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Balzo Mps in Borsa, più incentivi fiscali alla fusione con Unicredit

La bozza del decreto Sostegni bis, all’esame del governo, rafforza le agevolazioni sulle Dta in caso di fusione. Ecco come

Balzo Mps in Borsa, più incentivi fiscali alla fusione con Unicredit

Le azioni Banca Mps sono in forte rialzo in Borsa. I titoli della banca senese segnano un rialzo del 4,79% ma hanno abbondantemente superato il 5% in mattinata sulla scorta delle indiscrezioni circolate sul decreto Sostegni bis che il governo Draghi dovrebbe approvare entro la fine di questa settimana. Intenso anche il numero degli scambi con 4 milioni di pezzi già passati di mano intorno alle 10 di martedì mattina, contro una media nell’ultimo mese di 2,4 milioni di azioni in un’intera seduta.

A spingere l’interesse sul titolo sono le ulteriori agevolazioni sulle fusioni bancarie che riportano l’attenzione sulla possibile integrazione fra Unicredit e Mps ma anche su Banco Bpm. La bozza del decreto Sostegni bis, allo studio del governo che potrebbe vararlo venerdì, introduce nuove norme con l’obiettivo di rafforzare gli incentivi per le aggregazioni tra istituti di credito. Nel dettaglio, si prevede la trasformazione delle Dta (Deferred tal assets o più semplicemente imposte anticipate) in crediti d’imposta per ulteriori sei mesi, includendo tra le aggregazioni agevolabili, quindi, anche quelle deliberate fino al 30 giugno 2022 (attualmente la scadenza è il 31 dicembre 2021).

Inoltre, il limite delle Dta convertibili viene elevato dal 2% al 3% del totale degli attivi del soggetto minore coinvolto nella fusione. Cosa vuol dire – in concreto – per Mps? “Se approvata – spiega Equita – la norma fornirebbe un ulteriore impulso al processo di consolidamento nel settore, supportando in particolar modo una soluzione per Mps (che ha in dote Dta potenzialmente oggetto di conversione per 3,8 miliardi di euro), con tempistiche che tuttavia potrebbero essere più lunghe rispetto a quanto inizialmente ipotizzato”.

Secondo i calcoli degli analisti riportati da Radiocor, in caso di un matrimonio tra UniCredit e l’istituto di Rocca Salimbeni, ad esempio, “il beneficio dalla conversione delle Dta ammonterebbe a 3,4 miliardi (circa 1,1 miliardi in più rispetto alla norma vigente), con un impatto sul Cet1 della nuova conglomerata bancaria nata dal matrimonio tra le due banche, stimato in circa 90 punti base (rispetto a precedenti 60 punti base).

Su tutto questo comunque occorrerà fare chiarezza quando il nuovo Ceo di Unicredit, Andrea Orcel, farà capire in quale direzione intende portare il secondo gruppo bancario italiano.

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