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Borsa Italiana, First Cisl insorge contro i tagli di Euronext

Il possibile taglio dei costi con forti ricadute per i lavoratori di Borsa Italiana sta infiammando la comunità finanziaria milanese. Riccardo Colombani, segretario generale della First Cisl avverte: “Non permetteremo che Euronext attui operazioni unilaterali facendo pagare ai lavoratori i propri obiettivi di profitto”

Borsa Italiana, First Cisl insorge contro i tagli di Euronext

Continuano le polemiche e le preoccupazioni attorno al progetto europeo nato con l’acquisizione di Piazza Affari. A pochi mesi dal passaggio di Borsa Italiana a Euronext (il circuito paneuropeo con maggioranza francese) crescono le preoccupazioni di vedere depotenziato il business italiano nel settore. Nonostante, negli ultimi giorni il Gruppo abbia cercato di rassicurare sul ruolo di Milano come piazza finanziaria non ha accennato nulla sul rischio degli esuberi e questo ha riacceso il dibattito anche in politica.

“Non permetteremo che Euronext attui operazioni unilaterali sulla controllata Borsa italiana e sulle società del gruppo, facendo pagare ai lavoratori i propri obiettivi di profitto”. Sono le parole di Riccardo Colombani, segretario generale di First Cisl, sulle indiscrezioni secondo cui nel piano industriale che Euronext si appresta a presentare sarebbero previsti 200 esuberi (su 700) tra il personale di Borsa Italiana, passata sotto il controllo del gruppo a maggioranza francese dalla fine dello scorso aprile quando il London Stock Exchange Group plc ha accettato di vendere il 100% di London Stock Exchange Group Holdings Italia SPA (la holding che controlla il Gruppo Borsa Italiana) a Euronext per un corrispettivo di 4.325 miliardi di euro. Dando vita alla prima Piazza azionaria europea con più di 1.800 società quotate e oltre 4 miliardi di capitalizzazione.

“In pochi mesi Borsa Italiana ha dimostrato la sua centralità in Euronext realizzando da sola il 56% dei ricavi del gruppo. Eventuali tagli sono quindi del tutto ingiustificati. Oggi più che mai – ha continuato il leader dei bancari della Cisl – abbiamo bisogno di un sistema creditizio e finanziario che sia al servizio dell’economia reale, in grado di favorire il rilancio degli investimenti e dell’occupazione. Non è quindi pensabile che, in società strategiche come Borsa italiana, si possa pensare di perseguire un piano industriale che non vada in questa direzione. Vigileremo con estrema attenzione sugli sviluppi della vicenda, riservandoci di attuare tutte le misure necessarie e richiedendo anche il coinvolgimento delle istituzioni, se necessario”.

Peraltro, come ha anche osservato un anno fa il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Borsa Italiana è “un’istituzione che può svolgere un ruolo significativo nella ripartenza del Paese, nel quadro europeo di completamento del mercato dei capitali”.

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