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Wall Street non corre più come l’Europa: Palantir regina del rally high tech Usa dove le Magnifiche 7 frenano

Dopo mesi di volatilità e malgrado lo scivolone di martedì 19 agosto, i principali listini Usa riprendono quota, con il Nasdaq in testa grazie ai titoli tech. La vera protagonista è Palantir del trumpiano Thiel, che vola oltre il +109% che grazie a contratti governativi da capogiro lascia indietro i giganti delle Magnifiche 7

Wall Street non corre più come l’Europa: Palantir regina del rally high tech Usa dove le Magnifiche 7 frenano

Dopo mesi di montagne russe e al di là della battuta d’arresto di ieri, Wall Street torna a correre: il Nasdaq segna un +11,49% da inizio anno, l’S&P 500 un +9,25% e il Dow Jones un più timido +5,97%. Numeri solidi, ma che impallidiscono davanti al rally delle Borse europee: Milano, Madrid e Francoforte volano oltre il +20%, spinte dalle performance di banche e settore difesa e dal rafforzamento dell’euro, trasformando l’Europa in una calamita per capitali in cerca di stabilità e rendimenti certi.

A trainare i listini statunitensi sono soprattutto i titoli tecnologici, ma curiosamente tra le prime dieci posizioni non figurano le storiche Magnifiche 7, (Apple, Amazon, Meta, Alphabet, Microsoft, Tesla e Nvidia). Il rally, insomma, non è più appannaggio dei soliti giganti: il mercato si allarga e porta in vetta società che fino a poco tempo fa giocavano in seconda linea. Tra queste, spicca Palantir, autentico protagonista con oltre +109%, sostenuto dalle sue piattaforme di intelligenza artificiale e da contratti governativi da capogiro.

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Dopo mesi di volatilità Wall Street riprende fiato

Negli Stati Uniti, la volatilità è stata alimentata dal “balletto” di Trump sui dazi: annunci a sorpresa, correzioni lampo e rimbalzi improvvisi hanno trasformato ogni seduta in una montagna russa. A pesare è stato anche il crollo del dollaro – con il Dollar Index al peggior avvio d’anno dal 1970 – e una Federal Reserve prudente, a differenza della Bce, che ha preferito lasciare i tassi invariati in attesa di capire l’impatto delle politiche commerciali della Casa Bianca. Sullo sfondo, le tensioni geopolitiche hanno amplificato la volatilità.

Nonostante tutto, i fondamentali hanno riportato fiducia: utili societari sopra le attese, interesse crescente per tecnologia e intelligenza artificiale, Pil in crescita del 3% nel secondo trimestre, rallentamento dell’inflazione e ottimismo per un imminente taglio dei tassi hanno ridato fiato a Wall Street. L’estensione della tregua commerciale tra Stati Uniti e Cina ha attenuato ulteriormente le preoccupazioni geopolitiche, rafforzando il sentiment dei mercati internazionali. Non a caso l’indice Vix, il “termometro della paura”, è sceso del 13,6%, segnale di un mercato tornato sereno.

I tre listini Usa: chi sale e chi scende

A guidare la riscossa di Wall Street è ancora una volta il Nasdaq, il listino tecnologico per eccellenza. Qui la regina assoluta è Palantir Technologies, che mette a segno un clamoroso +109,8% da inizio anno, trasformandosi nella sorpresa più brillante del 2025. Accanto a lei non mancano altri nomi in forte ascesa: Idexx Laboratories (+55,73%), leader nei test diagnostici per animali, Zscaler (+51,34%), specialista nella sicurezza informatica cloud e DoorDash (+45,54%), che continua a cavalcare il boom delle consegne a domicilio. Ma non tutto è oro quel che luccica: The Trade Desk ha perso il 55,38% da inizio anno e Lululemon il 46,91%, la prima opera nella pubblicità digitale e la seconda nell’abbigliamento sportivo premium.

Più variegata la fotografia dell’S&P 500, il paniere che racchiude 500 colossi a grande capitalizzazione. Qui brillano Ge Vernova, il braccio green di General Electric, con un +77,95% grazie alla focalizzazione su energie rinnovabili e infrastrutture sostenibili, Newmont Corporation (+75,61%), tra i maggiori produttori mondiali di oro, e Seagate Technology (+82,81%), produttore di hard disk e soluzioni di archiviazione digitale. Sul versante opposto spiccano i crolli di Centene (-51,53%), gruppo assicurativo sanitario, e Enphase Energy (-49,23%), specialista dei microinverter fotovoltaici.

Infine, il Dow Jones, storico termometro delle “blue chip” americane, racconta una storia più equilibrata. A spingere l’indice troviamo Nvidia (+26,99%), ancora protagonista assoluta dell’era dell’intelligenza artificiale, Boeing (+30,91%), che prova a rilanciarsi dopo anni turbolenti, e Microsoft (+23,56%), solida come sempre grazie al suo ecosistema software e cloud. Anche qui non mancano le note stonate: UnitedHealth perde il 39,7% e Salesforce il 25,6%.

Le Magnifiche 7 non tutte splendono nel 2025

Il 2025 mostra una dinamica sorprendente: non solo le storiche “Magnificent Seven” guidano il Nasdaq e l’S&P 500, ma anche titoli meno canonici e di nicchia, segno che il rally si sta allargando verso aziende in forte crescita. Guardando le performance dell’anno, il gruppo mostra risultati contrastanti: Apple ha perso il 5,45%, Amazon segna un modesto +3,54%, Alphabet (Google) +6,22%, Meta +25,41%, mentre Tesla è in calo del 13,17%. Se Nvidia continua a guidare la corsa globale all’intelligenza artificiale, Tesla fatica tra vendite in calo in Europa e la controversa visibilità politica del suo ceo Elon Musk. Apple, pur superando leggermente le attese su utili e ricavi, rallenta nella crescita dei servizi e deve fare i conti con le incertezze sulle tariffe, mentre l’annuncio di 100 miliardi di investimenti negli Usa cerca di rassicurare il mercato e gli appassionati del “Made in America”. 

Wall Street ha la sua regina: Palantir: +109% da inizio anno

palantír di Tolkien erano sfere magiche che permettevano di osservare eventi lontani. Oggi, con lo stesso nome, Palantir rappresenta uno degli attori più discussi del panorama tecnologico americano: nata a Denver nel 2003 da Peter Thiel e Alex Karp – i “maghi della tecnodestra” vicini al cerchio magico di Trump – è diventata un colosso dell’intelligenza artificiale e del data mining, capace di trasformare i contratti governativi in oro digitale.

Fondata con il sostegno della Cia tramite il fondo In-Q-Tel, Palantir ha sviluppato software usati prima per l’intelligence e poi adottati da governi e multinazionali. Le sue piattaforme Gotham (governativa) e Foundry (commerciale) sono oggi il cuore di applicazioni che spaziano dalla difesa alla sanità, fino all’ottimizzazione dei processi industriali. Durante la pandemia i suoi algoritmi hanno supportato il tracciamento dei contagi, mentre i conflitti in Ucraina e Medio Oriente hanno aperto nuove occasioni di business militare. Anche big come Airbus e Merck & Co. hanno adottato le sue soluzioni per ottimizzare processi e strategie.

Il successo di Palantir è evidente anche in Borsa: dal debutto nel 2020, il titolo ha registrato incrementi spettacolari, con una crescita di oltre 1.600% negli ultimi cinque anni e una capitalizzazione superiore a 410 miliardi di dollari. Nonostante rapporti prezzo/utili elevati, le prospettive restano solide, come dimostrano anche i risultati recenti. Nell’ultimo semestre, Palantir ha superato le attese di Wall Street, registrando un fatturato trimestrale di oltre un miliardo e un utile netto raddoppiato. La guidance annuale è stata rivista al rialzo, con ricavi previsti tra 4,14 e 4,15 miliardi e vendite commerciali Usa superiori a 1,3 miliardi. Il governo americano rimane ancora oggi un cliente centrale, soprattutto nel settore della difesa. 

Con 6 miliardi di liquidità, zero debiti e ricavi in crescita del 48% annuo, Palantir continua a sfidare la gravità in Borsa, confermandosi simbolo di un’America in cui politica, tecnologia e dati si intrecciano senza soluzione di continuità.

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