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Alberto Burri:11-15 milioni di euro per i “Sacchi” del 1946

Il più importante lavoro di Alberto Burri – un capolavoro color sangue della sua serie più ambita, i Sacchi, che richiama gli orrori della seconda guerra mondiale – sarà offerto all’asta da Sotheby’s a Londra il 10 febbraio 2016 con una stima di €11.850.000-15.800.000.

Alberto Burri:11-15 milioni di euro per i “Sacchi” del 1946

Dopo la liberazione da un campo di prigionia americano e lo spettacolo rovinoso dell’Italia del 1946, Burri sentì che non sarebbe potuto tornare ad essere un medico come prima della guerra.

Si dedicò invece all’arte, per meglio esprimere la propria reazione alla devastazione, ed iniziò con la sua prima serie di lavori, i Sacchi, riconoscibili grazie all’uso della iuta – un materiale molto diffuso durante la guerra e carico di significato e di ricordi per chiunque abbia vissuto quegli anni drammatici.   

Di inarrivabile qualità, questo esemplare del 1959 è uno degli ultimissimi Sacchi realizzati dall’artista ed il più grande (cm 149,9 x 129,5) dei 15 Sacco e Rosso che Burri ha creato.

Un’altra versione è parte della collezione permanente della Tate Modern di Londra.

Cheyenne Westphal, Co-Head of Contemporary Art Worldwide di Sotheby’s commenta: “Sulla scia degli incredibili risultati che abbiamo registrato per da Burri ad ottobre, abbiamo assoluta fiducia in quest’ opera. Sacco e Rosso è un innegabile capolavoro e nel mondo c’è una fortissima richiesta di lavori di questa qualità.”

Quando Sacco e Rosso è andato all’asta nel 2007, l’opera ha registrato un prezzo record di £1.9 milioni ($3.8 milioni), ed è ora pronto per realizzare un nuovo record.

Sull’onda del momento l’estremamente positivo per l’arte italiana, la presenza in asta di Sacco e Rosso è da leggersi come un ulteriore goal accanto ai record registrati dai lavori dei colleghi di Alberto Burri: Lucio Fontana and Piero Manzoni.

Sacco e Rosso si presenta con una storia espositiva degna di nota, che comprende Palazzo Grassi a Venezia, Stedelijk Museum di Amsterdam, e che culmina nella importante retrospettiva al Solomon R. Guggenheim.

Burri & la Seconda Guerra Mondiale

Sebbene Burri si fosse arruolato volontariamente nel 1935, trascorse gran parte della seconda Guerra mondiale in America, catturato dalle truppe alleate e fatto prigioniero in Texas.

Fu, pertanto, solo dopo il suo ritorno a Napoli nel 1946 che conobbe gli orrori che la guerra aveva inflitto alla sua Patria: palazzi distrutti, anneriti dal fumo, chiese rinascimentali private della loro facciata e spesso ridotte a macerie e migliaia di persone senza casa ed affamate.

Burri era un chirurgo prima della guerra e un medico militare prima della sua cattura, ma sentì che non sarebbe potuto tornare alla vita professionale precedente alla guerra. Si dedicò completamente all’arte – che aveva iniziato come hobby durante la prigionia. Da allora in poi si dedicò alla creazione di straordinari lavori pieni di forza creativa, come questo Sacco e Rosso, unico mezzo attraverso cui era in grado di metabolizzare l’orribile trauma.

“Sacco e Rosso” in profondità

Materiali: la iuta fu un materiale incredibilmente importante per Burri – i primi lavori, realizzati durante la prigionia in Texas, presentavano come supporto un sacco disteso. Questo materiale fu universalmente utilizzato durante la guerra per in tende, per sacchi da provviste, per sacchi di sabbia e anche per rattoppare i tessuti.

Cuciture: L’unica traccia del gesto artistico in questo lavoro appare nelle linee di cucitura che zigzagano attraversando il pannello. Burri, come ex chirurgo, era molto abile con ago e filo ed in guerra fu soprannominato “il sarto”. Più volte sotto le armi aveva avuto necessita di cucire e riparare la sua divisa

La cucitura di questo lavoro tuttavia è più vicina alla sua esperienza di chirurgo.

In un’Italia che tenta disperatamente di medicare le ferite sociali, questo è un messaggio forte e commovente.

Palette: La limitata gamma di colori di questo lavoro, è carica del simbolismo che è caratteristico di Burri. Il rosso rappresenta la passione, l’ardore, la rabbia e il sangue, mentre il nero richiama la fuliggine e il bruciato e pervade la composizione di un’atmosfera angosciosa. Questi colori e il loro accostamento erano frequenti nell’Italia all’indomani della guerra, e nella storia dell’arte hanno un continuo significato.

Confronti storici:

Nell’impiego di una gamma cromatica che comprende il rosso, il nero e l’ ”oro” del sacco ruvido, Burri rende omaggio alle pale d’altare dell’arte italiana del Trecento e Quattrocento. Specialmente nella serie dei Sacchi l’uso del tessuto può essere avvicinato ai drappeggi della pittura rinascimentale.

Ci sono anche influenze del periodo Barocco: la ruvida texture del sacco ricorda la matericità delle opere di Giuseppe Ribera, mentre il deciso contrasto di colori ha un  riferimento nello splendore delle opere di Caravaggio.

Questo lavoro rappresenta il manifesto delle tragedie della prima metà del XX secolo, ma allo stesso tempo con la netta semplicità della palette ed il richiamo ai drappeggi rinascimentali, evoca un periodo di grande splendore della cultura e della civiltà italiana.   

Il mercato di  Burri

Negli ultimi anni il mercato internazionale d’asta dell’arte italiana degli anni Cinquanta e Sessanta si è notevolmente ampliato: diffuso apprezzamento per gli artisti d’avanguardia italiani e importanti mostre internazionali.

Negli ultimi 12 mesi il mercato di Burri è profondamente mutato.

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