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Borsa in recupero, Unicredit tira la volata

Dopo quattro sedute in rosso, Piazza Affari riprende quota e guadagna lo 0,81% – Unicredit in grande spolvero in vista della fissazione del prezzo dell’aumento di capitale – Benissimo anche Ferragamo, Stm e Leonardo – Vendite su Luxottica, Tenaris e Cnh – Brillano le piazze di Francoforte e Parigi.

Borsa in recupero, Unicredit tira la volata

Torna il sereno sui listini mondiali e anche Piazza Affari tira il fiato, chiudendo in rialzo dello 0,81%. Salvatore Ferragamo +6,63% e Unicredit +5,72% risultano le blu chip più attraenti della giornata. La prima grazie ai ricavi del quarto trimestre 2016 e alle vendite natalizie. La seconda recupera terreno, dopo le pesanti perdite delle ultime sedute. Stasera il cda comunica il prezzo delle nuove azioni per l’aumento di capitale da 13 miliardi che parte lunedì. Lo sconto sul Terp (il prezzo teorico prima dello stacco dei diritti) dovrebbe essere compreso tra il 30% e il 40%.

Gli acquisti premiano anche le altre piazze europee, in particolare Francoforte +1,08%, con Volkswagen a +1%, nonostante la notizia che la casa automobilistica si è obbligata a pagare 1,26 miliardi di dollari per risarcire circa 78 mila clienti americani proprietari di auto “falsate”. Brillante anche Parigi: +0,96%. Più fiacche Londra +0,12% e Madrid +0,17%.

Wall Street apre positiva, in attesa del comunicato della Fed, con il Nasdaq in primo piano, trascinato dal titolo Apple (+5,38% a metà giornata). Nel quarto trimestre 2016 Cupertino ha centrato il record di vendite della sua storia, grazie al debutto di Iphone7. Il dollaro oggi si rafforza e l’euro perde lo 0,42 contro il biglietto verde (1,074). 

A metà giornata però i principali listini si raffreddano, galleggiando intorno alla parità. Brent +1,8% a 56,58 dollari al barile, mentre l’oro arretra (-0,47%), ma resta sopra la soglia dei 1200 dollari l’oncia (1204,74). 

Molti i dati macro, da tutto il mondo. Il più importante per l’Europa riguarda l’indice Pmi manifatturiero di gennaio d’Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna e dell’Eurozona; ognuno di questi risulta al di sopra della soglia psicologica dei 50 punti. 

Per l’Italia il dato, pur restando positivo, è peggiore del mese precedente (53 punti, contro 53,2 di dicembre). Intanto le elezioni sembrano più vicine e il costo per assicurarsi dal default del debito sovrano (credit default swap) a 5 anni tocca i 173 punti base, massimo dal 5 dicembre, cioè dopo il referendum costituzionale e le conseguenti dimissioni di Matteo Renzi. Lo spread fra Btp decennale e Bund risulta poco mosso +0,27%, 183.60 punti, 2,32% il rendimento.

Tornando in Piazza Affari: banche tendenzialmente positive. Oltre a Unicredit si distinguono Azimut +2,59%; Bper +2,29%; Banco Bpm +1,14%; Ubi +1,99%. Anche Intesa sigla un +1,38%. “Abbiamo tempo” dice Giuseppe Guzzetti, presidente della Fondazione Cariplo, a chi gli chiede un’opinione su Generali. Il che fa supporre che non usciranno novità sull’argomento dal prossimo cda della banca, il 9 febbraio. Gli agenti Generali invece sembrano piuttosto preoccupati da questa aggregazione e dal rischio della distruzione di “un’azienda italiana fiore all’occhiello del Paese”. Quello che fa paura, sostengono in una lettera indirizzata ai vertici del Leone, è l’ipotesi “spezzatino”.

In deciso rimbalzo positivo, Leonardo +3,44% con l’ad Mauro Moretti che ieri ha ricevuto piena fiducia, nonostante la condanna per la tragedia di Viareggio. Volano Stm +3,45%, che beneficia dei risultati della cliente Apple e Brembo +3,12%. Si riprende Buzzi, +2,11%. In controtendenza Luxottica -2,03%. 

Tra le mid cap Safilo si ferma a -7,5%, penalizzata dall’accordo che Marcolin ha siglato con Lvmh con l’obiettivo di diventare il partner privilegiato del gruppo francese nel settore dell’occhialeria.

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