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Banco Popolare e Bpm, utili in calo nel primo trimestre

L’andamento negativo dei meati finanziari pesa sugli utili delle due banche destinate al matrimonio – Nel caso di Bpm il risultato è tuttavia migliore delle attese – Nel caso del Banco Popolare pesa l’aumento delle coperture sulle sofferenze.

Banco Popolare e Bpm, utili in calo nel primo trimestre

Si è conclusa con esito favorevole la due diligence” sulla fusione fra Bpm e Banco Popolare. Lo hanno comunicato ieri sera gli istituti in una nota.

“Non ho dubbi sul fatto che l’operazione di fusione con Bpm si chiuda – ha dichiarato l’ad del Banco Popolare, Pier Francesco Saviotti – è l’operazione più bella che il sistema bancario abbia visto negli ultimi dieci anni. Sta seguendo il suo percorso, abbiamo finito la due diligence, la settimana prossima presentiamo il piano industriale”.

Intanto, Banco Popolare ha chiuso il primo trimestre del 2016 con una perdita netta di pertinenza della capogruppo pari a 313,6 milioni di euro, contro un utile netto di un anno fa pari a 208,8 milioni. La perdita del periodo senza Fvo è stata pari a 323,6 milioni. I ricavi sono stati di 786 milioni, in calo del 17,6% rispetto allo stesso periodo del 2015. La raccolta diretta è salita a 82,7 milioni (+0,6% da dicembre 2015) e gli impieghi a 85,5 milioni.

Al netto dell’effetto relativo all’andamento dei mercati, anche la raccolta indiretta (69,8 miliardi) avrebbe registrato un aumento rispetto a dicembre 2015, mentre è scesa dell’1,8%. La performance negativa del primo trimestre è dovuta al fatto che in vista della fusione con Bpm, la banca ha innalzato il livello di copertura dei crediti in sofferenza come richiesto dalla Bce e di conseguenza le rettifiche nette sono salite a 684 mln dai 181 di un anno fa.

L’aumento di capitale da un miliardo del Banco Popolare sarà realizzato “tutto con diritto di opzione” anche perché “abbiamo ritenuto opportuno chiudere velocemente, mentre se avessimo deciso di splittarlo in due avremmo dovuto fare una parte subito e un’altra magari a metà settembre – ha aggiunto Saviotti -. Abbiamo pensato di provare a fare tutto subito e il nostro intendimento, se riusciremo a soddisfare tutte le richieste della Consob sulla documentazione necessaria, è che dovrebbe realizzarsi entro la fine di maggio, primissimi giorni di giugno”.

Quanto a Bpm, ha chiuso il primo trimestre con un utile netto in calo del 28,5% a 48,3 milioni di euro, ma sopra il consensus degli analisti. Il risultato riflette il minor contributo delle attività finanziarie che hanno registrato un calo del 77% a 13,5 milioni. Il margine di interesse ha mostrato un progresso del 5,3% a 206,5 milioni e le commissioni nette un progresso del 2% a 151,3 milioni.

Complessivamente, quindi, la banca ha registrato proventi operativi in calo dell’8,6% a 389,1 milioni. Crescono anche gli oneri operativi: +3,2% a 252,4 milioni dove ha pesato anche il contributo al single resolution fund. Sul fronte della qualità del credito, i crediti deteriorati netti sono calati del 2,2% a 3,6 miliardi (-0,2% sul trimestre precedente).

I crediti deteriorati netti evidenziano inoltre una riduzione dell’incidenza sugli impieghi al 10,6% rispetto all’11,3% di marzo 2015 e una sostanziale stabilità rispetto a fine 2015. Il grado complessivo di copertura delle attività deteriorate si attesta al 40,1%, in crescita di 50 punti base da fine 2015 e di 180 punti base rispetto a marzo 2015. Per quanto riguarda la solidità patrimoniale, il Cet1 si attesta all’11,64% e al 12,32% a livello fully phased.

I risultati di Bpm sono risultati leggermente superiori rispetto al consensus Bloomberg che indicava un utile netto di 47,8 milioni. L’istituto sottolinea come nel primo trimestre sia proseguito il trend positivo dei volumi con un +4,9% di impieghi alla clientela a 34,2 miliardi. La raccolta diretta si è attestata a 37,3 miliardi in lieve flessione (-0,8%) rispetto a fine 2015. “La riduzione trimestrale – spiega Bpm – è dovuta alla diminuzione dei titoli retail e istituzionali, mentre si conferma la dinamica positiva della raccolta a vista”.

La raccolta indiretta da clientela si è attestata a 33 miliardi e registra una flessione del 3,1% rispetto a fine 2015 e del 5,3% sullo stesso periodo dello scorso anno. Tale andamento è dovuto principalmente alla buona performance del risparmio gestito (-0,2% sul trimestre precedente a 20,8 miliardi) mentre la volatilità del mercato si è fatto sentire sull’andamento del risparmio amministrato (-7,6% a 12,2 miliardi).

Sul fronte della qualità del credito, Bpm evidenzia la flessione del 37,4% dei flussi lordi di ingresso a posizioni in sofferenza rispetto allo scorso anno. Per quanto riguarda i crediti deteriorati netti, il calo è del 2,2% a 3,6 miliardi. All’aumento delle sofferenze del 3,6%, infatti, hanno fatto da contraltare la riduzione delle inadempienze probabili (-2,5%) e delle esposizioni scadute (-31,1%). La posizione di liquidità del gruppo si conferma robusta, con un importante ammontare di attività stanziabili libere pari a 5,6 miliardi e un saldo netto di liquidità spot pari a circa l’11,1% del totale attivo

Quanto alle attese per il 2016, la banca sottolinea come nei prossimi mesi l’istituto sarà impegnato “nelle attività che si renderanno necessarie e opportune nello sviluppo del progetto” di integrazione con il Banco Popolare. Quanto alla gestione operativa della banca, l’istituto “dovrebbe confermare, soprattutto nel comparto corporate, un aumento dei volumi, nonostante l’accresciuta pressione competitiva”, spiega Bpm. “Sul fronte della raccolta, è prevista proseguire la ricomposizione verso forme a vista in sostituzione delle passività a scadenza e un maggiore ricorso alle Tltro, con una conseguente contrazione di costo che contribuirà a contenere l’erosione della forbice tra tassi attivi e passivi”.

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