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Autostrade dello Stato, nasce una nuova Anas: gestirà la rete statale a pedaggio

Si tratta di una società pubblica interamente partecipata dal Mef e sottoposta “al controllo analogo” del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. Ecco i dettagli

Autostrade dello Stato, nasce una nuova Anas: gestirà la rete statale a pedaggio

Il governo ha dato il via libera alla costituzione di Autostrade dello Stato, una nuova società di gestione delle autostrade statali soggette a pedaggio, attualmente sotto il controllo di Anas. Quest’ultima manterrà direttamente la gestione di 1.300 chilometri di autostrade e raccordi non a pedaggio, tra cui la Salerno-Reggio Calabria e il Gra di Roma. L’obiettivo principale di questa mossa è riportare l’amministrazione di una parte significativa delle infrastrutture italiane sotto l’ala statale, soprattutto alla luce del tragico crollo del ponte Morandi a Genova nel 2018. Per avviare l’attività, sarà stanziato un capitale iniziale di 50 milioni di euro.

A cosa serve la nuova società Autostrade dello Stato?

L’idea alla base di Autostrade dello Stato, fortemente voluta dal ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini, è quella di creare una sorta di “concessionaria pubblica”, con una maggiore supervisione e controllo da parte dello Stato sulle infrastrutture autostradali. La newco avrò come azionista unico il Mef e sarà qualificata come in house e potrà anche “laddove previsto dalla legge” costruire nuove autostrade statali in regime di concessione, e sarà sottoposta “al controllo analogo” del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti.

Ma qual è l’obiettivo? Salvini ha dichiarato che lo scopo principale di questa nuova società sarà quello di assumersi la responsabilità della gestione di quattro autostrade pubbliche attualmente sottoposte a pedaggio.

Una delle questioni chiave al centro di questa iniziativa è quella delle tariffe autostradali. Salvini ha chiarito che si cercherà di rendere più equilibrate e accessibili le tariffe per gli utenti, specialmente dove i costi sono attualmente considerati molto elevati. Questo potrebbe rappresentare un sollievo per i conducenti. “Ovviamente le concessioni esistenti vanno a scadenza, non si interviene su quello che c’è. Su quello che sarà stiamo ragionando nell’ottica di avere più investimenti a vantaggio dell’utenza”, ha concluso Salvini.

Difatti, l’obiettivo è anche quello di attrarre più investimenti per migliorare ulteriormente le autostrade, sia in termini di manutenzione che di sviluppo infrastrutturale.

Autostrade dello Stato: ecco come sarà ripartita la rete

Nella nuova spa nascerà dallo scorporo di alcune attività oggi in capo all’Anas. Si parla di oltre 400 km a pedaggio, in Italia e all’estero, che Anas gestisce tramite società partecipate, in particolare:

  • il 100% di Anas International Enterprise (titolare di 228 chilometri di autostrade all’estero, per la maggior parte in Russia);
  • la Sitaf (Traforo del Frejus, partecipata al 31,75% per 82,5 km);
  • la società Concessioni autostradali venete (gestita al 50% con identica quota da parte della Regione Veneto, per 74,1 km tra cui il passante di Mestre);
  • l’Asti-Cuneo (35%, 55,7 km);
  • la società del Traforo del Monte Bianco (32,13% per 5,8 km).

Mentre l’attuale Anas “si concentrerà sulla missione di gestione di strade non a pedaggio”. Come accennato, la rete comprende oltre 1.300 chilometri di autostrade e raccordi autostradali in gestione diretta, tra cui l’A2-Autostrada del Mediterraneo (432,2 km), l’A19-Palermo Catania (191,643 km) o il Grande Raccordo Anulare di Roma (68,223 km).

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