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Basket, Eurolega: Milano, con l’Efes è dentro o fuori

Davanti ad almeno 10mila tifosi, con la forte nevicata delle ultime ore ad impedire probabilmente il tutto esaurito, la squadra di Banchi dovrà tirare fuori tutto quello che ha e anche qualcosa in più.

Basket, Eurolega: Milano, con l’Efes è dentro o fuori

E’ già tempo di ultima chiamata per l’EA7 Olimpia Milano, che stasera alle 21, nel sesto turno delle Top 16, riceverà al Forum i turchi dell’Efes, con l’obbligo di trovare la prima vittoria casalinga in questa seconda fase di Eurolega e tener vive le speranze di raggiungere nuovamente i playoff, obiettivo che al momento sembra una vera e propria montagna da scalare. Davanti ad almeno 10mila tifosi, con la forte nevicata delle ultime ore ad impedire probabilmente il tutto esaurito, la squadra di Banchi dovrà tirare fuori tutto quello che ha e anche qualcosa in più, per evitare già stasera di dare virtualmente addio all’obiettivo stagionale più prestigioso, quello percui in estate si era provato a costruire un roster migliore di quello arrivato ad un passo dalle Final Four nella scorsa stagione (ma finora il campo ha detto che gran parte delle scelte non si sono rivelate azzeccate).

Una vera e propria ultima spiaggia nella quale Hackett e compagni si troveranno di fronte un avversario non certo dei più semplici, quell’Efes incontrato già 4 volte nella scorsa edizione (2 sconfitte e due vittorie, entrambe al Forum) e ben 16 volte in totale nella storia dell’Eurolega (con un record nettamente a vantaggio dei turchi). Una squadra da vent’anni stabilmente ai vertici del basket europeo, ma che in bacheca può mostrare solamente la Coppa Korac del 1996, conquistata proprio contro Milano, allora Stefanel, di papà Gentile (mentre in patria vanta 13 titoli, l’ultimo però nel 2009). Una formazione sulla carta probabilmente più forte dell’Olimpia, sicuramente più fisica (un problema che l’EA7 a questi livelli riscontra quasi contro tutti i suoi avversari, mentre in Italia è lei a sovrastarli), profondamente rinforzata nel mercato estivo, con gli arrivi dei vari Lasme, Krstic e Draper, oltre all’ex Siena Janning e all’innesto a fine dicembre di Heurtel, strappato a Vitoria e protagonista degli ultimi Mondiali con la Francia. Efes che nell’ultimo turno ha battuto nettamente in casa l’Olympiakos e al momento si trova in quarta posizione (l’ultima utile per il passaggio del girone) appaiata con gli altri turchi del Fenerbahce con un record di 3-2, mentre Milano è ferma ad una sola vittoria, quella ottenuta sul campo di Malaga (ultima ancora a zero), unico vero acuto, con il successo sul Panathinaikos nella prima fase, di questa Eurolega finora per la società meneghina.

Top 16 che sono partite ad handicap per Milano, con l’inaspettata debacle interna all’esordio con il Nizhny Novgorod (rivelazione anche di questa seconda fase e capace di portare una settimana fa la corazzata Cska ai supplementari) e seguita, detto del successo a Malaga, da altre tre sconfitte di cui una lottata in casa contro il Fenerbahce, ma le altre due inaccettabili, non certo per gli avversari (Olympiakos e Vitoria entrambe in trasferta) ma per il punteggio finale (rispettivamente -19 e -23), l’approccio e lo spirito (quasi assente), quella voglia e intensità (oltre ai canestri di Langford e Jerrells) che l’anno scorso avevano permesso per esempio la strepitosa rimonta nell’ultimo quarto della gara di regular season proprio contro l’Efes. Olimpia, quindi, già con le spalle al muro e obbligata a vincere, visto che poi nell’ultima giornata di andata andrà a far visita alla capolista Cska Mosca (che ieri ha conosciuto il primo ko in questa edizione di Eurolega sul campo dell’Olympiakos), impegno a dir poco proibitivo, e quindi arrivare al giro di boa con almeno 2 vittorie in tasca farebbe tutta la differenza del mondo, guardando anche l’equilibrio del girone (Cska e Olympiakos a comandare con 5 vittorie, poi le due turche con 3 e con il Fenerbahce impegnato in casa contro il Laboral Vitoria, spagnoli che precedono Milano con 2 vittorie, come il Nizhny Novgorod, che stasera se la vedrà sul campo dell’Unicaja Malaga).

Situazione, quindi, che al momento tiene tutti in gioco (anche Malaga), compresa Milano, a patto che stasera arrivi un risultato positivo fondamentale, che (oltre a portarla ad una sola vittoria dal quarto posto), al di là di come vada poi la partita di Mosca, permetterebbe all’Olimpia di giocarsi le sue possibilità nelle sette gare di ritorno, dove comunque sarebbe chiamata ad almeno un paio d’imprese. Una strada lunga e in salita e che inizia stasera senza il capitano Alessandro Gentile, bloccato da un problema fisico, ma che, oltre al risultato, servirà a capire una volta per tutte il reale valore di questo roster, al momento forse troppo esaltato in estate e con qualche scommessa finora non vinta, un gruppo che, se in campionato sta proseguendo la marcia senza ostacoli iniziata un anno fa, in Europa sembra ben lontano da quello che 12 mesi fa esaltava i propri tifosi anche contro gli avversari peggiori. Stasera, verso le 11, avremo già delle risposte importanti.             

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