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Banco Bpm sta pensando di vendere il leasing. Crediti per 400 milioni

Lo stock sarebbe composto principalmente da crediti non performing. L’obbiettivo è di migliorare ulteriormente la qualità dell’attivo

Banco Bpm sta pensando di vendere il leasing. Crediti per 400 milioni

Bpm potrebbe essere pronto a vendere il settore leasing e sta cercando un advisor finanziario per valorizzare il portafoglio e migliorare ulteriormente la qualità dell’attivo. Lo riporta MF. L’istituto di credito, dopo essersi alleato con il gruppo Fsi di Maurizio Tamagnini e ridefinito la strategia nel settore dei pagamenti, ora starebbe per preparare un’altra operazione straordinaria.
L’istituto di piazza Meda, secondo quanto riporta il giornale, potrebbe mettere sul mercato un portafoglio di impieghi dal valore nominale di circa 400 milioni. Lo stock sarebbe composto principalmente da crediti non performing, anche se la composizione esatta è ancora in fase di definizione.

Al momento il Bpm è ancora nella fase di istruttoria: vuole sondare i potenziali compratori e valutare poi se procedere alla cessione in base alle offerte ricevute. Negli ultimi anni il gruppo guidato da Giuseppe Castagna è stato molto attento alle attività di de-risking. In questo processo è rientrata sia l’alleanza con Gardant nella gestione sia una serie di cessioni di portafogli che hanno fatto gradualmente diminuire lo stock di crediti deteriorati, migliorando la qualità dell’attivo.

Esposizioni deteriorate in calo

Al 30 settembre l’incidenza delle esposizioni deteriorate rispetto al totale degli impieghi al lordo delle rettifiche era al 3,2%, in calo rispetto al 3,8% di inizio 2023 e al 3,9% dello stesso periodo dell’anno precedente, ricorda MF. Dal dicembre del 2016 al settembre scorso il Banco ha ridotto lo stock di non performing exposure lordi (Npe) da 30 a 3,9 miliardi con una conseguente riduzione di npe ratio e costo del rischio rispettivamente da 24,1% a 3,5% e da 268 a 47 punti base. Guardando invece il percorso degli ultimi quattro anni il portafoglio creditizio della banca presenta caratteristiche e qualità migliori rispetto al passato: dal 2019 al settembre scorso i crediti con garanzia pubblica sono cresciuti dal 6% al 30% sul totale delle esposizioni verso imprese e l’incidenza di finanziamenti verso controparti a rischio basso o medio è aumentata dal 67 al 77%.

Obiettivo: ridurre il Npe al 3% nel 2026

L’obiettivo del piano industriale presentato a dicembre è ridurre ulteriormente il npe ratio a circa il 3% nel 2026, raggiungendo un costo del rischio di 45 punti base. Per tagliare questo traguardo la banca azionerà una serie di iniziative tra cui una maggiore focalizzazione delle politiche creditizie, l’ulteriore specializzazione delle strategie di gestione delle posizioni ad alto rischio, l’evoluzione della piattaforma operativa di gestione del credito e il completamento del processo di gestione attiva degli npe.

Nel frattempo il prossimo 8 febbraio il board del Banco approverà i risultati 2023 che, come per gran parte del sistema creditizio, dovrebbero essere in crescita. Secondo i dati di consensus di Bloomberg, il conto economico dovrebbe registrare ricavi per 5,29 miliardi rispetto ai 4,7 miliardi dell’esercizio precedente, mentre l’ebit salirà da 2,17 a 2,7 miliardi. I profitti sono previsti a 1,16 miliardi rispetto ai 703 milioni del 2022. Come accaduto alla maggior parte degli istituti di credito italiani, anche Banco Bpm ha registrato un forte sprint delle azioni, che sono salite del 22,30% negli ultimi 12 mesi.

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