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Bce: come cambia la strategia e perché non piace ai mercati

La Banca centrale annuncia una serie di novità nella strategia alla base della politica monetaria – Si alza l’obiettivo dell’inflazione. Lagarde: “Il 2% non è il limite massimo” – L’aria sta cambiando e le Borse se ne accorgono: pioggia di vendite in tutta Europa

Bce: come cambia la strategia e perché non piace ai mercati

I mercati vedono all’orizzonte l’inflazione e temono che la Bce, come la Fed, possa ridurre l’espansività della politica monetaria prima del previsto. Questa preoccupazione, insieme alla recrudescenza della pandemia legata alla variante delta, ha innescato l’ondata di vendite che giovedì si è abbattuta sui mercati europei. A metà giornata Piazza Affari cede il 2,6%, come Parigi e Madrid. Perdite solo leggermente più contenute a Francoforte (-2,3%).  

BCE: UN NUOVO OBIETTIVO PER L’INFLAZIONE

In realtà, la Banca centrale europea ha provato a lanciare segnali rassicuranti agli investitori. A conclusione della strategy review iniziata nel gennaio 2020, l’Eurotower ha annunciato oggi una nuova strategia che alza leggermente l’obiettivo d’inflazione nel medio periodo (cioè sui 18/24 mesi): finora il target era una quota “inferiore ma vicina” al 2%; ora la nuova formulazione parla di un obiettivo “simmetrico” al 2%.

L’aggettivo “simmetrico” significa che gli scostamenti in positivo o in negativo sono ugualmente “indesiderabili”. Tuttavia, l’istituto centrale precisa che, quando l’economia “opera vicino ai minimi dei tassi nominali”, la necessità di una politica monetaria espansiva può “anche implicare periodi transitori in cui l’inflazione è moderatamente sopra il target”. La Bce ammette quindi che l’inflazione possa superare il 2%, ma non quantifica l’entità dello scostamento ritenuta accettabile. Un obiettivo “sotto ma vicino al 2%”, ai tempi di Jean Claude Trichet sarebbe stato “qualcosa tipo un obiettivo dell’1,95%” ha riferito Lagarde in conferenza stampa ricordando l’epoca dell’ultima revisione della strategia avvenuta nel 2003.

La numero uno della Bce, Christine Lagarde, ha sottolineato che il 2% non va considerato come un tetto massimo per l’inflazione. “La caratteristica principale della nostra strategia , approvata all’unanimità dal Consiglio, è il nostro impegno a raggiungere l’obiettivo del 2% – ha aggiunto – Quando diciamo che l’approccio è simmetrico significa che reagiremo con forza per contrastare ogni deviazione significativa dall’obiettivo del 2%. Ciò può comportare un periodo transitorio in cui l’inflazione si colloca su un livello moderatamente al di sopra dell’obiettivo”. “Stiamo perseguendo la strategia della Fed di un’inflazione media del 2%? La risposta no”, ha poi precisato rispondendo ad una domanda. Un obiettivo “sotto ma vicino al 2%”, ai tempi di Jean Claude Trichet sarebbe stato “qualcosa tipo un obiettivo dell’1,95%” ha concluso Lagarde in conferenza stampa ricordando l’epoca dell’ultima revisione della strategia avvenuta nel 2003.

Di per sé, questa novità ha implicazioni positive per i mercati, perché disinnesca il legame automatico fra rialzo dei prezzi e stretta monetaria. Il fatto stesso che la Bce inizi a parlare di rialzo dell’inflazione, però, è visto dai mercati come la prova che qualcosa sta cambiando nell’aria e che l’Eurotower potrebbe iniziare a raffreddare la politica monetaria prima del previsto, anche se Lagarde ha assicurato che l’impostazione di medio periodo della politica monetaria è confermata.

LE MISURE NON CONVENZIONALI SARANNO RIUTILIZZABILI

Il nuovo target per l’inflazione non è però l’unico annuncio arrivato oggi dalla Bce. “L’insieme dei tassi d’interesse resta il principale strumento di politica monetaria”, si legge nel comunicato, ma “altri strumenti, come le indicazioni prospettiche, gli acquisti di attività e le operazioni di rifinanziamento a più lungo termine, che nell’ultimo decennio hanno contribuito a mitigare i limiti generati dal limite inferiore sui tassi di interesse nominali rimarranno parte integrante della cassetta attrezzi”.

Traduzione: una volta archiviate, le misure non convenzionali di politica monetaria usate in questi anni rimarranno comunque nella faretra della Bce, che potrà riutilizzarle in caso di necessità. Anche in questo caso, il messaggio lanciato dalla Banca centrale sembra rassicurante, ma il segnale colto dai mercati è di natura opposta: in sostanza, l’Istituto centrale conferma che siamo entrati in una nuova fase e che la prospettiva di una stretta monetaria è più concreta che in passato.

CAMBIAMENTI CLIMATICI E PREZZI DELLE CASE

Infine, il Consiglio direttivo ha annunciato altre due novità.

1) La Bce si impegna a “incorporare ulteriormente le considerazioni sui cambiamenti climatici nel suo quadro di politica monetaria”, ma solo per quanto riguarda “comunicazioni, valutazioni dei rischi, titoli collaterali e acquisti di titoli di emittenti private”. In apparenza, quindi, il parametro climatico non costituirà un requisito chiave per le operazioni di politica monetaria relative agli acquisti di titoli pubblici, che rappresentano la parte più rilevante nel bilancio della Bce.

“Il cambiamento climatico ha profonde implicazioni per la stabilità dei prezzi tramite il suo impatto sulla struttura e sulle dinamiche congiunturali dell’economia e del sistema finanziario – ha detto ancora Lagarde – Pertanto, il Consiglio direttivo si è impegnato a realizzare un ambizioso piano di azione connesso al clima. Oltre a integrare esaustivamente fattori climatici nelle proprie valutazioni di politica monetaria, il Consiglio direttivo adeguerà l’impianto operativo della politica monetaria per quanto riguarda l’informativa, la valutazione del rischio, gli acquisti di attività del settore societario e il sistema della garanzie”.

2) In futuro, nelle sue considerazioni sull’inflazione, l’istituto centrale terrà conto anche dei prezzi delle abitazioni di proprietà: all’inizio utilizzerà delle stime, ma con la prospettiva di allestire un “piano pluriennale” per integrare stabilmente questa variabile nella misura dell’inflazione.

Lagarde ha spiegato che la revisione della strategia è stata approvata all’unanimità dal Consiglio direttivo e che l’operazione sarà ripetuta nel 2025.

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