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Borse chiusura 16 maggio: stagnazione europea e crescita dell’inflazione spingono i listini al ribasso

Piazza Affari attorno alla parità ma Mps, Erg, Stm, Mediobanca e Fineco brillano – Si sgonfia l’appeal speculativo di Tim

Borse chiusura 16 maggio: stagnazione europea e  crescita dell’inflazione spingono i listini al ribasso

Mercati in lieve calo oggi in Europa, in un clima finanziario che resta stagnante, intimorito dal possibile rallentamento economico globale (deludono la produzione industriale in Cina e altri dati macro) e in attesa di spunti per cambiare passo, a partire dall’innalzamento del tetto del debito Usa. Oggi il presidente americano Joe Biden dovrebbe incontrare il presidente della Camera, Kevin McCarthy ed altri leader del Congresso per cercare di raggiungere un accordo. Per ora è debole in avvio Wall Street.

Piazza Affari, dopo una mattina in timido rialzo, si allinea all’andamento generale e perde lo 0,17%, scendendo a 27.198 punti base, appesantita dalle perdite di Telecom (-2,24%) e dai titoli del settore auto, mentre svetta Mps, regina delle blue chip con un balzo del 4,24%.

Nel resto d’Europa Londra cede lo 0,34%, Parigi lo 0,16%, sono appaiate Francoforte e Madrid a -0,09%, mentre Amsterdam segna +0,01%,.

Sul mercato dei cambi è poco mosso l’euro-dollaro, intorno a 1,085. 

Mancano di sprint le materie prime, in particolare oro e petrolio. Lo spot gold perde lo 0,7% intorno a 2002 dollari l’oncia; il Brent fa -0,6%, 74,78 dollari al barile, mentre il greggio texano si apprezza dello 0,3% a 71,34 dollari al barile.

Yellen, il tempo sta per scadere

Il conto alla rovescia sul debito Usa è già partito, perché se la politica non trova un accordo potrebbero mancare i soldi anche per pagare il bollette ai primi di giugno. 

“Il tempo sta per scadere”, ha ammonito la segretaria al Tesoro Janet  Yellen – e l’impasse sta già creando problemi per i contribuenti americani”. Lo stallo ha inoltre portato il costo dell’assicurazione dell’esposizione degli Stati Uniti a livelli record, mentre si ricorda che nel 2011 una situazione analoga costò agli Usa uno storico declassamento del rating e turbolenze in borsa.

Intanto trattano con prezzi in ribasso i T-bond che vedono salire i rendimenti.

Dati macroeconomici sotto le stime

In assenza di altri spunti gli investitori si concentrano sui dati macroeconomici.

Negli Usa sono sotto le attese le vendite al dettaglio, che salgono dopo due ribassi consecutivi ma in misura inferiore al previsto (+0,4% dopo -0,7% di marzo e attese di +0,8%).  

In sintonia, sull’azionario di Wall Street, si fa sentire il calo di Home Depot, -3,6%, uno dei titoli peggiori sullo S&P 500, dopo che la catena di negozi al dettaglio ha abbassato le sue previsioni di vendita e di utili per l’anno fiscale 2023, dato che la spesa dei consumatori e la domanda di categorie di prodotti di largo consumo continuano a diminuire.

In Europa si segnala l’indice Zew tedesco, che misura il sentiment dell’economia, il quale scivola a -10,7 contro attese di -5,3. In aprile era positivo a 4 punti.

Delude inoltre il pil della zona euro, salito solo dello 0,1% nel primo trimestre.

In Italia l’inflazione di aprile viene corretta leggermente al ribasso dall’Istat, ma resta forte: +0,4% su base mensile e +8,2% su base annua.

In Cina cala la produzione industriale dello 0,4% mensile in aprile, per una variazione sull’anno del 5,6%, nettamente al di sotto delle stime di mercato che ipotizzavano una crescita dell’11%.

Piazza Affari, galleggia sotto la pioggia 

Piazza Affari galleggia oggi sotto una pioggia battente (fuor di metafora), che sta allagando molte aree del nord, in particolare in Emilia-Romagna e che farà ben presto sentire i suoi effetti sull’economia.

Sul listino principale svetta Banca MPS, grazie alla promozione di alcuni analisti. In particolare Bofa, in un report su tutto il settore bancario italiano, ha alzato il rating sul titolo dell’istituto senese a neutral dal precedente underperform. Appaiono trascurate le altre banche, con le big, Intesa e Unicredit che archiviano una seduta poco mossa, ma di segno opposto, -0,43% la prima, +0,51% la seconda.

Risalgono il listino Finecobank +2,08%, Stm +1,86%, Erg +1,58%. Benino Interpump +0,44% dopo l’ottima trimestrale e previsioni per l’intero 2023 oltre la guidance. Alcuni analisti hanno ritoccato al rialzo i target price sul titolo.

Tra i titoli peggiori c’è Telecom, all’indomani dell’indiscrezione riportata dall’agenzia Bloomberg, secondo la quale Cdp sarebbe pronta a rinunciare all’offerta sulla rete fissa.

Nel settore pesa anche il tonfo di Vodafone (-7,18%) a Londra che prevede un free cash flow in netto calo e il taglio di undicimila posti di lavoro in tre anni.

Arretra Amplifon -2,27%.

Vendute le azioni del settore auto, con Cnh -2,21% e Stellantis -1,14%. Quest’ultima perde l’1,3% anche sul Nyse, dopo aver annunciato che richiamerà 219.000 Suv Jeep Cherokee in tutto il mondo per rischi di incendio.

Sono negative Nexi -1,29% e Prysmian -1,79%.

Fuori dal paniere principale rimbalza Dovalue +11,44%. Boom di Reevo, +18,15%, che si avvicina al prezzo dell’Opa lanciata da White Bridge. 

Spread stabile

Nulla da segnalare per quanto riguarda i titoli di Stato. Lo spread tra decennale italiano e tedesco si conferma a 187 punti base, con tassi indicati rispettivamente a +4,22% e +2,34%.

Per il primario, oggi il Ministero dell’economia ha reso noto che il primo BTp Valore, che verrà emesso dal Tesoro tra il 5 e il 9 giugno, prevede un premio extra finale di fedeltà pari allo 0,5% del capitale investito. Il premio sarà riservato a chi acquista il titolo durante i giorni di collocamento e lo detiene fino alla scadenza.

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