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Banche, risarcimenti a rischio e commissione tra veleni

Il decreto sui risarcimenti dei risparmiatori truffati rischia di non superare l’esame di Bruxelles, mentre la nuova commissione bicamerale sulle banche nasce tra furiose polemiche

Banche, risarcimenti a rischio e commissione tra veleni

I rimborsi ai risparmiatori truffati dalle banche rischiano d’incappare nel veto di Bruxelles. Martedì sera il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, con i vice Luigi Di Maio e Matteo Salvini e il ministro dell’Economia Giovanni Tria, ha dato gli ultimi ritocchi al decreto attuativo per il fondo di ristoro istituito con la legge di Bilancio: un miliardo e mezzo di euro a carico dei fondi dormienti delle banche.

Fonti di Palazzo Chigi assicurano che i rimborsi non saranno considerati aiuti di Stato dall’Ue. Le opposizioni però mettono in dubbio questa certezza, in primo luogo perché non c’è ancora una data di pubblicazione del decreto, e soprattutto perché non si capisce se e come sia stato superato il problema della mancanza di un arbitro terzo per accertare la frode ai danni del risparmiatore, condizione posta come un obbligo dalla Ue.

Sembra che il governo voglia inserire tra i componenti della commissione di nove membri istituita al Mef, che dovrà valutare le domande di indennizzo, “persone che lavorano negli enti”, compresi alcuni funzionari della Consob. Non è detto però che il tentativo vada a buon fine.

In teoria, una procedura europea potrebbe scattare se il decreto prevedesse un rimborso automatico e non legato al misselling, cioè alla vendita fraudolenta di prodotti finanziari ai risparmiatori.

Per evitare il problema, l’Esecutivo potrebbe puntare sulla documentazione sul misselling raccolta dai tribunali e dalla prima commissione banche. Commissione chiamata in causa dal sottosegretario pentastellato Alessio Villarosa, che ha pubblicato su Facebook questo post:

Parole che fanno indignare i due ex vicepresidenti: “Gli unici problemi li ha creati lui – replica Renato Brunetta – io ricordo quella commissione come un impegno enorme e un grande lavoro istruttorio”.

“Trovo gravissimo che Villarosa non tenga conto del diverso ruolo del Parlamento – dice Mauro Maria Marino, vicepresidente commissione Finanze del Senato – Chiedo un intervento immediato dei presidenti di Senato e Camera perché si tratta di un’inaccettabile volgarità istituzionale”.

Intanto arrivano proteste anche dalle associazioni dei risparmiatori: “Abbiamo cercato in tutti i modi di far capire che la norma che dà la possibilità di indennizzare anche chi ha acquistato le azioni dopo la liquidazione è ingiusta, perché premia gli speculatori e sottrae risorse ai veri truffati”, dice Patrizio Miatello, presidente dell’associazione Ezzelino III da Onara.

Secondo Barbara Venuti, vicepresidente di Consumatori attivi, “non è possibile che non sia prevista la rivalutazione del prezzo delle azioni. I vecchi azionisti non riceveranno nulla, probabilmente non presenteranno neanche domanda”.

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