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Banche, Abi: Addendum sui crediti deteriorati da migliorare

Nonostante le implementazioni effettuate all’Addendum alle Linee Guide della BCE , l’Abi rileva la necessità di superare i disallineamenti con la Ue.

Banche, Abi: Addendum sui crediti deteriorati da migliorare

L’implementazione dell’Addendum Bce sui crediti deteriorati rappresenta un primo passo, ma serve di più per superare i disallineamenti con l’Unione Europea. Questo il giudizio dell’Associazione Bancaria Italiana contenuto in una delibera approvata all’unanimità dal suo esecutivo.

All’interno del testo, l’Abi “constata i miglioramenti apportati al testo dell’Addendum alle linee guida della Bce” sui Non performing Loans, ma rileva anche “la necessità che in sede applicativa siano chiariti i necessari raccordi tra quanto indicato dall’Addendum e l’applicazione dei principi contabili e gli obblighi di rendicontazione pubblica”. Inoltre, il comitato esecutivo sottolinea come l’Addendum – nella versione pubblicata il 15 marzo 2018 – non prevede obblighi generalizzati per le banche e non produce effetti giuridici obbligatori e pertanto non è una misura di primo pilastro. L’Addendum fornisce una indicazione sulle aspettative della Vigilanza europea circa le modalità con cui le banche valuteranno gli specifici rischi futuri a cui sono esposte.

Quindi, secondo l’Abi “i contenuti dell’Addendum dovranno essere valutati e giuridicamente inquadrati rispetto alle modifiche del quadro normativo europeo, in necessario raccordo – anche rispetto alla loro entrata in vigore – con le proposte della Commissione sul trattamento delle esposizioni verso i crediti deteriorati, superando i disallineamenti oggi prospettati”. Risulta essenziale, secondo l’Associazione “assicurare la coerenza tra i diversi livelli delle fonti normative e il pieno raccordo tra le diverse autorità europee”.

L’Abi ha espresso infine la speranza che si arrivi al più presto ad “una stabilizzazione e semplificazione del quadro normativo europeo, condizione per garantire il giusto bilanciamento, oggi non raggiunto, tra esigenze di stabilità e di crescita e dare alle banche europee certezza giuridica”.

Parlamento europeo e Consiglio dell’Unione dovranno dunque valutare le proposte della Commissione tenendo conto anche dell’impatto sulle imprese e sull’erogazione del credito sulla base di una analisi costi – benefici delle singole misure proposte. Secondo l’Abi infatti, “gli automatismi nella valutazione delle garanzie, le rigidità sulle possibilità di adottare misure di sostegno alle piccole e medie imprese e alle imprese in temporanea difficoltà, se non adeguatamente considerate, avrebbero un effetto prociclico, incidendo negativamente sulla ripresa in atto. Nel corso dell’iter legislativo europeo ABI fornirà la sua collaborazione offrendo proposte costruttive”.

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