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Banco Bpm: volano utile e margine d’interesse, ai soci 1,25 miliardi di dividendi in 2 anni

Banco Bpm ha alzato la guidance su utile e margine d’interesse. Castagna. “Fiducioso di poter aumentare la politica di remunerazione dei soci”. Prosegue l’integrazione delle assicurazioni e della monetica

Banco Bpm: volano utile e margine d’interesse, ai soci 1,25 miliardi di dividendi in 2 anni

Trimestre da incorniciare per Banco Bpm che nel tardo pomeriggio di lunedì 8 maggio ha pubblicato i conti dei primi tre mesi del 2023, chiusi con i principali parametri economico-finanziari in rialzo, e ha alzato i target, promettendo ai soci 1,25 miliardi di dividendi in due anni.

La trimestrale di Banco Bpm

Banco Bpm ha chiuso i primi tre mesi del 2023 con un utile netto di 265 milioni, in crescita del 49,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e al di sopra dei 230 milioni previsti dal consensus di mercato. I proventi operativi hanno registrato un rialzo del 5,4% a 1,25 miliardi, trainati dal boom del margine di interesse, salito del 45,2% a 743 milioni. Le commissioni sono rimaste sostanzialmente stabili (-0,3%) a 479 milioni. 

Gli oneri operativi sono aumentati  del 2,5% a 640 milioni, per un rapporto cost/income sceso al 51,2%. 

Sul fronte della solidità patrimoniale il coefficiente Cet 1 è pari al 14,15% considerando la prevista applicazione del Danish Compromise e il buffer complessivo rispetto ai minimi regolamentari è di 544 punti base. 

Per quanto riguarda gli aggregati patrimoniali la raccolta diretta bancaria è pari a 123,2 miliardi (-0,2% da fine 2022), mentre quella indiretta è salita del 4,6% a 95,6 miliardi. Gli impieghi netti verso la clientela ammontano a 107,8 miliardi (-1,5%), con nuove erogazioni a famiglie e imprese nel trimestre per 5,2 miliardi. Le esposizioni nette deteriorate sono pari a 2,3 miliardi. L‘incidenza al lordo delle rettifiche è del 4,2% contro il 5,5% del marzo 2022.

Proseguendo nell’analisi del conto economico, le rettifiche nette su crediti si sono attestate a 137,5 milioni, in calo del 9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e del 25,6% dal quarto trimestre 2022. Il costo del credito è così pari a 51 punti base, “che rappresenta il livello più basso registrato da Banco Bpm a partire dalla nascita nel 2017”, sottolinea l’istituto che ricorda di aver ricevuto nel mese di marzo il riconoscimento da parte della Bce dello status di conglomerato finanziario, “che costituiva la pre-condizione per poter accedere ai benefici del trattamento prudenziale dell’investimento partecipativo  nelle assicurazioni “derivanti dall’applicazione del cosiddetto Danish Compromise, in corso di valutazione da parte delle competenti Autorità”. 

Assicurazioni e monetica

Continua “il processo di integrazione del business assicurativo avviato lo scorso esercizio con l’acquisizione del controllo delle compagnie Banco Bpm Vita e Banco Bpm Assicurazioni e con il perfezionamento di un accordo con Credit Agricole Assurances per l’avvio di una partnership commerciale nel settore danni/protezione”.

Dopo la fine del trimestre, inoltre, l’istituto ha avviato il progetto di valorizzazione del business della monetica, “tramite lo sviluppo di una potenziale partnership con un primario operatore di mercato, che avrà ad oggetto sia il merchant acquiring e gestione dei Pos sia l’issuing e la distribuzione di carte di pagamento’, per cui si attende una valorizzazione oltre i 2 miliardi. Il term sheet sarà firmato entro giugno, ha detto l’Ad Giuseppe Castagna nel corso della conference call sui conti del primo trimestre.

Ai soci 1,25 miliardi di dividendi in 2 anni. Castagna: “Con nuovo piano possibile nuovo aumento”

Banco Bpm prevede la distribuzione di dividendi per 1,25 miliardi nei prossimi due anni, “il doppio rispetto al biennio 2021-2022”.

I risultati ottenuti e la solidità di Banco Bpm “lasciano spazio per un ulteriore incremento della remunerazione degli azionisti, su cui potremo dare maggiori dettagli con la presentazione del nuovo piano 2023-2025”, ha annunciato il Ceo Giuseppe Castagna nel corso della conference call sui conti del primo trimestre.

Banco Bpm pensa di chiudere il 2024 con un coefficiente Cet 1 oltre il 14% e quindi con un capitale in eccesso tale da poter valutare “un ulteriore aumento della remunerazione degli azionisti”, ha chiarito il manager, aggiungendo che “Crediamo che sia il momento di andare oltre nella remunerazione dei soci”. Castagna ha inoltre spiegato che l’istituto valuterà anche diverse soluzioni tra cui un aumento del payout o un buyback, informando il mercato delle sue decisioni tramite l’aggiornamento del piano strategico. “Sono molto fiducioso di aumentare la politica di remunerazione dei soci”, ha ribadito Castagna, ricordando che “i progetti in essere nella bancassurance e nella monetica porteranno capitale e aumenteranno la nostra redditività”. “Non pensiamo ci sia alcuna possibilità di M&A che possa darci la stessa remunerazione”, ha concluso.

Banco Bpm alza guidance su utile e margine d’interesse

Banco Bpm ha alzato il target di utile 2023 a 1,1 miliardi, pari un utile per azione di 0,75 euro rispetto alla guidance precedente di 0,6 euro. Nel 2024, poi, si prevede che l’utile salga ancora a 1,4 miliardi, “raddoppiato rispetto al 2022”, con un utile per azione di 0,9 euro. Il trend di crescita, sottolinea l’istituto, “supera significativamente sia la traiettoria di redditività che i target complessivamente delineati nel Piano Strategico, che sarà quindi aggiornato entro fine 2023”.

Alzata anche la guidance sul margine di interesse, portato a “oltre i 3 miliardi nel 2023 rispetto all’obiettivo precedente di 2,7 miliardi, comunicato a febbraio”, ha annunciato l’’ad. L’attuale stima è basata su un Euribor al valore attuale del 3,3% mentre la precedente lo vedeva al 2,5%.

Npl: previste cessioni per altri 700 milioni entro il 2024

“Nell’ambito della strategia di gestione dei crediti deteriorati sono state previste ulteriori cessioni in arco piano di oltre 700 milioni, con un evidente beneficio sullo stock di crediti deteriorati lordi e sugli indicatori della qualita’ del credito”, ha fatto sapere la banca, precisando che “gli impatti economici previsti a fronte del suddetto ammontare di cessioni sono gia’ stati considerati in sede di valutazione dei crediti”’.

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