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Borsa debole ma effetto Ftse Mib su Diasorin e Juve

Balzo di Diasorin e soprattutto della Juventus per l’ingresso nel listino dei 40 titoli più importanti di Piazza Affari che va meglio delle altre Borse europee ma poco sotto la parità – Spread sotto quota 280 ma Fitch abbassa le stime sulla crescita dell’Italia – Wall Street chiusa – VIDEO.

Borsa debole ma effetto Ftse Mib su Diasorin e Juve

Diasorin, Moncler, Italgas e le banche tengono a galla Piazza Affari, che chiude in lieve calo, -0,13%, 19.328 punti, una seduta molto negativa per gli altri listini europei. Contribuisce a questo risultato il calo dello spread fra il benchmark italiano e quello tedesco, che scende ai minimi da inizio ottobre a 279.30 punti base (-2,92%), con il rendimento del Btp 10 anni che si restringe al 3,07%. Merito di una certa fiducia nell’accordo fra Roma e Bruxelles sulla legge di bilancio che eviti una procedura d’infrazione, nonostante resti difficile la quadratura del cerchio fra programma di governo, spese e crescita.

Oggi Fitch taglia anche le stime del Pil dell’Italia dall’1,2% all’1% nel 2018 e dall’1,2% all’1,1% nel 2019 a causa dell'”incertezza politica domestica” e dei “timori per il commercio globale”. Una spinta all’economia tricolore potrebbe venire dalla Cassa depositi e prestiti che, nel nuovo piano industriale, mette sul piatto “200 miliardi in tre anni a supporto di imprese, infrastrutture e territorio”, oltre 110 miliardi dovrebbero essere di risorse proprie e oltre 90 miliardi di risorse aggiuntive da investitori privati e altre istituzioni territoriali, nazionali e sovranazionali. Ma il presidente dell’Acri, Giuseppe Guzzetti, come rappresentante delle fondazioni bancarie azioniste della società, ricorda: Cdp “deve avere una bussola molto chiara, il controllo dell’equilibrio economico finanziario degli investimenti”.

Si fermano in netto calo gli altri listini europei, nel giorno di chiusura straordinaria di Wall Street per i funerali di George Bush senior: Francoforte -1,19%; Parigi -1,36%; Madrid -0,57%; Londra -1,48%; Zurigo -1,62%. Prosegue una fuga dall’azionario a seguito del tonfo dei listini americani di ieri, raggelati dai dubbi sugli accordi commerciali fra Usa e Cina e dall’appiattimento nei rendimenti dei titoli di Stato.

L’avversione al rischio è proseguita oggi in Europa, nonostante i future di Wall Street in rialzo (il mercato è rimasto aperto dalle 9,30 alle 15,30 e riaprirà dalle 18 a mezzanotte, ora italiana) e dopo la nota di fiducia proveniente dalla Cina sull’incontro di Buenos Aires.

Poco mosso il cambio euro dollaro, in area 1,134. L’oro è stabile, mentre il petrolio procede lentamente (Brent 62,19 dollari al barile, +0,18%) alla vigilia dell’incontro di Vienna del cartello dei paesi produttori e loro alleati. Sull’appuntamento aleggia l’invito di Donald Trump a non procedere con i tagli alla produzione. “Si spera – scrive il presidente Usa in un tweet – che l’Opec manterrà i flussi come sono, senza restrizioni. Il mondo non vuole vedere, e non ha bisogno, di prezzi più alti del petrolio!”.

I titoli petroliferi di Piazza Affari sembrano temere scenari poco incoraggianti e chiudono in rosso a partire da Tenaris -1,89%. Nel resto del listino la big cap peggiore è Buzzi -4,2%, seguita da Stm -3,24%; Ferrari -1,88%; Prysmian -2,18%. Fiat cede l‘1,55%, anche a seguito dell’annuncio del possibile accordo tra Ford e Volkswagen che rafforzerebbe i due concorrenti.

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Gli acquisti premiano Diasorin, +3,58%, nella sua seconda seduta sul Ftse Mib al posto di Luxottica. Da inizio anno le azioni della società piemontese hanno guadagnato il 4,9 per cento. Sulla base delle raccomandazioni degli analisti raccolte da Bloomberg su 11 giudizi 3 sono positivi e 8 sono neutrali con un target price medio a 12 mesi a 87,03 euro.

Settimana in altalena per Moncler, che oggi risale del 2,01%.  Fra le banche le migliori sono Bper +1,86% e Ubi +1,75%. Nel risparmio gestito svetta Finecobank +1,44%. In leggero progresso Mediobanca, +0,21%, nel giorno del via libera dei grandi soci all’accordo di consultazione che prende il posto del patto di sindacato. L’intesa è triennale e vi aderiscono Unicredit e tutti gli altri soci del patto eccetto ovviamente quelli che hanno dato disdetta, ossia Bollorè e Italmobiliare.

Fra le società a minor capitalizzazione, Trevi scatta del 16,61%, a seguito del via libera del Cda all’offerta di Meil sulle attività petrolifere.

In spolvero la Juventus, +8,74%, da acquistare secondo Banca Imi e sostenuta in giornata dalle voci che davano il club bianconero in pole position per sostituire Diasorin fra le quattro riserve del listino principale. Le altre tre sono Amplifon, Hera e Interpump. Il giallo viene risolo in questi minuti da Borsa Italiana che a mercati chiusi dovrebbe dire il nome della sostituta. 

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