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Borsa, Europa in rosso. Milano torna sotto quota 25.000

La diffusione dei contagi per la variante Delta e le incertezze sul tapering Usa deprimono i listini. Morgan Stanley batte le attese. A Milano sotto pressione banche e petroliferi. Greggio in calo

Borsa, Europa in rosso. Milano torna sotto quota 25.000

Il Covid fa ancora paura, la ripresa potrebbe aver toccato già il suo culmine, il pil cinese rallenta e il petrolio sbanda sulle voci di un accordo in seno all’Opec+ per aumentare la produzione. In un quadro d’incertezza gli investitori fanno cassa, le Borse sono volatili e chiudono in rosso in Europa, mentre Wall Street apre negativa, anche se il Dow Jones tenta nelle prime ore il recupero dopo la nuova audizione di Jerome Powell, questa volta in Senato. Prosegue inoltre la pubblicazioni dei dati del secondo trimestre delle società Usa. Tra le banche anche Morgan Stanley supera le previsioni con un utile trimestrale di 3,51 miliardi di dollari, in aumento del 10%. Piazza Affari scivola sotto 25 mila punti, chiudendo con una perdita giornaliera dell’1,26% e quasi tutte le blue chip in calo. Archiviano una seduta negativa anche i titoli di Stato italiani, con gli acquisti che prediligono Bund e T-Bond. Lo spread fra decennale tricolore e titolo tedesco sale così a 110 punti base (+3,64%) e il rendimento del Btp cresce a +0,73, da +0,71% di ieri.

Nel resto d’Europa Francoforte cede lo 1,04%, mentre la Germania è travolta da un maltempo eccezionale che ha provocato decine di morti; Parigi -1%; Amsterdam -0,74%; Londra -1,12%. La peggiore è Madrid, -1,49%, in una Spagna che si tinge di rosso sulla mappa settimanale del Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc) sull’incidenza del Covid, insieme a Paesi Bassi, Cipro e Malta. I contagi, con la variante Delta, continuano a crescere in Europa e da alcuni dati ufficiali emerge che il Regno Unito ha toccato il maggior aumento giornaliero dal 15 gennaio. Chiudono in perdita le grandi major petrolifere, come Royal Dutch Shell e Bp mentre il barile tratta in frazionale ribasso. Il Brent perde lo 0,4% e scambia a 74,45 dollari; la performance è analoga per il Wti, -0,4%, 72,84 dollari.

Il dollaro rialza la testa dopo le perdite della viglia e l’euro tratta in calo frazionale a 1,181, così come l’oro spot, intorno 1824,55 dollari l’oncia. Il biglietto verde si avvantaggia dei nuovi dati macro negli Usa, in particolare il calo delle richieste settimanali di sussidi alla disoccupazione, a livelli pre-pandemia, in linea con le previsioni: -26.000, per un totale di 360.000 lavoratori che per la prima volta hanno richiesto i sussidi. Si guarda inoltre al balzo dell’indice Empire State – che misura l’andamento dell’attività manifatturiera nell’area di New York – salito da 17,4 a 43 punti, il più alto livello mai registrato nella storia dell’indice. Oggi è uscita la trimestrale di Morgan Stanley, con l’utile che balza sopra le attese nel secondo trimestre: l’utile netto è pari a 3,4 miliardi di dollari, o 1,85 dollari per azione, da 3,05 miliardi di dollari, o 1,96 dollari per azione, di un anno fa.

Ieri il dollaro aveva battuto in ritirata invece dopo che il presidente della Fed Jerome Powell aveva ribadito che l’inflazione e le politiche monetarie continueranno a sostenere l’economia finché la ripresa non sarà completa. Oggi, di fronte al Senato, il banchiere centrale osserva: “L’inflazione non è moderatamente sopra il 2%, è molto al di sopra del 2% e non siamo a nostro agio con un’inflazione molto al di sopra del 2%”. Eppure “la politica monetaria resterà accomodante per un lungo periodo”. La Fed continuerà a “monitorare le minacce inflative”, ma sarebbe inappropriato reagire a un’inflazione maggiore, se solo temporanea”. Inoltre “Il debito si sta espandendo a un tasso molto superiore a quello dell’economia e questo è insostenibile, dobbiamo rimetterci in carreggiata”.

In Piazza Affari la seduta è particolarmente negativa per Buzzi -2,7%;  Nexi -2,54%; Ferrari -2,36%; Exor -2,3%; Stm -2,14%. I titoli oil peggiori sono Tenaris -1,77% e Saipem -1,76%. Sono solo tre le big cap in verde: Amplifon +1,1%; Diasorin +0,4%; Terna +0,15%. Registrano perdite le banche. Unicredit cede l’1,02%, mentre Andrea Orcel prosegue il suo lavoro per ridisegnare la banca varando la nuova Unicredit Italia, con il nostro Paese che “diventa una geografia autonoma”, al pari di Germania, Est Europa ed Europa Centrale, “a conferma dell’importanza cruciale del Paese in cui risiedono le radici, l’essenza e lo spirito da cui è nato il Gruppo Unicredit”. La nascita della divisione fa parte di una riorganizzazione che ha rivisto la prima linea di ogni area di business e geografica allo scopo di “ridurre sovrapposizioni e complessità, mantenendo funzioni di controllo e supervisione ben definite, con l’obiettivo di migliorare ulteriormente l’efficienza complessiva”.

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