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Borsa: Milano in rosso, banche nel mirino

Dopo un avvio positivo Piazza Affari vira in rosso: pioggia di vendite sulle banche, con l’operazione di Ipo della Popolare di Vicenza che continua a destare preoccupazione – In controtendenza Fca dopo l’accordo con Alphabet per Google Car – Positive Parigi e Francoforte, Londra chiusa per festività.

La Borsa di Milano inizia il mese di maggio in altalena: dopo un vivace guadagno iniziale, il listino viene trascinato al ribasso dalle banche, già bersagliate dalle vendite venerdì scorso. A circa un’ora dall’apertura il Ftse Mib cede l’1%, maglia nera fra le principali piazze europee. Negli stessi minuti Parigi guadagna lo 0,4%, mentre Francoforte guadagna lo 0,7%. Londra è chiusa per festività.

I titoli peggiori a Piazza Affari sono tutti bancari, con l’operazione di Ipo della Popolare di Vicenza che continua a destare preoccupazione: Mps (-6,51%), Ubi Banca (-6,32%), Banco Popolare (-5,76%), Banca Pop Milano (-5,66% dopo l’assemblea che ha indicato i membri del Cds, che sarà presieduto da Nicola Rossi) e Unicredit (-5,39%). Male anche Intesa (-2,98% nonostante l’annuncio della vendita di Setefi e Intesa Sanpaolo Card, che comporterà una plusvalenza di 895 milioni per l’istituto), Mediobanca (-3,76%) e fuori dal paniere principale Carige (-5,19%, il Cda ha reso noto che non è praticabile l’offerta ricevuta dal fondo Usa Apollo per la vendita del pacchetto Npl da 3,5 miliardi).

Per contro scattano le Fca (+1,19%) sull’onda dell’accordo con Alphabet, la holding cui fa capo Google, per una partnership tecnologica sul progetto della Google Car, l’auto che si guida da sola. Buone notizie dalla Francia, dove ad aprile Fiat Chrysler ha registrato un aumento delle vendite pari al 12% annuo, contro il +6,5% del mercato. Bene anche Ferrari (+1,2%), in attesa dei conti del trimestre.

Luxottica, invece, cede l’1,2% dopo il dato sui ricavi dei primi tre mesi dell’anno, in rialzo del 2,5% a 2,266 miliardi. Bene le Telecom Italia (+0,6%) nell’attesa di novità sul fronte di sviluppi sul fronte tlc-tv, soprattutto dopo l’ingresso di Vivendi, primo azionista della compagnia, in Mediaset (-0,7%).

Sul fronte valutario, l’euro è scambiato a 1,1459 dollari (1,1448 dollari venerdì scorsi), e a 122,04 yen (122,32 yen). Inoltre il biglietto verde vale 106,47 dollari (106,82). Il petrolio, infine, lima dai livelli della scorsa settimana: il Wti, contratto con scadenza a giugno, cede lo 0,7%, a 45,6 dollari al barile.

Intanto gli investitori attendono gli indici Pmi europei di aprile, anticipatori dell’attività manifatturiera nel Vecchio Continente. Quest’oggi è emerso che l’attività manifatturiera è peggiorata in Giappone, portandosi ai minimi da oltre tre anni. L’indice Nikkei Pmi diffuso da MarkitEconomics mostra per aprile una flessione a 48,2 punti dai 49,1 di marzo, registrando la lettura più bassa dell’indice dal gennaio 2013. La produzione è scesa al tasso più basso da aprile 2014 spinta dal forte calo di nuovi ordini da oltre tre anni.

Stamane l’indice Nikkei (-3,4%) è stato investito da massicce vendite, provocate da un nuovo rialzo dello yen a quota 106,1 contro il dollaro, ai massimi da 18 mesi. In una settimana il rialzo della valuta è stato del 4,7%, il più violento dall’ottobre 2008.

A favorire l’avvio Orso sono stati, in realtà, i volumi sottili di una seduta vacanziera: il mercato giapponese, infatti, chiuderà i battenti da stasera a venerdì per la festa della “settimana d’oro”. Fermi oggi anche i listini di Hong Kong, Cina e Singapore. Cresce però la convinzione che il premier giapponese Shinzo Abe intenda annunciare un nuovo piano di stimoli all’economia prima de G7 di fine mese.

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