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Alitalia è finora costata 8,6 miliardi allo Stato ma il conto salirà

Malgrado le possibilità di riportare Alitalia in pareggio siano ridotte al lumicino e malgrado la possibilità per ogni cittadino di scegliere di volare con altre compagnie, i Cinque Stelle insistono per la sostanziale statalizzazione della compagnia aerea che costringerà i contribuenti ad aprire di nuovo il portafoglio: ecco perchè

Alitalia è finora costata 8,6 miliardi allo Stato ma il conto salirà

In quarant’anni, l’Alitalia è già costata 8,6 miliardi di euro, tra aumenti di capitale veri e propri e altri finanziamenti pubblici. Il che equivale a dire – secondo un calcolo fatto dal Sole 24 Ore – che ad oggi Alitalia è costata 143 euro ad ogni italiano, neonati compresi, anche per chi non vola.

In effetti, se non fosse per un malinteso senso di orgoglio nazionale e per la difesa di corposi interessi clientelari, che si manifestano sia in posti di lavoro spesso farlocchi che in appalti, non si comprende perchè ci siano ancora forze politiche (Cinque Stelle in testa, e meno male che dovrebbero rappresentare il governo del cambiamento) che insistono testardamente nel salvataggio della compagnia aerea, malgrado i consumatori possano scegliere altri vettori a prezzi più convenienti, come nel caso dei low cost.

Ma il vicepremier grillino Luigi Di Maio, all’approssimarsi delle elezioni di primavera, ne fa un punto d’onore e pensa di convertire in azioni il prestito accordato dal precedente Governo all’Alitalia facendo così entrare lo Stato nel capitale, al cui fianco – in una apposita newco – dovrebbero entrare la Cassa depositi e prestiti (malgrado la ferma opposizione delle fondazioni bancarie che ne rappresentano il 20%), le Ferrovie dello Stato, che hanno presentato una manifestazione d’interesse non vincolante, e altri partner privati, tra cui forse le Poste e possibilmente una compagnia aerea estera dalla spalle robuste.

Giustamente il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, s’è ribellato a un’ipotesi così sciagurata e, rivendicando le proprie competenze istituzionali, ha detto senza troppi giri di parole che “delle cose che fa il Tesoro ne deve parlare il titolare”, cioè lui, che non si mai espresso in proposito ma che vede come il fumo negli occhi l’idea di Di Maio. Purtroppo però il peso politico di Tria, come s’è visto nelle nomine e nel Def, è modesto e se si arriverà a un braccio di ferro nel Governo si sa già come andrà a finire. I contribuenti saranno chianmati a pagare di nuovo per un salvataggio senza speranze dell’Alitalia che, quand’anche riempisse tutti i propri aerei, non riuscirebbe a far quadrare i conti perchè i costi fissi (personale in primo luogo) sono insostenibili. Ma per i Cinque Stelle (e per la Lega) questa è l’ultima delle preoccupazioni, con buona pace del ministro dell’Economia.

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