Condividi

“Portfolio Builder” una piattaforma digitale per gestire l’arte come fosse un portafoglio d’investimenti

Un sistema che unisce gestione artistica e finanza, permettendo a collezionisti, gallerie e investitori di trattare le opere d’arte come veri asset. L’idea è superare la visione dell’arte solo come passione o collezionismo, introducendo strumenti tipici della finanza: diversificazione, valutazione, performance e rischio

“Portfolio Builder” una piattaforma digitale per gestire l’arte come fosse un portafoglio d’investimenti

Nel 2025, il più grande sconvolgimento tecnologico che ha colpito il mercato dell’arte proviene dall’intelligenza artificiale. Già con Art Basel 2025, il clamore non riguardava solo le vendite di blue chip, ma anche gli strumenti basati sull’intelligenza artificiale che promettono di rivoluzionare il modo in cui i collezionisti prendono le loro decisioni. Dalle informazioni immediate sui prezzi al supporto all’autenticazione basato sui dati, l’intelligenza artificiale si sta posizionando come la nuova arma segreta dei collezionisti d’arte.

Strumenti non sostituiscono ancora l’occhio e l’esperienza umana, ma stanno diventando un “vantaggio informativo” a collezionisti ma anche ad advisor. Fino a pochi anni fa solo grandi case d’asta, advisor e gallerie avevano accesso a dati storici, comparabili e expertise, con una precisa piattaforma sarà possibile anche ai collezionisti privati avere precise informazioni per non sbagliare investimento, meglio calcolato nel tempo.

Il kit del collezionista per valutare l’investimento

Secondo i trend del 2025, che un collezionista d’arte prima di fare un acquisto nei prossimi anni possa avere un propio “kit” per valutare meglio gli acquisti. Non si tratta solo di piattaforme isolate ma di un ecosistema integrato di strumenti digitali e AI. In sintesi, il collezionista non si affiderà più solo all’occhio o all’intuito, ma avrà anche dashboard integrate che combinano esperienze immersive, stime di prezzo in tempo reale, analisi predittiva, verifica di autenticità, consulenza personalizzata. Chi saprà usare per primo questi strumenti prenderà decisioni più veloci, informate e sicure rispetto a chi resta su metodi tradizionali.

Ciò che incuriosisce di più è la nuova categoria di strumenti che sta crescendo rapidamente e che, di fatto, trasforma la collezione d’arte in qualcosa di molto simile a un portafoglio d’investimento. Parliamo di “Portfolio Builder“, uno strumento digitale che permette di gestire la propria collezione d’arte come fosse un portafoglio d’investimenti. In pratica si potrà avere una centralizzazione delle informazioni dove sono viene registra ogni opera con foto, prezzo d’acquisto, certificato di provenienza, dati dell’artista ecc. Da questo sarà poi possibile calcolare il valore attuale usando banche dati di aste e algoritmi AI per stimare il valore aggiornato di ciascun pezzo. Mentre grafici e statistiche indicheranno quanto un patrimonio artistico è esposto al rischio, intrecciando dati che riguardano artisti, periodi, media, aree geografiche. Infine simulare come potrebbe cambiare lo scenario delle quotazioni (ben sappiamo che esiste una certa volatilità in base alle mode). Non meno interessante, in base ai tuoi gusti e opere possedute, potrà segnalare nuove opportunità di acquisto o dismissione di opere già in collezione.

Si consideri che un “portfolio builder” nel settore finanziario è già una categoria esistente: sono piattaforme che aiutano utenti/consulenti a creare portafogli personalizzati, simulare rendimenti, monitorare rischi. Funzionano con algoritmi di asset allocation, grafici di performance, gestione del rischio.

L’idea è perciò la stessa: non solo “avere” i titoli (o in questo caso le opere), ma monitorarne costantemente il valore e l’andamento per prendere decisioni informate su acquisti, vendite o assicurazioni.

Commenta