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Banche, allarme Bce: “Nuovo credit crunch nel IV trimestre”

Nell’ultimo bollettino, la Banca centrale scrive inoltre che il Covid ha causato “la più marcata contrazione dell’occupazione mai registrata” – Lagarde: “Possiamo adeguare le nostre armi: Pepp e Tltro”

Banche, allarme Bce: “Nuovo credit crunch nel IV trimestre”

Nel terzo trimestre, le banche dell’Eurozona hanno inasprito i criteri di selezione delle imprese e delle famiglie a cui concedere prestiti. La ragione principale dell’irrigidimento è stata una maggiore percezione del rischio, che è destinata ad aumentare ulteriormente fra ottobre e dicembre. Per questo, malgrado la situazione del credito non fosse rosea nemmeno in estate, la seconda ondata di pandemia porterà con sé un nuovo credit crunch. A lanciare l’allarme è la Bce, che nell’ultimo bollettino economico sottolinea come per il quarto trimestre le banche si attendano un ulteriore irrigidimento dei criteri e un calo della domanda di prestiti per l’acquisto di abitazioni.

Dal punto di vista del mercato del lavoro, “nella prima metà del 2020 la pandemia di Covid-19 ha determinato la più marcata contrazione mai registrata dell’occupazione e del numero totale di ore lavorate – si legge ancora nel bollettino – mentre gli effetti sul tasso di disoccupazione sono stati più limitati per effetto dei regimi di sostegno all’occupazione”.

L’Eurotower sottolinea che, rispetto alla contrazione del Pil in termini reali nella prima metà del 2020, l’aumento del tasso di disoccupazione ufficiale è stato relativamente limitato: dal minimo storico del 7,2% toccato a marzo 2020 ha raggiunto l’8,1% ad agosto, nonostante sia ancora lontano dal picco del 12,7 per cento registrato a febbraio 2013.

“Nell’attuale contesto in cui i rischi sono chiaramente orientati verso il basso, il Consiglio direttivo valuterà con attenzione le informazioni più recenti” e ricalibrerà “i suoi strumenti, ove opportuno, al fine di rispondere all’evolvere della situazione e di assicurare che le condizioni di finanziamento restino favorevoli per sostenere la ripresa economica e contrastare l’impatto negativo della pandemia sul profilo previsto per l’inflazione”.

Mercoledì la numero uno della Bce, Christine Lagarde, ha precisato che, “sebbene tutte le opzioni rimangano sul tavolo, il Pepp e le aste Tltro hanno dimostrato la loro efficacia nell’attuale scenario e possono essere adeguate in modo dinamico per reagire alle evoluzioni della pandemia. Per questo rimangono probabilmente gli strumenti principali per adeguare la nostra politica monetaria”.

Infine, sul versante dei prezzi, la Bce spiega che, “sulla scorta delle quotazioni correnti del petrolio e dei relativi contratti future, e tenendo conto della temporanea riduzione dell’imposta sul valore aggiunto in Germania, è probabile che l’inflazione complessiva rimanga negativa fino all’inizio del 2021. Le pressioni sui prezzi nel breve periodo si manterranno contenute per effetto della debolezza della domanda, in particolare nei settori dei viaggi e del turismo, nonché delle minori pressioni salariali e dell’apprezzamento del tasso di cambio dell’euro. Nel medio termine, una ripresa della domanda sostenuta da politiche monetarie e di bilancio accomodanti eserciterà pressioni al rialzo sull’inflazione. Le misure delle aspettative di inflazione a più lungo termine ricavate dai mercati e dalle indagini rimangono sostanzialmente invariate su livelli bassi”.

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