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Allarme trasporto internazionale: “Con Omicron rischio collasso”

Secondo le organizzazioni e i sindacati internazionali del trasporto stradale, aereo e marittimo le reazioni delle potenze mondiali alla variante Omicron stanno mettendo i lavoratori e tutta la catena di approvvigionamento fortemente a rischio

Allarme trasporto internazionale: “Con Omicron rischio collasso”

I divieti e le nuove restrizioni sui viaggi non basteranno a domare la variante Omicron, ma rischiano di far collassare il comparto dei trasporti internazionali e tutta la catena di approvvigionamento. A lanciare l’allarme sono le organizzazioni e i sindacati internazionali che rappresentano il trasporto stradale, aereo e marittimo. I lavoratori dei trasporti transfrontalieri, compresi quelli marittimi, gli equipaggi degli aerei e i conducenti, “devono essere in grado di continuare a svolgere il proprio lavoro” e “attraversare le frontiere senza norme di viaggio eccessivamente restrittive, per mantenere in movimento la catena di approvvigionamento globale già in difficoltà”, hanno ribadito gli enti.

Da quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha designato il nuovo ceppo Omicron come “variante ad alta preoccupazione”, più di 50 paesi hanno intensificato i controlli alle frontiere e reimposto vari gradi di restrizioni di viaggio, tra i primi gli Usa e il Giappone.

Gli enti di trasporto – che rappresentano più di 20 trilioni di dollari di commercio mondiale all’anno e 65 milioni di lavoratori dei trasporti globali lungo tutta la catena di approvvigionamento – chiedono un approccio meno affrettato e frammentato alle nuove regole di viaggio da parte dei governi.

Sono cinque le richieste avanzate dagli enti internazioni del trasporto transfrontaliero: garantire la libera e sicura circolazione dei lavoratori dei trasporti, dare priorità a questi per i vaccini; adottare protocolli di viaggio e sanitari come già approvato da Ilo, Imo, Who e Icao; creare certificati e processi di vaccinazione armonizzati a livello globale; aumentare la fornitura di vaccini al fine di accelerare la ripresa delle industrie.

Tutto si vedrà lunedì 6 dicembre, nell’incontro tra l’Oms e l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo) proprio per discutere le raccomandazioni e l’impatto che i divieti di viaggio e altre restrizioni in risposta alla nuova variante avranno sui lavoratori dei trasporti e sulla catena di approvvigionamento.

Willie Walsh, direttore generale dell’International air transport association, ha dichiarato: “Dopo quasi due anni di gestione del Covid-19, avremmo dovuto andare oltre queste risposte istintive, non coordinate e simili a pavloviani. I funzionari della sanità pubblica ci dicono che dovremmo aspettarci che emergano varianti. E nel momento in cui vengono rilevati, l’esperienza dimostra che sono già presenti in tutto il mondo. Le restrizioni alle frontiere che impediscono all’equipaggio aereo di svolgere il proprio lavoro non faranno nulla per impedirlo, infliggendo gravi danni alle catene di approvvigionamento globali e alle economie locali in fase di recupero”.

Non meno dure sono le parole di Stephen Cotton, segretario generale dell’International transport workers’ federation, secondo cui “gli stessi governi che hanno bloccato l’accesso globale ai vaccini sono ora i primi a bloccare i loro confini per tenere fuori la variante Omicron”. E sottolinea la necessità “di un accesso universale ai vaccini” e che i governi devono “smettere di inchinarsi alle grandi case farmaceutiche e spianare la strada in modo che ogni paese possa produrre i vaccini necessari per porre fine a questa pandemia”.

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