Condividi

Banco Bpm, utile boom nel primo semestre: +68%

Conti migliori delle attese per il terzo gruppo bancario nei primi sei mesi dell’anno: l’utile sfiora i 600 milioni di euro – Impieghi a quota 105 miliardi, lo stock di crediti deteriorati in picchiata a 6,2 miliardi.

Banco Bpm, utile boom nel primo semestre: +68%

Si chiudono con una crescita particolarmente accentuata dell’utile netto i conti del primo semestre 2019 di Banco Bpm, pubblicati martedì 6 agosto a mercati chiusi. La banca nata dalla fusione tra Popolare di Milano e Banco Popolare, diventata il terzo polo creditizio italiano per dimensioni, registra nei primi sei mesi di quest’anno un +68%, con l’utile netto che passa da 352 a 593 milioni di euro. Particolarmente marcato l’aumento nel secondo trimestre, quello appena concluso, con il dato che è salito quasi del 200% balzando dai 150 milioni del primo trimestre ai 442 del periodo aprile-giugno.

Nel semestre 2019, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, il margine d’interesse è sceso da 1,18 miliardi a 1,02, mentre le commissioni nette sono calate del 5% da 935 a 888 milioni di euro. Gli impieghi sono sopra i 100 miliardi, a 105,1 (+3%), e la raccolta diretta da clientela sale a 105,2 miliardi (101,5 miliardi a fine dicembre 2018): nel semestre si conferma la tendenza alla crescita della raccolta “core” conti correnti e depositi (+4,5 miliardi rispetto a fine esercizio) e alla flessione delle forme di raccolta più onerose (-0,5 miliardi per le obbligazioni). La raccolta indiretta a clientela ammonta a 89,1 miliardi (rispetto a 86,6 miliardi al 31 dicembre 2018), in crescita del 2,8%, di cui 56,7 miliardi di risparmio gestito e 32,4 miliardi di risparmio amministrato.

“La gestione del primo semestre dell’esercizio 2019 – spiega una nota di Banco Bpm -, ancorché caratterizzata dalla prosecuzione delle azioni di derisking e di riorganizzazione delle attività del gruppo in linea con il piano industriale, nonché sulla realizzazione delle operazioni di capital management già annunciate al mercato, si è maggiormente focalizzata sullo sviluppo dell’attività commerciale dopo l’importante riorganizzazione della rete e la chiusura delle filiali che hanno caratterizzato lo scorso esercizio”. Lo stock di crediti deteriorati è sceso a 6,2 miliardi: -8% rispetto a fine 2018, -35% rispetto a un anno fa, quando era pari a quasi 10 miliardi. Le spese per il personale sono diminuite del 4% a 879 milioni.

Commenta