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BORSA CHIUSURA – Tim vola (+5%) e trascina Piazza Affari: il mercato scommette sull’Opa di Cdp

L’ipotesi del lancio di un’Opa di Stato su Tim che poi aggregherebbe Open Fiber infiamma il titolo che spinge anche il Ftse Mib – I nuovi dati sull’occupazione raffreddano invece Wall Street

BORSA CHIUSURA – Tim vola (+5%) e trascina Piazza Affari: il mercato scommette sull’Opa di Cdp

Un mercato del lavoro statunitense fin troppo vivace affossa Wall Street e sgasa i listini europei, che chiudono positivi, ma sotto i massimi di giornata. Il bello e buono non sempre piace: si teme infatti che Jerome Powell, alla luce di un quadro macroeconomico brillante, non abbassi i toni da falco, domani, al termine della riunione della Federal Reserve che dovrebbe concludersi con il quarto aumento dei tassi nella misura di 75 punti base.

Europa positiva, ma lontana dai massimi di giornata

A fine seduta Piazza Affari registra un incremento dello 0,63% a 22.795 punti base, ben lontano dai 23mila punti e dal balzo del 2% toccato a metà giornata e che aveva portato il listino ai massimi da Ferragosto. Novembre parte in ogni caso con il piede giusto, dopo un guadagno intorno al 10% in ottobre. Regina del giorno è Telecom, +5,15%, grazie all’appeal speculativo acceso dalla nomina di Alessio Bucci a sottosegretario, nell’ipotesi che possa favorire il progetto di Opa sulla compagnia telefonica da parte di Cdp.

Il copione della seduta è stato simile a Francoforte +0,6%, Madrid +0,48%, Amsterdam +0,4%. Il rialzo è più consistente a Parigi +0,98%, grazie al rimbalzo dei titoli del lusso favorito da indiscrezioni, non confermate, che la Cina possa rivedere le sue severe restrizioni anti Covid. Su tutte le piazze svetta Londra, +1,35% con il rally dei titoli petroliferi e minerari. Bene Bp (+1,42%), che ha più che raddoppiato i profitti a 8,5 miliardi di dollari nel terzo trimestre rispetto a un anno fa. Ieri il presidente Usa Joe Biden ha invitato le principali compagnie petrolifere a fermare i “profitti di guerra”, minacciando di colpirle con tasse più alte se non aumentano la produzione.

In parallelo sale il prezzo del greggio: il Brent guadagna il 2,14% a 94,80 dollari al barile.

Scende il prezzo del gas attorno a 121,5 euro MWh.

Riprende quota il dollaro, che perdeva in mattinata, mentre l’euro tratta in lieve calo e poco lontano dai livelli della vigilia intorno a 0,986 dollari.

Wall Street in rosso in attesa di Powell

Oltreoceano si muovono in ribasso i principali indici di Wall Street dopo un avvio intonato. Pesano le mega tech, a partire da Apple (-2%), peggiori titoli del Dow Jones.

A far cambiare umore al mercato probabilmente sono stati i dati sul lavoro di settembre: il numero delle offerte è salito a 10,72 milioni, sopra i 9,85 milioni previsti. Settembre è stato il sedicesimo mese consecutivo con oltre 10 milioni di offerte, una soglia che non era mai stata raggiunta o superata prima del giugno 2021.

Questo potrebbe mettere un po’ in crisi le speranze degli investitori su un rallentamento nella stretta monetaria da parte della Fed. Dopo l’incremento di 75 punti previsto domani, si stima un aumento di 50 punti a dicembre e due rialzi da 25 punti all’inizio del prossimo anno, per tassi al 5% al mese di marzo, come previsto anche da Goldman Sachs.

Nell’attesa delle decisioni e delle parole di Jerome Powell i prezzi dei T-Bond sono in leggero rialzo e i rendimenti in lieve calo, ma il Treasury decennale è ancora oltre il 4%.

Intanto in Europa, dopo il nuovo record dell’inflazione in ottobre (10,7%), la presidente della Bce Christine Lagarde ribadisce in un’intervista che “l’inflazione è ancora troppo alta nell’area dell’euro nel suo complesso. La scorsa settimana abbiamo deciso di aumentare i tassi di interesse per la terza volta consecutiva. E prevediamo di aumentarli ulteriormente per assicurarci che l’inflazione ritorni tempestivamente al nostro obiettivo di medio termine del 2%”. “Decideremo il percorso futuro e il ritmo dei nostri aumenti dei tassi riunione per riunione”. 

Spread in calo e rendimenti in ribasso

Chiude in verde il mercato secondario italiano dei titoli di Stato e scendono anche i rendimenti, nonostante le preoccupazioni relative all’azione delle banche centrali.

Lo spread tra Btp 10 anni e Bund di pari durata arretra a 210 punti base (-5,93%), con tassi rispettivamente a +4,26% e +2,16%.

Piazza Affari: bene oil e banche contrastate, ma vola Mps

In Piazza Affari, oltre a Telecom, brillano i titoli oil, mentre chiudono contrastati quelli finanziari.

In denaro si confermano Tenaris +2,58% ed Eni, +1,58%, quest’ultimo è stato il secondo miglior titolo in Europa nel mese di ottobre con un rialzo del 22%.

Resta in luce Campari, +1,3%, già premiata ieri dagli acquisti in scia all’annunciata acquisizione del 70% della distilleria usa e promossa a “buy” da Deutsche Bank.

Tra i titoli finanziari si apprezza Finecobank +1,21% e tra le banche la migliore è Bper +1,21%.

Fuori dal listino principale vola però Banca Monte Paschi, +4,85% dopo la chiusura dell’aumento di capitale da 2,5 miliardi, con il 93% di adesioni. Il titolo recupera parte delle recenti, pesanti perdite, anche perché le cose sono andate meglio del previsto e un trader, sentito da Reuters, osserva che l’aumento ha coinvolto investitori inaspettati “citando ad esempio Nexi”. Quest’ultima perde lo 0,93% sul FTSE Mib.

Rimbalza Moncler +1,12%, in linea con il resto del settore a livello europeo.

Chiude misto l’automtive: bene Stellantis +0,97%, ma Pirelli perde il 2,46%.

Le perse di profitto pesano su Diasorin -0,87%.

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