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Borsa: dopo la correzione di agosto è l’ora dei titoli difensivi, cosa succederà entro fine anno?

Nel suo podcast “Al 4° Piano” lo strategist di Kairos Alessandro Fugnoli delinea uno contesto di mercato in cui la correzione azionaria rimarrà superficiale e le borse continueranno a ricevere notizie positive. Cosa fare?

Borsa: dopo la correzione di agosto è l’ora dei titoli difensivi, cosa succederà entro fine anno?

Dopo i forti rialzi della prima parte dell’anno, ad agosto le Borse hanno vissuto l’ormai celeberrima correzione che tutti avevano previsto. Rispetto alle attese però si è trattato di un processo superficiale e non di quella inversione di tendenza di cui molti analisti avevano parlato in precedenza. Cosa fare e cosa succederà entro fine anno? Secondo Alessandro Fugnoli, Strategist di Kairos anche nei prossimi mesi le borse continueranno a risentire della concorrenza del monetario e, qualora la Federal Reserve mantenga alti i tassi ancora per alcuni trimestri, il mercato monetario continuerà a esercitare una temibile concorrenza rispetto a un azionario con valutazioni piuttosto elevate. 

“Le borse continueranno a ricevere notizie positive sui due fronti dell’inflazione e della crescita. Quanto alla recessione, per ora non se ne trova traccia né nel presente né nel futuro prevedibile”, afferma l’esperto nel suo podcast “Al 4° piano”.

La Borsa e la correzione dei titoli tecnologici

La correzione di agosto ha riguardato anche i titoli tecnologici, il cui rialzo nei mesi precedenti aveva sospinto il Nasdaq del 40% sopra il livello dell’inizio dell’anno grazie al salto di qualità dell’intelligenza artificiale che a sua volta apre nuove grandi possibilità di crescita nel software dedicato, nei data center e nei potenti semiconduttori che rendono il tutto possibile.

“Tuttavia – sottolinea Fugnoli nel suo podcast –  per quanto sia innegabile che gli ultimi mesi abbiano visto un importante balzo in avanti nell’intelligenza artificiale, i benefici concreti per le società del settore e per l’economia nel suo insieme richiederanno anni per dispiegarsi e non è prudente scontarli tutti immediatamente”. Questo il pensiero di molti dirigenti delle società del settore che infatti tra giugno e luglio “hanno esercitato quantità record di stock options personali per poter vendere le loro azioni al mercato”, fa notare lo strategist.

La Federal Reserve, i tassi e la concorrenza del mercato monetario

Fino a fine anno, secondo Fugnoli, c’è anche un altro “eccesso di ottimismo” che i mercati dovranno correggere, quello relativo ai quattro tagli dei tassi che i mercati prezzano per il 2024 e “che a nostro avviso saranno di meno”, sostiene lo strategist, spiegando che, se la Fed manterrà alti i tassi ancora per alcuni trimestri “il mercato monetario, con i suoi rendimenti elevati e sicuri, continuerà a esercitare una temibile concorrenza rispetto a un azionario con valutazioni piuttosto elevate”.

Borsa: cosa succederà entro fine anno? È l’ora dei titoli difensivi 

I listini azionari continueranno a ricevere notizie positive su inflazione e crescita. “Non si tratterà di un movimento perfettamente lineare, come dimostra la recente ripresa del prezzo del petrolio, ma nel complesso l’inflazione continuerà ad avvicinarsi all’obiettivo del 2%”. Di recessione invece non ci sarà nemmeno l’ombra.

In virtù di quanto appena detto “Disinflazione e crescita continueranno dunque a supportare le borse e correzioni come quella di agosto continueranno a essere superficiali, senza trasformarsi in inversioni di tendenza”.

Riassumendo, fino a fine anno, le borse europee e statunitensi continueranno a crescere, ma in maniera più lenta rispetto a quello visto nella prima parte dell’anno. 

“Per quanto riguarda i settori – consiglia Fugnoli – nella prossima fase saranno da considerare i titoli difensivi, fin qui trascurati dai mercati. Questi titoli offrono in questo momento un rapporto tra rischio e rendimento migliore rispetto ai ciclici e alla crescita”.

Sotto il profilo geografico, sarà Zurigo, in quanto borsa difensiva per eccellenza, il listino da tenere più in considerazione, seguito da Londra e Tokyo, “anche in considerazione del recupero che sterlina e yen potrebbero far segnare nei prossimi mesi”, conclude l’esperto.

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