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Assemblea Mediobanca: si decide su Banca Generali, ma soprattutto sul destino di Piazzetta Cuccia. Numeri, incognite e previsioni

È il giorno dell’assemblea che si dovrà esprimere sull’ops da 6,5 miliardi su Banca Generali. Mps alla finestra, depositato il 78% del capitale. Ecco chi vota sì, chi no e chi si astiene

Assemblea Mediobanca: si decide su Banca Generali, ma soprattutto sul destino di Piazzetta Cuccia. Numeri, incognite e previsioni

È il giorno di Mediobanca. Oggi, con ogni probabilità, si deciderà il destino dell’istituto guidato da Alberto Nagel, ma anche il futuro assetto del capitalismo finanziario italiano. L’assemblea, che si terrà  con il metodo del rappresentante designato (l’avvocato Dario Trevisan), sarà chiamata a decidere sull’offerta pubblica di scambio da 6,5 miliardi lanciata lo scorso aprile su Banca Generali. E l’esito sarà decisivo: o passa l’Ops su Banca Generali oppure Mediobanca è destinata a finire nelle braccia di Mps che a quel punto avrà la strada spianata per prendere il controllo di Piazzetta Cuccia, ma anche delle Generali. 

L’ad Nagel ha bisogno della maggioranza assoluta del capitale votante per ottenere il via libera all’operazione e in questo frangente fondamentale è l’affluenza: mercoledì sera era stato depositato il 78% del capitale, una percentuale elevata, ma forse non abbastanza per diluire l’ampio fronte dei contrari e degli astenuti, impedendogli di affossare l’operazione sulla banca guidata da Gian Maria Mossa.

Assemblea Mediobanca: chi voterà sì

Sul fronte dei favorevoli all’ops di Mediobanca su Banca Generali dovrebbero schierarsi il patto di consultazione (sceso dall’11,6% al 7,8% del capitale) e Unipol (2%). Su indicazione dei proxy advisor, Sì anche dalla gran parte dei fondi di investimento stranieri che complessivamente detengono circa il 35% della banca milanese: Norges, CalPers, Cpp, New York City Comptroller e Florida Sba. Non si è ancora espresso, ma potrebbe orientarsi verso un voto favorevole anche BlackRock, che ha in mano il 5% di Piazzetta Cuccia. Incerto il voto di Vanguard (3,2%) che nell’ultima assemblea di Mps ha votato a favore dell’ops di Siena. 

Assemblea Mediobanca: contrari e astenuti, incognita Unicredit

Ad optare per l’astensione (che in assemblea equivale a un no, dato che alza l’asticella per il raggiungimento della maggioranza assoluta) sono Delfin della famiglia del Vecchio (19,8%), Edizione dei Benetton (2,2%), Amundi (1%), Anima (0,7%), Cassa Forense (1%) ed Enpam (1,98%). Probabile astensione anche da parte di Enasarco (2,52%).

A pronunciare un sonoro e convinto No all’operazione sarà invece Francesco Gaetano Caltagirone, titolare di una quota pari al 9,8% di Mediobanca. 

Calcolatrice alla mano, tra astenuti e contrari si supera dunque il 39%. Una percentuale che potrebbe salire ulteriormente se alla già cospicua compagine si aggregasse anche Unicredit. Quale sia la posizione dell’Ad di Piazza Gae Aulenti Andrea Orcel ad oggi non è dato sapere, ma sono in molti a scommettere sull’astensione, considerando anche che lo scorso aprile, in occasione dell’assemblea Generali, il manager decise di seguire la linea Caltagirone-Delfin. 

Assemblea Mediobanca: cosa succede se passa il Sì

Con il 51% dei voti favorevoli in assemblea (l’assise è necessaria perché Mediobanca è sotto passivity rule, dato il tentativo di scalata del Monte dei Paschi) l’ops su Banca Generali potrà andare avanti seguendo una tabella di marcia serratissima. Secondo il calendario già programmato, il prossimo 25 agosto Mediobanca depositerà in Consob il documento d’offerta che potrebbe dunque partire a inizio settembre, a pochi giorni dalla conclusione (prevista per l’8 settembre) dell’altra maxi ops che la riguarda, quella lanciata da Mps su Piazzetta Cuccia. 

Se il periodo d’adesione si concludesse con un successo sarebbero due le conseguenze più eclatanti: 1) dall’unione tra Mediobanca e Banca Generali nascerebbe un campione del wealth management da 210 miliardi di asset gestiti; 2) Mediobanca spezzerebbe il suo storico legame con Generali, dato che la contropartita dell’offerta è proprio la quota del 13,1% del Leone in mano alla banca milanese.

Assemblea Mediobanca: cosa succede se passa il No

Se invece il fronte dei contrari e degli astenuti dovesse prevalere, a quel punto l’ops di Mediobanca su Banca Generali finirebbe definitivamente in soffitta e quella di Mps su Piazzetta Cuccia, già ben avviata verso la soglia minima del 35% grazie al supporto di Delfin, avrebbe la strada spianata. Non ci sarebbe infatti più nulla ad ostacolare il piano messo a terra dall’Ad Luigi Lovaglio che a quel punto dopo l’8 settembre potrebbe cominciare a progettare le nozze in funzione delle richieste della Bce, sostenuto dal Governo e dal duo Delfin-Caltagirone. Come già anticipato dal manager, una delle prime mosse della banca senese, una volta preso il controllo di Mediobanca, potrebbe essere quella di mettere alla porta l’attuale Ad di Piazzetta Cuccia, Alberto Nagel. “Dopo l’Ops cercheremo un nuovo top manager per Mediobanca. Mi sembra evidente che Nagel non sia interessato all’operazione: l’ho chiamato e non mi ha risposto”, aveva anticipato Lovaglio lo scorso luglio. Il cambio della guardia potrebbe arrivare il 28 ottobre, quando l’assemblea di Piazzetta Cuccia sarà chiamata a dare via libera al bilancio. 

Poi gli occhi di tutti si sposteranno su Caltagirone e Delfin, che diventerebbero i principali azionisti di Mps, e soprattutto sulle Generali. Il successo dell’offerta del Monte dei Paschi implica infatti non solo il controllo di Mediobanca, ma anche quello della compagnia assicurativa attualmente guidata da Philippe Donnet, la cui poltrona a quel punto potrebbe tornare in discussione.

(Ultimo aggiornamento: ore 8.39 del 21 agosto).

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