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Borsa, il Ftse Mib tiene anche se le grandi banche arretrano

Le Borse restano prudenti in attesa delle mosse della Fed ma il principale indice di Piazza Affari è in rialzo malgrado le vendite sui big del credito – Fineco e Banca Generali in controtendenza – Corre il petrolio

Borsa, il Ftse Mib tiene anche se le grandi banche arretrano

È ancora bonaccia sui mercati, ma l’attesa sta per finire perché questa sera Jerome Powell parlerà, dopo la riunione di politica monetaria e alzerà il velo sulle intenzioni della Fed. O forse non lo farà. A fronte di quest’incertezza, relativa soprattutto ai tempi di un tapering, vale a dire di un progressivo ritorno alla normalità dopo gli stimoli monetari messi in campo per fronteggiare l’emergenza Covid, gli investitori restano alla finestra. A tenere il mondo finanziario (e non solo) con il fiato sospeso c’è inoltre il faccia a faccia, a Villa La Grange a Ginevra, tra il presidente russo Vladimir Putin e il presidente americano Joe Biden. Tra i temi sul tavolo: il rientro degli ambasciatori, i trattati sulle armi, la cyber security, l’Ucraina e lo scambio di detenuti.

In questo scenario i listini europei chiudono misti, ma restando ai piani alti dei loro valori: Milano +0,12% (25.767 punti); Francoforte -0,14%; Parigi +0,2%; Amsterdam +0,35%; Madrid -0,33%; Londra +0,18%.

A New York è cauto l’avvio di Wall Street, che procede quasi invariata. Sono in lieviessimo calo Dow Jones e S&P500, mentre il Nasdaq è in altrettanto lievissimo progresso. Soffrono le banche, più legate ai tassi d’interesse, sono timidamente ottimisti i tecnologici. È positivo il mercato dei T-Bond, con il tasso del decennale sotto 1,5%. L’andamento farebbe pensare a una Fed ancora colomba, mentre il quadro macroeconomico racconta che la ripresa negli Usa c’è ed è forte e che l’inflazione morde più del previsto. Ieri sono arrivati da una parte l’aumento record, su base annuale, dei prezzi alla produzione, cresciuti del 6,6%, contro attese per un 6,2%, dall’altro le vendite al dettaglio diminuite dell’1,3% a 620,2 miliardi di dollari. Oggi i prezzi alle importazioni a maggio sono opra le stime (+1,1%), mentre registrano un calo del 3% i nuovi permessi edilizi, sotto le previsioni. Inoltre i contagi da coronavirus crollano grazie alla poderosa campagna vaccinale. Eppure i tempi non sono probabilmente ancora maturi per un cambio di rotta.

 “Tutti gli occhi sono davvero puntati sul tapering – dice Art Hogan, chief market strategist di National Securities a New York – la mia ipotesi è che non sarà il tema di oggi, piuttosto quello del vertice di Kansas City, Jackson Hole, di agosto, ma non si sa mai”. Il presidente della Federal Reserve, Powell, avrà occasione di parlare pubblicamente anche la prossima settimana, martedì prossimo, quando testimonierà davanti alla Camera statunitense e parlerà di ripresa economica e aiuti per l’emergenza Covid-19 davanti alla sottocommissione sulla crisi per il coronavirus, presieduta dal deputato James Clyburn. Nel comunicato diffuso dalla sottocommissione oggi si legge che, tra i punti in discussione, ci saranno anche le previsioni sul programma di acquisto di bond da parte della Fed, che per ora va avanti al passo di 120 miliardi di dollari al mese.

Sul mercato dei cambi il dollaro mostra qualche segno di nervosismo e resta vicino ai massimi di un mese. L’euro-dollaro è stabile in area 1,21. Si conferma in progresso il petrolio, con il Brent ormai vicino ad agguantare quota 75 dollari al barile (attualmente 74,75). Riprendono quota i metalli, benché la Cina abbia deciso di liberare le riserve nazionali dei principali metalli industriali nel tentativo di frenare l’aumento dei prezzi alimentato da una ripresa dell’attività economica globale. L’ente statale di stoccaggio, scrive il Wsj, ha dichiarato che intende rilasciare rame, alluminio, zinco e altre riserve nazionali in lotti nel prossimo futuro per garantire la fornitura e la stabilità dei prezzi delle materie prime sfuse.

Facendo fuoco infine su Piazza Affari, vediamo che le blue chip che mettono a segno i maggiori guadagni oggi sono nel risparmio gestito: Banca Generali +2,41%; Finecobank +2,28%: Banca Mediolanum +1,68%. I consumi energetici spingono le utility; Enel +1,65%; Italgas +1,56%, che si sveglia con un giorno di ritardo dopo il piano al 2027 presentato ieri; Terna +1,1%. Spunti su Nexi, +1,52%, che a seguito dell’annuncio del 15 novembre 2020, ha sottoscritto l’atto di fusione di Nets. Il nuovo gruppo, si legge in una nota, ‘sarà la PayTech leader in Europa per competenze distintive, per la portata della rete di distribuzione, per l’ampiezza dell’offerta e con uno spazio di mercato che si allarga fino a diventare quattro volte più grande di quello italiano’.

I titoli peggiori del giorno sono le banche: Unicredit perde il 2,03%; Banco Bpm -1,82%; Intesa -1,47%; Bper -1,39%, con l’azionista Unipol -0,8%. Mps, in controtendenza, compie un piccolissimo passo avanti, +0,08%, dopo che ieri sera ha detto di voler esplorare il possibile rafforzamento della partnership con Anima Holding (+0,99%)

È ancora negativa Ferrari, -0,86%, insieme a Exor -0,82%.

Nella moda si apprezza Tod’s, +6,48%, dopo aver toccato in seduta nuovi massimi dal 2008.

Si tinge di rosso pallido il secondario: lo spread tra decennale italiano e tedesco sale a 98 punti base (+0,91) e il tasso del Btp si ferma a +0,73%.

In un rapporto dell’Istat diffuso oggi si dice che, dopo il miglioramento registrato nel 2019, la povertà assoluta è aumentata in Italia e ha raggiunto nel 2020, sotto la spinta della pandemia, il livello più elevato dal 2005.

Intanto il ministro Daniele Franco osserva che la ripresa dell’attività economia e dell’occupazione si sta rafforzando e a fine anno sarà superiore alle prime stime. Ma “anche una crescita del 5% – sottolinea – va interpretata alla luce del fatto che abbiamo perso il 9%: è un rimbalzo, teniamolo a mente”.

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