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Banche, oltre un secolo di associazionismo iniziato dalle Popolari

L’Abi ha appena festeggiato i suoi primi cent’anni ma l’associazionismo bancario cominciò ancora prima con le Casse rurali e le Casse di risparmio e, prima tra tutte, con l’associazione delle banche popolari nel 1876

Banche, oltre un secolo di associazionismo iniziato dalle Popolari

L’Assemblea dell’Associazione Bancaria Italiana aveva, quest’anno, un “sapore” del tutto particolare. Non soltanto l’occasione per fare il punto, come avviene ogni anno, sulla situazione del sistema creditizio italiano ma anche la celebrazione dei cento anni della stessa Associazione nata a Milano, appunto nel 1919. Di qui la scelta di tenere l’assemblea – non a Roma come tradizionalmente avviene – ma a Milano nello storico Palazzo Mezzanotte in Piazza Affari all’autorevole presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. E’ il 13 aprile del 1919 quando i rappresentanti di 53 banche, pur conservando ciascuna una propria fisionomia e struttura individuale, decidono di associarsi nella convinzione – rilevatasi subito efficace e ancora oggi vincente – che collaborare non avrebbe potuto che produrre benefici sia alle singole banche che al sistema bancario nel suo complesso.

La nascita dell’Abi nel 1919 non fu un fatto né isolato né nuovo. L’associazionismo economico in Italia nasce e si sviluppa già nella seconda metà dell’800 come una vera e propria corrente di pensiero la quale vede nella costituzione di libere associazioni o comunità armoniose, basate sullo spirito di cooperazione, un temperamento e un correttivo del principio della libera concorrenza, con la finalità di riformare e rendere migliore la società. Già nel 1909, sempre in Italia e sempre con lo stesso spirito, era stata fondata Confindustria, la Confederazione generale dell’industria che ha accompagnato e accompagna ancora i mutamenti della società e dell’economia del Paese. In ambito bancario, la nascita dell’Abi può essere considerato un punto di arrivo che era stato anticipato, andando a ritroso, dalla costituzione delle associazioni delle Casse Rurali e Artigiane nel 1915, delle Casse di Risparmio nel 1911 e, prima ancora nel 1876, quella delle Banche Popolari. La prima attività dell’Abi si sviluppa, infatti, in stretta collaborazione con queste tre associazioni già esistenti e operanti per collocarsi, poi a un livello diverso – più generale con ben altre responsabilità sul settore creditizio – arrivando a rappresentare la sintesi delle professioni indipendenti e delle specificità delle singole categorie che continuarono – e continuano ancora oggi – a essere distinte e autonome.

E’, dunque, una storia molto lunga quella dell’associazionismo bancario italiano la cui nascita si può datare 10 agosto 1876, quando, a Milano, nasce l’Associazione nazionale fra le Banche Popolari, che è la prima associazione nazionale italiana non solo tra banche ma, più generalmente, tra imprese. “Stringere i diversi sodalizi di credito popolare in un consorzio, il quale miri al loro reciproco perfezionamento e vegli alla tutela dei comuni interessi” è lo scopo di Luigi

Luzzatti che, insieme a sette presidenti di altrettante banche popolari italiane, firma l’atto costitutivo. Ventidue le prime associate che qualche mese prima avevano costituito un comitato promotore guidato proprio da Luzzatti, presidente onorario in numerosi istituti, statista, giurista ed economista protagonista dell’Italia post-risorgimentale. Le prime Banche Popolari si erano costituite fin dal 1864 nel nord d’Italia; ebbero una rapida diffusione arrivando a essere più di 100 nel 1872 e più di 200 nel 1882, per diffondersi, successivamente, anche in altre regioni del Paese, e raggiungere, all’inizio del Novecento prima ancora della nascita dell’Abi, il numero di 700. Banche cooperative di piccole dimensioni, rivolte ai bisogni del commercio e dell’industria di piccole e medie dimensioni e delle famiglie, guidate dai principi di cooperazione, localismo, solidarietà e sussidiarietà, con il compito di dover supplire alle gravi carenze del sistema bancario del Paese.

La fase che sta attraversando il sistema bancario italiano ed europeo è particolarmente delicata. Il mondo, soprattutto dopo la drammatica crisi economica di inizio millennio, è molto cambiato rispetto a come era tra ‘800 e ‘900 quando sono nate le diverse associazioni bancarie. Tante le trasformazioni soprattutto sul piano tecnologico e su quello del mercato finanziario. Si tratta di cambiamenti così profondi che mostrano, ogni giorno, quanto le forze attive del tessuto economico, le potenzialità di crescita economica e sociale, le speranze per un futuro migliore, hanno la necessità di forti strutture che sappiano sostenere i protagonisti della vita economica attraverso supporto ed analisi in materia economico-finanziaria, giuridica, tributaria, sociale e tecnica, inerente l’ordinamento e l’esercizio dell’attività bancaria, sempre e comunque, nella comune finalità di una crescita finalizzata alla libertà dell’individuo e delle comunità. La lunga storia dell’associazionismo italiano, iniziata grazie al Credito Popolare 143 anni fa, è parte importante della storia dell’Italia, una storia che oggi, più che in passato, è da valorizzare e far conoscere prima agli italiani e poi in tutto il mondo.

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