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Banche, Tria con Draghi: “Tempi maturi per condivisione rischi”

Il ministro dell’Economia, all’assemblea Abi, precisa però che l’Italia non è disposta a accogliere strumenti “a qualunque prezzo”. Per i salvataggi degli Stati, riguardo alla riforma dell’Esm in un Fondo monetario servirà “una governance bilanciata”. Da Visco un monito sulle riforme: “Italia più vulnerabile di 10 anni fa”

Banche, Tria con Draghi: “Tempi maturi per condivisione rischi”

I tempi “sono maturi” per arrivare nell’Eurozona “a una condivisione dei rischi. Il nostro Paese e il suo sistema bancario hanno ridotto i rischi settoriali e l’Italia richiede strumenti di condivisione del rischio, ma non a qualunque prezzo”. Lo ha assicurato Giovanni Tria, numero uno del Tesoro, intervenendo martedì all’assemblea annuale dell’Abi. Il riferimento è al completamento dell’unione bancaria attraverso la garanzia comune sui depositi, argomento di cui aveva parlato ieri anche il presidente della Bce, Mario Draghi, in audizione all’Europarlamento.

Per quanto riguarda l’evoluzione dell’Esm in un Fondo monetario europeo con compiti di sorveglianza fiscale e di gestione di procedure di ristrutturazione del debito sovrano, il ministro dell’Economia ha aggiunto che l’Italia non è contraria, ma alcuni interventi prospettati “inciderebbero profondamente” sul livello istituzionale determinando “sovrapposizioni e ripercussioni negative sui mercati finanziari, anche perché questi interventi non sarebbero compensati da corrispondenti progressi sul versante della condivisione dei rischi”.

Perciò secondo Tria, le proposte di trasformazione dell’Esm devono essere valutate nel quadro di un approfondimento sulle funzioni e sugli strumenti di cui sarà dotato, con l’obiettivo di addivenire ad una “governance sufficientemente bilanciata”.

IL GOVERNO PUNTA AL TAGLIO DELLE IMPOSTE INDIRETTE

Sul fronte interno, Tria ha detto che il Governo punta alla riduzione “delle imposte dirette con obiettivo di ridurre il carico fiscale a famiglie e imprese”. Il ministro dell’Economia ha poi sottolineato che “il Paese, seppure a ritmi non del tutto soddisfacenti (siamo un punto sotto la media europea) presenta tassi di crescita positivi e gli ultimi dati sono positivi sull’occupazione”, ma esiste comunque “il rischio di una moderata revisione a ribasso delle stime di crescita”.

I motivi principali, ha detto il ministro, “sono da rintracciare della riduzione delle esportazioni, il rallentamento dei consumi in paesi come gli Stati Uniti appare come una delle cause principali. La minore esportazione dei beni strumentali è coerente con la riduzione degli investimenti”.

I RISCHI DI UNA GUERRA COMMERCIALE

Tutto questo, secondo Tria, dimostra che “il libero commercio internazionale è fondamentale affinché la crescita della nostra economia continui. Siamo esposti, ed è nel nostro interesse operare affinché non si arrivi a una guerra commerciale globale. L’imposizione di dazi da parte degli Stati Uniti e le ulteriori misure protezionistiche successivamente varate da Stati Uniti e Cina – ha detto – preoccupano le imprese che possono portare revisioni a ribasso dei programmi di investimenti. Desta inoltre forte preoccupazione il possibile ulteriore allargamento di misure protezionistiche degli Stati Uniti sull’industria dell’auto europea. L’Italia è un grande paese esportatore”.

LE DIRETTRICI DELL’AZIONE DI GOVERNO

Per quanto riguarda le direttrici fondamentali per l’azione del Governo nei prossimi mesi, sono tre: una riforma fiscale che avvantaggi soprattutto i redditi bassi, interventi a favore dell’inclusione sociale con particolare enfasi sulla povertà e sul mercato del lavoro, il rilancio degli investimenti pubblici rimuovendo anche ostacoli burocratici. Il tutto, ha sottolineato Tria, evitando però “qualunque inversione di tendenza nel saldo strutturale”.

VISCO: SIAMO PIÙ DEBOLI DI 10 ANNI FA

Di diverso segno l’intervento di Ignazio Visco, che vede un paese più fragile di quello colpito 10 anni fa dal ciclone finanziario. Secondo il governatore della Banca d’Italia, che ha parlato dallo stesso palco di Tria, le riforme hanno “perso slancio per i timori sui costi, spesso immediati, e i dubbi sui benefici, che maturano gradualmente e con tempi relativamente lunghi. In queste condizioni, davanti a una nuova crisi saremmo oggi molto più vulnerabili di quanto lo eravamo dieci anni fa”.

Questo però non significa che si debba abbandonare la prudenza sul controllo della spesa pubblica: “Politiche di sostegno della domanda – ha aggiunto Visco – vanno dosate con cura, ponendo attenzione all’equilibrio dei conti pubblici e alla necessità di tenere sotto controllo la dinamica del rapporto tra debito e prodotto. Sarebbe rischioso basarsi solo su di esse nel tentativo di uscire dalla trappola della bassa crescita in cui l’Italia si trova da lungo tempo e di tornare su un sentiero di sviluppo duraturo e sostenuto”.

VISCO: RAFFORZARE SISTEMA BANCARIO, LA RIFORMA DELLE POPOLARI VA PORTATA A COMPIMENTO

Quanto alle riforme da mettere in campo, secondo il Governatore è necessario “proseguire l’impegno a rafforzare il sistema bancario, soprattutto nella componente degli istituti di minore dimensione, e a rimuovere i freni strutturali alla crescita potenziale dell’economia. Un sistema in grado di erogare credito in modo sano ed efficiente, anche in fasi congiunturali avverse, ha bisogno che siano rimossi gli svantaggi competitivi ancora esistenti. Vanno in questa direzione gli interventi avviati, volti a migliorare l’efficienza delle procedure giudiziarie e amministrative; non ci si deve fermare”.

Non solo: Visco ha rimarcato anche che “la riforma delle banche popolari va portata a compimento, così da consentire alle rimanenti popolari di dimensione rilevante di conseguire i necessari miglioramenti in termini di trasparenza degli assetti di governance, di capacità di ricorso al mercato, di possibilità di partecipare a processi di aggregazione”.

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