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Borsa 29 maggio: l’incertezza sui tassi fa salire i rendimenti dei titoli di Stato e spiazza i listini. Milano in rosso, Mps crolla

Borse europee pesanti, mentre i rendimenti sui titoli di Stato salgono a livello globale sui timori che il mancato rientro dell’inflazione spinga le banche centrali a lasciare i tassi elevati. Milano cede lo 0,88% zavorrata dal tonfo di Mps

Borsa 29 maggio: l’incertezza sui tassi fa salire i rendimenti dei titoli di Stato e spiazza i listini. Milano in rosso, Mps crolla

Borse europee in netto ribasso dopo la chiusura negativa di Tokyo stamattina e il rosso di Wall Street ieri sera, mentre aumentano i rendimenti dei titoli di Stato, con il tasso sul decennale Usa oltre la soglia del 4,5%, su livelli mai raggiunti dal 2011. 

Gli investitori temono che il mancato rientro dell’inflazione spinga le banche centrali a lasciare il costo del denaro elevato in un orizzonte più a lungo termine. Pertanto, l’inatteso miglioramento dell’indice sulla fiducia dei consumatori Usa, diffuso ieri, ha portato a un ridimensionamento delle scommesse sul primo taglio dei tassi Fed in settembre.

Nel frattempo appare ormai scontata la prima sforbiciata ai tassi da parte della Bce, che il prossimo 6 giugno dovrebbe tagliarli di 25 punti base, anche alla luce delle stime sull’inflazione europee, calate al 2,9% (dal 3% di marzo) per i prossimi 12 mesi. 

Sale l’attesa per i dati macro

Gli occhi di tutti sono già concentrati su venerdì, quando arriveranno i dati sull’inflazione  dell’intera zona euro e del Pce “core” Usa, decisivi per capire cosa accadrà nel prossimo futuro. . 

Nel frattempo, nel pomeriggio sarà diffusa in seconda lettura l’inflazione in Germania, preceduta dalle richieste di mutui negli Stati Uniti. Seguono gli indici Fed di Richmond e di Dallas e le scorte settimanali di greggio.

Stamattina l’Istat ha fatto sapere che a maggio sono emersi segnali diversificati dal clima di opinione degli operatori economici italiani, con la fiducia dei consumatori che è tornata a salire mentre l’indicatore composito per le imprese è sceso nonostante l’andamento positivo evidenziato nel manifatturiero. In particolare, l’indice di fiducia dei consumatori è salito a 96,4 dal 95,2 di aprile, contro attese a quota 96,0. L’indicatore di fiducia delle imprese è invece calato a 95,1 dal 95,8 del mese prima, sebbene il sottoindice relativo alla manifattura salga a 88,4 dall’87,7 (rivisto) di aprile, a fronte di un consensus pari a 88,1.

Non solo, secondo i dati forniti stamani da Istat, ad aprile il commercio estero italiano extra-Ue ha registrato un avanzo di 4,907 miliardi di euro rispetto al surplus di 1,239 miliardi di un anno prima, con le esportazioni in aumento. Nel mese in esame l’export è cresciuto del 12,9% su anno mentre l’import ha registrato una flessione del 3,6%.

Borse europee in rosso in attesa dei dati sull’inflazione

In questo contesto, alle 12 lo Stoxx 600 cede lo 0,6%, toccando i minimi di tre settimane, dopo aver segnato martedì la peggiore seduta in un mese. Tutti i mercati e i settori della regione sono in rosso. Piazza Affari è tra i listini peggiori, con un ribasso dello 0,88% a 34.351 punti. Andamento simile a Parigi (-0,87%), mentre Francoforte e Madrid segnano rispettivamente -0,6% e -0,5%. Amsterdam cede lo 0,26%, mentre fuori dall’Ue Londra è in ribasso dello 0,34%.

A livello settoriale, petroliferi e gas sono gli unici comparti in rialzo grazie all’aumento dei prezzi del petrolio sulle aspettative che i principali produttori confermino i tagli alla produzione durante la riunione domenica prossima. 

Sull’azionario è da evidenziare la performance del titolo della casa madre della Royal Mail, Ids che guadagna lo 0,6% dopo che la società ha accettato un’offerta formale di acquisto da parte del miliardario ceco Daniel Kretinsky per un valore di 3,57 miliardi di sterline.

In ribasso invece Delivery Hero (-3,27%): Morgan Stanley ha tagliato il rating a equal-weight da overweight. Infine il supermercato online Ocado cala del 5,5% posizionandosi in fondo all’indice Stoxx dopo che il titolo è passato dal Ftse di Londra all’indice Ftse 250 a media capitalizzazione.

A Piazza Affari crolla Mps

È Mps la maglia nera del Ftse Mib con un ribasso del 7,46%. A pesare è la notizia che la gip di Milano, Teresa De Pascale, ha chiesto l’apertura di indagini relativamente ai bilanci del 2016 e 2017, con l’ipotesi di truffa aggravata ai danni dello Stato per la ricapitalizzazione precauzionale da 5,4 miliardi che fu effettuata nel 2017. Ipotesi sulla quale però i pm avevano già chiesto l’archiviazione. 

In rosso anche le altre banche: Banco Bpm (-1,38%) Intesa Sanpaolo (-1,26%), Unicredit (-0,84%). Si salva Pop Sondrio (+0,2%)

Tra i peggiori titoli del listino ci sono anche Iveco (-2,37%), Leonardo (-2,04%) e Campari (-2,01%). Telecom Italia cede il 2% nel giorno del cda chiamato a esaminare i numeri del primo trimestre. 

Viaggiano in territorio positivo Diasorin (+0,75%), Pirelli (+0,71%) e Unipol (+0,42%). 

Fuori dal Ftse Mib le prese di beneficio colpiscono Newlat dopo il rally degli ultimi giorni innescato dall’annuncio dell’accordo per l’acquisizione del gruppo alimentare britannico Princes Limited.

Spread in ribasso, salgono i rendimenti 

Lo spread tra Btp e Bund scende a 129 punti base dai 131 della chiusura di ieri. A fare notizia è l’aumento del rendimento sul Btp decennale benchmark che sale al 3,93% dal 3,89% di ieri, in scia all’incremento dei rendimenti che si sta registrando a livello globale, con i Treasury Usa che hanno toccato i massimi da quattro settimane dopo l’inatteso miglioramento dell’indice sulla fiducia dei consumatori Usa, diffuso ieri, che si traduce in un ridimensionamento delle scommesse sul primo taglio dei tassi Fed in settembre.

Gli altri mercati

I prezzi del petrolio viaggiano in rialzo sulle aspettative che i principali produttori estendano i tagli alla produzione in occasione della riunione di domenica e che il consumo di carburante inizi a crescere con l’inizio della stagione di picco della domanda estiva. Alle 12 il Brent guadagna lo 0,85%, a 84,94 dollari il barile, mentre il Wti avanza dello 0,7% a 80,52 dollari. Rimanendo sulle materie prime, il gas si attesta a 34,1 euro al MWh (+1,68%).

Sul valutario lo yen ha toccato il livello più basso delle ultime quattro settimane nei confronti del dollaro, sulla scia dell’aumento dei rendimenti Usa, mentre l’euro si indebolisce a 1,0849 da 1,0875 della vigilia. 

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