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Alibaba in Borsa, i dubbi degli investitori: affare o bidone?

Il Wall Street Journal analizza le diverse reazioni degli investitori di fronte alla prossima quotazione a New York del gigante cinese del commercio online – Il gruppo controlla l’80% del promettente mercato e-commerce della Repubblica popolare, ma c’è chi fa notare che l’azienda non brilla per trasparenza e il potere è ancora concentrato nelle mani di pochi

Alibaba in Borsa, i dubbi degli investitori: affare o bidone?

Mentre Alibaba si prepara a quello che potrebbe essere il più trionfale sbarco in Borsa della storia, si trova anche ad affrontare la sfida più difficile: convincere gli investitori che si tratta di un buon affare. Il Wall Street Journal fa notare che un certo numero di investitori e analisti ha sollevato dubbi sul documento da oltre 2 mila pagine per l’Ipo, che lascerebbe molte domande senza risposta.

Tra le questioni sollevate c’è la performance individuale del gigante del commercio online, che costituisce la maggior parte delle entrate. E poi ci sono i dettagli su Alipay (il sistema di pagamento elettronico associato alla piattaforma), le recenti e onerose acquisizioni e i piani di sviluppo delle consegne ai clienti cinesi.

Molti investitori sono invece impazienti, perché Alibaba controlla l’80% del promettente mercato dell’e-commerce in Cina. E i risultati finanziari presentati martedì mostrano un’azienda in forte crescita con grossi margini di profitto.

“Gli Occidentali sono sospettosi, soprattutto sul modo in cui le società cinesi operano, e voglio leggere bene e nel dettaglio i libri contabili di Alibaba”, spiega Kelland Willis, analista di Forrester, intervistato dal Wall Street Journal.

Alibaba avrà il tempo di spiegare tutto. Il gigante del commercio elettronico – che ad aprile valeva 109 miliardi di dollari che che potrebbe arrivare fino a 250 miliardi – starebbe per far partire una grande campagna in vista della quotazione, prevista per l’estate.

A suscitare qualche preoccupazione c’è anche la struttura di Alibaba, che non brilla per trasparenza. “Il potere è concentrato ancora nelle mani di pochi”, dichiara Tony Hsu, dell’hedge fund americano Dalton Investments. Per Hsu, che fa base a Shanghai, le prospettive sul lungo termine sono buone, ma “è sorprendente che un gruppo di queste dimensioni non fornisca dati più dettagliati”.

Il principale business di Alibaba è costituito dai siti cinesi di shopping online, Taobao e Tmall. Il problema è che la società non ha fornito informazioni sulla performance individuale delle due piattaforme, raggruppandole invece assieme a un terzo sito più piccolo in un’unica voce “Commercio in Cina”, che raccoglie oltre quattro quinti dei profitti.

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