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Ascensori: in Italia il 60% è fuori norma, è polemica sulla tassa

Entro il prossimo 19 aprile l’Italia dovrà recepire la nuova direttiva europea sugli ascensori, che impone di adeguare i più vecchi (ante 1999) ai nuovi standard di sicurezza – I incaricati delle verifiche potranno attribuire il costo di alcuni interventi a carico dei proprietari di casa, ma è scontro sulle cifre. Ecco le ragioni dei favorevoli e dei contrari.

Ascensori: in Italia il 60% è fuori norma, è polemica sulla tassa

In Italia il 60% degli ascensori è fuori norma il 40% ha più di 30 anni. Circa 700mila impianti – che ogni giorno effettuano quasi 100milioni di corse – sono stati installati prima del 1999, perciò non montano i dispositivi che garantiscono il livello di sicurezza minimo prescritto dagli standard europei. I dati sono stati diffusi ieri da AssoAscensori e Anacam (Associazione nazionale imprese di costruzione e manutenzione ascensori).

Entro il prossimo 19 aprile l’Italia dovrà recepire la nuova direttiva europea sugli ascensori (2014/33/UE), che impone proprio di adeguare gli impianti in funzione da prima del 1999 ai nuovi standard di sicurezza. Tuttavia, il decreto attuativo che nelle prossime settimane arriverà in Consiglio dei ministri dà ai cosiddetti “soggetti verificatori”, cioè a coloro che sono abilitati a verificare e certificare la conformità degli ascensori, la facoltà di attribuire alcuni interventi a carico dei proprietari di casa. Si tratta di quella che negli ultimi giorni è stata definita “la nuova tassa sugli ascensori” e che, secondo alcune stime dello Studio Cataldi, potrebbe arrivare a costare 350 euro l’anno a famiglia (circa il doppio di quanto costava in media la Tasi).

“Il parco ascensori in funzione nel nostro Paese è il più vasto e tra i più vecchi in Europa”, scrivono AssoAscensori e Anacam, precisando le mancanze più gravi a livello tecnologico riguardano i sistemi di chiamata d’emergenza, i sistemi di chiusura delle porte automatiche e il livellamento tra piano e cabina di ascensore.

“Stime indicano che sono proprio gli impianti elevatori più vecchi e non rispondenti allo stato dell’arte a causare il maggior numero di incidenti – prosegue la nota –. Tra il 2010 e il 2015 si sono verificati 24 infortuni mortali e numerosi infortuni anche gravi che hanno coinvolto gli utenti nell’utilizzo di quello che ad oggi rappresenta il mezzo di trasporto più utilizzato al mondo, con un impatto non noto al pubblico ma sicuramente alle assicurazioni e alle istituzioni pubbliche”.

Secondo Roberto Zappa, presidente di AssoAscensori e vicepresidente di Ela (Associazione Europea degli Ascensori), “è urgente che il Governo faccia di tutto per permettere al Paese di allinearsi agli standard europei, proseguendo nel percorso di ammodernamento senza badare a inutili strumentalizzazioni. La sicurezza è sempre un investimento”.

Michele Mazzarda, presidente di Anacam, spiega invece che gli interventi dovrebbero concentrarsi “solo di quegli impianti che negli ultimi anni non hanno subito alcun lavoro di manutenzione, a cui comunque anche solo per usura, sarebbero a breve sottoposti. Il provvedimento in discussione ha un raggio di attuazione di 4-6 anni, quindi non impatta in maniera pesante. Inoltre, le spese sono detraibili in virtù del bonus per le riqualificazioni e le ristrutturazioni edilizie. E’ impensabile che con le nuove tecnologie oggi a disposizione un anziano oggi debba inciampare sul gradino dell’ascensore e farsi male o che chi resta intrappolato non sia immediatamente in collegamento con una postazione di soccorso”.

Di tutt’altro avviso Confedilizia, che sottolinea come la legge preveda già obblighi stringenti e che la percentuale di incidenti in presenza di un traffico giornaliero di passeggeri da 30 a 40 milioni sia bassissima. Secondo l’associazione, infatti, è “palese che la sicurezza sia un mero pretesto, perché cela interessi di alcune categorie che intendono lucrare a spese di condomini e proprietari di casa“. 

Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, ha quindi lanciato un appello al presidente del Consiglio Matteo Renzi “affinché disponga l’eliminazione dalla bozza di provvedimento di questo ‘corpo estraneo’, con il quale si vorrebbero imporre ai proprietari di casa spese assolutamente non necessarie e certamente onerose per la maggior parte delle famiglie italiane”.

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