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Borsa in rosso: la stretta Bce sugli Npl pesa sulle banche

Le nuove regole della Bce che impongono per il futuro la copertura totale degli Npl penalizzano i titoli bancari che trascinano giù Piazza Affari (-1,44%) – Forti ribassi per le ex Popolari ma anche per i big del credito – Pirelli debutta in rosso ma perde meno del Ftse Mib – Le medie imprese del Quarto capitalismo in controtendenza.

Il tonfo della Borsa di Madrid, -2,85%, contagia Milano, che chiude in calo dell‘1,44%, 22.456 punti. Solida Francoforte, +0,53%, mentre Parigi contiene le perdite allo 0,08%. Piatta Londra, -0,01%.

Soprattutto in Piazza Affari sono le banche a lasciare sul terreno le perdite maggiori, dopo l’annunciata stretta della Bce sugli Npl a partire dal 2018: Banco Bpm -5,3% e Ubi -3,76%, sono in fondo al listino, seguite da Bper -2,96%; Banca Generali -2,84%; Unipol -2,76%. Gli investitori vanno all’incasso anche su Intesa -1,68 e Unicredit -2,63%, reduci da guadagni di gran lunga superiori al 20% da inizio anno. Sottotono il ritorno di Pirelli alle contrattazioni dopo 19 mesi di assenza, -0,46%, 6,47 euro per azione, poco distante dal prezzo di collocamento. Il titolo tornerà sul Ftse Mib con la prossima revisione del listino principale, a dicembre.

Sui mercati della zona euro pesa la crisi spagnola e il perdurare dello scontro fra Catalogna e governo centrale. L’acuirsi del braccio di ferro, dagli esiti imprevedibili, accentua le vendite anche sull’obbligazionario. Lo spread fra il benchmark spagnolo e tedesco sale del 6,62% a 133.60 punti base. La situazione critica e il debito pesano d’altra parte sulla carta italiana, con il Btp 10 anni che rivede il rendimento al 2,26% e la forbice con il Bund che sale a 180.60 punti base (+2,67%). I bond recuperano un po’ nella seconda parte della seduta con il via libera del Senato alla risoluzione di maggioranza sul Def, ma è alta tensione tra governo e Mdp dopo lo strappo di ieri e le dimissioni del viceministro all’Interno Bubbico.

Intanto, in attesa che Janet Yellen parli alla conferenza bancaria organizzata dalla Federal Reserve Bank di St. Louis e mentre Mario Draghi tiene il commento di apertura all’inaugurazione del Centro Visitatori della BCE a Francoforte, Wall Street viaggia cauta, ma i tre listini principali si muovono in terreno positivo. Il Dow Jones galleggia oltre la parità e potrebbe chiudere la sesta seduta in rialzo, su nuovi massimi. Positiva Amazon, nonostante l’Unione Europea le abbia ordinato di rimborsare 250 milioni di euro di imposte al Lussemburgo,  a fronte di vantaggi fiscali ingiusti dal 2003. 

Euro in modesto rialzo sul dollaro, in zona 1,176. Petrolio altalenante anche dopo il dato Eia sulle scorte settimanali Usa migliore delle attese, Brent -0,05%, 55,75 dollari al barile. Lieve recupero per l’oro, +0,13%, 1273,391 dollari l’oncia.

In Piazza Affari sono pochi i titoli con il segno più: Luxottica +1,09%; Recordati +0,59%; Tenaris +0,08%. Piatta Campari che, a mercati chiusi, rende noto di aver siglato un accordo per la cessione del business Lemonsoda a Royal Unibrew, società produttrice di bevande con sede in Danimarca.

Notizie infine dal fronte Mps: la banca senese ha presentato alla Consob l’istanza di quotazione e ora la riammissione al listino dipende dai tempi tecnici per l’autorizzazione, che dovrebbe arrivare entro il mese di ottobre. La precisazione viene da Fabrizio Pagani, capo della segreteria tecnica del Mef.

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