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Borse chiusura 15 maggio: Piazza Affari è la peggiore d’Europa sulla scia di Tim e delle banche

Seduta volatile sulle piazze finanziarie e Milano paga i ribassi di Tim, di Moncler e delle banche

Borse chiusura 15 maggio: Piazza Affari è la peggiore d’Europa sulla scia di Tim e delle banche

Le prese di profitto frenano oggi Piazza Affari, che chiude una seduta debole, anche se l’obbligazionario è in verde e lo spread arretra grazie alla conferma del rating da parte di Fitch (venerdì scorso) e al miglioramento delle stime di crescita da parte di Bruxelles.

In attesa dell’esito delle elezioni amministrative il Ftse Mib arretra dello 0,37%, a 27.245 punti base, in un contesto europeo poco mosso e in sintonia con l’andamento cauto di Wall Street nella mattina americana.

La piazza europea peggiore è Madrid che lascia sul terreno lo 0,37%, appesantita dal forte calo di Bbva (-4,21%), la banca europea più esposta alla Turchia, dove a sorpresa le elezioni costringono il presidente Recep Tayyip Erdoğan al ballottaggio. Il rosso è profondo alla borsa di Istanbul, con il Bist 100 che cede il 6,14%.

Il finale è piatto per Francoforte e Parigi, mentre Amsterdam si apprezza dello 0,42% e Londra segna +0,3%.

Wall Street nervosa

Oltreoceano la borsa statunitense sconta un certo nervosismo dopo le parole aggressive di alcuni membri della Fed. In particolare il numero uno di Atlanta, Raphael Bostic, dice di non prevedere un taglio dei tassi d’interesse nel 2023, nemmeno in caso di recessione e questo delude il mercato, che invece si aspetta un cambio di passo da parte della banca centrale dopo dieci rialzi consecutivi. Tanto più che si accentuano i segnali di indebolimento dell’economia. Oggi è uscito l’indice Empire State – che misura l’andamento dell’attività manifatturiera nell’area di New York – ed è sceso a maggio da 10,8 punti a -31,8, contro attese per un dato a -4. 

Un cauto ottimismo però si sta facendo strada su un accordo per l’innalzamento del debito federale in tempo utile per evitare la bancarotta dell’amministrazione Usa.

Sul mercato dei cambi il dollaro tratta in ribasso contro un panel di valute. L’euro si apprezza, pur cambiando ancora sotto 1,1 intorno a 1,08.

Tra le materie prime trova la spinta giusta il petrolio: Brent e Wti salgono quasi del 2%, rispettivamente a 75,54 dollari al barile e 71,4 dollari.

Piazza Affari, nuovo rally per Recordati

Si conferma in denaro Recordati, +4,11%, dopo il rally seguito ai risultati trimestrali e in un settore farmaceutico ben intonato in Europa.

Tra le blue chip in rialzo si distinguono inoltre Erg +1,68%, Hera +1%, Prysmian +1,24%, Poste +0,9%, Generali +0,78%.

In fondo al listino è invece Pirelli -2,15%, con Telecom -1,61%, Interpump -1,67%, Moncler -1,62% e Cnh -1,41%.

Prevalgono parzialmente le vendite sulle banche e i titoli petroliferi.

Fuori dal listino principale aggiorna i minimi storici Dovalue -9,66%, con i broker che stanno rivedendo le stime dell’anno dopo il trimestre deludente.

Brilla d’altra parte Marr, +13,89%, promossa da Equita a “Buy” per i risultati del trimestre “ben sopra le attese e visibilità in aumento. Abbiamo alzato le stime sull’utile per l’anno fiscale del 12% e il prezzo obiettivo +24%”, si legge nel daily. Anche Mediobanca Securities scrive che la società sta andando verso un valore di Ebitda pre pandemia.

L’Italia cresce più della media europea; spread in calo

Buone notizie per l’Italia sono arrivate oggi da Bruxelles, che ha rivisto al rialzo le stime di crescita 2023, +1,2% (da +0,8%), lasciando invariate quelle del 2024. Il paese quest’anno fa meglio delle altre economie del blocco, ha sottolineato il commissario Paolo Gentiloni. Per l’Eurozona la Commissione prevede una crescita dell’1,1% nel 2023 e dell’1,6% nel 2024 (in febbraio le stime parlavano di una espansione dello 0,9% e dell’1,5% rispettivamente). 

In questo clima chiudono una buona seduta i governativi italiani, con lo spread tra Btp 10 anni e Bund di pari durata che arretra a 187 punti base (-1,65%), mentre i rendimenti sono indicati rispettivamente a +4,18% e +2,31%.

Contribuisce alla buona intonazione  dell’obbligazionario la conferma, venerdì scorso, del rating da parte di Fitch a “BBB’ con outlook stabile”. Venerdì prossimo sarà Moody’s a doversi pronunciare sulla tenuta del debito italiano.

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