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Borsa e banche sotto tiro, spread sempre più su

Mercati in fibrillazione per lo scontro nel governo sul deficit-Pil 2019 da indicare nel Documento di economia e finanza – Di Maio: “Inutile tirare a campare: o si fanno le cose o non vale la pena. Ma non chiediamo dimissioni di Tria” – Il leghista Molinari: “Se Tria non è più nel progetto, troveremo un altro ministro dell’Economia”

Borsa e banche sotto tiro, spread sempre più su

Mattinata di passione a Piazza Affari. Poco dopo l’apertura il Ftse Mib è arrivato a perdere oltre il 2%, per poi ritracciare leggermente a metà mattina (-1,59%). A pesare sull’indice principale sono soprattutto i titoli bancari, che viaggiano in fondo al listino con ribassi pesanti: Ubi Banca -3,68%, Banco Bpm -2,93%, Intesa Sanpaolo -3,47%, Unicredit -3,16%.

Negli stessi minuti, lo spread Btp-Bund è in rialzo a 244 punti base, contro i 230 della chiusura di ieri. Il tasso d’interesse sui titoli di Stato italiani con scadenza decennale si attesta al 2,95%, mentre ieri era al 2,83%.

L’alta tensione sui mercati azionari e obbligazionari dell’Italia si spiega con l’incertezza politica collegata al Documento di economia e finanza (Def), la cornice contabile alla prossima manovra di Bilancio che il Governo dovrebbe approvare oggi in Consiglio dei ministri (ma non è escluso un rinvio).

In particolare, a preoccupare gli investitori è lo scontro fra il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio, che vorrebbe spingere il deficit-Pil 2019 ben oltre il 2% per avere le risorse necessarie a finanziare il reddito di cittadinanza, e il ministro del Tesoro, Giovanni Tria, che fa resistenza in nome della stabilità dei conti.

Commenti poco distensivi arrivano anche dalla Lega: “Se Tria non è più nel progetto, troveremo un altro ministro dell’Economia”, ha detto questa mattina Riccardo Molinari, capogruppo del Carroccio alla Camera, intervenendo ad Agorà, su Rai3.

Dopo di che, parlando da Bruxelles, Di Maio ha precisato che “non c’è in programma nessuna richiesta di dimissioni” per Tria. “Oggi ci incontreremo in un vertice di maggioranza allargato, noi, la Lega, il ministro dell’Economia, Conte e i tecnici: faremo le ultime valutazioni in vista del Consiglio dei Ministri. Qui non ci si impicca su un numero o su un altro: il termine per il Def è oggi, quindi per quanto mi riguarda il CdM è oggi, non ho notizie di un rinvio. Se ci sono differenze di vedute vanno appianate, è inutile tirare a campare: o si fanno le cose o non vale la pena”.

Secondo il capo politico del Movimento 5 Stelle, quella di oggi “è una giornata importantissima. Noi vogliamo fare una manovra del popolo non che favorisce i potenti: lottare contro i potentati che hanno mangiato sulla pelle degli italiani per anni. Il superamento della legge Fornero dev’essere percepibile, la pensione e il reddito di cittadinanza devono essere una vera pensione e un vero reddito di cittadinanza. Quel che non vogliamo fare è scrivere nel Def cose non vere, a differenza del passato, quando si dava un obiettivo e poi alla fine il deficit era più alto”.

Proprio sulla questione del deficit, “avremo modo di interloquire – continua Di Maio – a me non preoccupa l’Ue, se lo dovrà fare la Francia lo faremo anche noi”. In Europa “stiamo tutti convenendo sul fatto che è superata la politica di austerity” ed è tempo di “misure espansive. È chiaro, ci sarà sempre un contraddittorio con i tecnici. Quando c’è un cambiamento così radicale a livello politico, con un governo inedito come il nostro, una parte dell’apparato rema contro”.

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