai volatile, dopo aver annunciato stamani un utile trimestrale in ribasso, ma sopra le attese.

Torna in evidenza l’industria, soprattutto con i titoli delle quattro ruote: Pirelli +2,35%, Cnh +2,25%, Stellantis +1,67%. Bene Prysmian +2,43%, Erg +1,18%, Interpump +1,22%, Diasorin +1,19%%.

Le tristi note partono da Banca Monte Paschi -4,22%, Banco Bpm -4,16%, Bper -4,03%, Unicredit -3,74%, Intesa Sanpaolo -2,99. Nel risparmio gestito segnano il passo Finecobank -3,28% e Banca Generali -1,34%. Lettera per Nexi -1,65%, Amplifon -1,51%, Campari -1,43%. Chiude debole Generali, -0,66%, nel giorno dell’assemblea che ha approvato il bilancio senza il voto dell’azionista Francesco Gaetano Caltagirone che, secondo fonti Reuters, si è astenuto.

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