La tregua sui dazi tra Usa e Ue e lo scontro sempre più aspro tra il Vecchio Continente e la Russia sulla guerra in Ucraina hanno sostenuto oggi i mercati, che chiudono in progresso in Europa, spinti anche dal positivo ritorno agli scambi di Wall Street dopo il lungo weekend.
Francoforte +0,99% è la più tonica e agguanta nuovi massimi storici a 24.235 punti base. Tra i titoli più caldi c’è Rheinmetall (+2,61%) che aggiorna il suo record a 1889 euro per azione, infiammata dall’atteggiamento più deciso dal cancelliere Merz nel sostegno militare a Kiev, mentre i ministri dei paesi dell’Unione europea hanno approvato la creazione del fondo per gli armamenti da 150 miliardi di euro.
Piazza Affari guadagna lo 0,34%, ritrova 40.124 punti base e vede Leonardo spingersi ancora più in alto nella misura del 2,34%, mentre in ambito difesa e dintorni archiviano una seduta tonica Iveco +0,85%, Fincantieri+5,44% e Avio +6,63%.
La giornata economica e politica nazionale è stata segnata anche dall’assemblea annuale di Confindustria a Bologna dove il presidente Emanuele Orsini ha lanciato un appello all’unità tra istituzioni, politica, sindacati e imprese per realizzare un piano industriale straordinario che rilanci la crescita del paese. All’evento ha partecipato anche la premier Giorgia Meloni, che ha colto l’occasione anche per chiedere all’Europa di trovare “il coraggio di rimuovere quei dazi interni che si è è autoimposta in questi anni”.
Tornando alle borse: altri listini europei in rialzo sono Londra, +0,73% (chiusa alla vigilia per festività), Amsterdam +0,56% e Madrid+0,14%. Piatta Parigi.
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Magnifiche sette in spolvero a Wall Street in attesa dei conti di Nvidia
Oltreoceano Wall Street è partita di slancio, cercando di recuperare il tempo perduto ieri, spinta dall’allungamento dei tempi per Usa e Ue per trovare un accordo sui dazi, che dovrebbero partire il 9 luglio e non il primo di giugno come annunciato da Trump venerdì scorso. Il condizionale però è d’obbligo di questi tempi con la Casa Bianca, perché le novità inaspettate sono spesso dietro l’angolo. La fiducia dei consumatori americani comunque sta risalendo. A maggio l’indice redatto mensilmente dal Conference Board, gruppo di ricerca privato, è balzato a 98 punti, contro attese di una conferma agli 86 punti di aprile. La componente che misura le aspettative per il futuro è aumentata a 72,8 punti e quella sulla situazione attuale a 135,9 punti.
Dopo un’ottava negativa la borsa di New Yorkriprende quindi gli scambi in progresso e a fine mattinata il DJ segna +1,21%, S&P 500+1,59%, Nasdaq +1,98%. Sono proprio le mega tech ad attrarre gli acquisti, guidate da Nvidia (+3,21%) che domani, a mercati chiusi, presenterà i conti del primo trimestre. Un evento molto atteso dagli investitori che attraverso la regina dei chip per l’intelligenza artificiale misurano lo stato di salute dell’economia del futuro. Vanno giù invece le azioni Trump Media & Technology Group: secondo un’indiscrezione stampa, la società di social media di Trump ha in programma di mettere insieme circa 3 miliardi di dollari da spendere in criptovalute, tra cui bitcoin.
Sul fronte macro invece sono molto attesi invece i dati sull’inflazione, in programma venerdì.
Intanto tornano anche gli acquisti sui T-Bond e il decennale a stelle e strisce vede salire il prezzo e il rendimento scendere a 4,46%.
Dollaro in rialzo
Il clima di maggior ottimismo riporta gli acquisti sul dollaro, che oggi si apprezza contro le principali valute. In particolare il biglietto verde recupera oltre l’1% contro lo yen (144,37 il cambio), mentre il Giappone valuta la possibilità di ridurre l’emissione di titoli di Stato a lunghissimo termine, a seguito dei recenti e marcati aumenti dei rendimenti su tali obbligazioni.
Così anche i rendimenti dei Treasury Usa a lunga scadenza sono in calo e quelli trentennali si avviano a registrare la maggior perdita giornaliera da fine di aprile, imitando il forte rally dei prezzi del debito giapponese a lungo termine.
Sul valutario l’euro vede il cross con il dollaro muoversi oltre 1,134, ma in leggero ribasso rispetto alla chiusura di ieri.
Nel capitolo materie prime si osserva che l’odierna propensione al rischio penalizza l’oroe lo spot gold cede l’1,2%, pur restano poco lontano da 3300 dollari l’oncia.
Il petrolio tratta in ribasso: il Brent, agosto 2025, mostra un prezzo di 63,19 dollari al barile (-1,45%), mentre il greggio texano, luglio 2025, tratta a 60,55 dollari (-1,59%).
Piazza Affari, brilla Prysmian, cede Telecom, tra le banche svetta Unicredit
Piazza Affari ha avuto oggi molti spunti interessanti, che la modesta performance del listino non rispecchia pienamente.
Tra le blue chip svetta Prysmian +4,56%, con Barclays che ha alzato il target price sul titolo a 82 da 72 euro.
Bene Amplifon +2,6%, Nexi +2,48%, Interpump +1,91%, Cucinelli +1,99%, Stm+1,56%.
Stellantis si apprezza dello 0,44%, dopo i dati sulle immatricolazioni di aprile in Europa (-0,5% su anno a 165.826 unità). Queste “confermano che il gruppo è sulla strada giusta per recuperare il terreno perduto” sostiene un portavoce della casa d’auto.
Il capitolo delle banche è molto ricco di dichiarazioni rilasciate da protagonisti e comprimari delle grandi manovre in corso, in occasione del consiglio nazionale del sindacato di settore Fabi.
Il titolo migliore Unicredit +0,57%, una delle banche più attive nel risiko in corso. L’ad Andrea Orcel non esclude un’offerta bis su Banco Bpm (+0,24%), qualora i tempi della giustizia amministrativa dovessero superare la fine prevista dell’ops su Piazza Meda, visto che sono pendenti di fonte al Tar due ricorsi distinti sulla questione.
A mettere i bastoni tra le ruote di Unicredit sono soprattutto le condizioni imposte dal Golden power, che potrebbero fermare gli appetiti della banca. Il Tar dirà cosa ne pensa, l’ops potrebbe decadere ma “puo anche essere riproposta” ha detto appunto Orcel. Il banchiere ha poi escluso una scalata a Generali, dopo che ieri l’ad di Intesa (+0,1%) Carlo Messina aveva detto che in uno scenario di questo tipo telefonerebbe a Orcel per dirgli “fermati”. A quanto pare non avrà bisogno di chiamare il collega.
La maglia nera del giorno va a Telecom, 2,17%, che era partita baldanzosa nel giorno dell’udienza in Cassazione e in attesa di un esito positivo del contenzioso con lo Stato italiano sul rimborso del canone di concessione del 1998, con una prospettiva d’incasso di un miliardo di euro, comprensivo degli interessi maturati. Per ora invece Tim non incassa un euro, perché la Cassazione ha sollevato un dubbio procedurale sulla correttezza dell’impugnazione della sentenza di primo grado sulla restituzione del canone.
Arretrano inoltre Tenaris -1,31%, Pirelli-0,99%, Azimut -0,92%, Enel -0,74%.
Spread in calo
Chiude in verde anche il secondario dove lo spread tra Btp decennale e Bund di pari durata arretra a 100 punti base, con tassi in ribasso rispettivamente al 3,53% e 2,53%.
Sul primario è partito bene il collocamento del Btp Italia 2032, che ha superato oggi i tre miliardi di euro.