Comprare o affittare casa in Italia sta diventando una vera sfida per il portafoglio degli italiani. Secondo l’ultima indagine congiunturale di Bankitalia, i prezzi delle abitazioni sono in aumento, soprattutto fuori dalle grandi città, mentre il costo degli affitti continua a crescere, mettendo pressione sia sugli acquirenti che sugli inquilini. Sul fronte dei mutui, ottenere un finanziamento risulta più facile, ma i tassi di interesse restano elevati nonostante la Bce abbia ridotto i tassi di riferimento al 2%.
Prezzi delle case in aumento, ma le città incrementi contenuti
Il mercato immobiliare italiano mostra segnali chiari: comprare casa costa sempre di più. Nel secondo trimestre 2025, i prezzi delle abitazioni sono risultati in crescita, sebbene nelle aree metropolitane l’incremento sia stato più contenuto. Via Nazionale sottolinea però che per il prossimo trimestre si attende una lieve contrazione dei prezzi, forse un sospiro di sollievo per gli aspiranti acquirenti.
Nonostante l’aumento dei prezzi, il mercato mantiene tempi di vendita rapidi e sconti contenuti. Lo sconto medio richiesto dai venditori si attesta al 7,8%, mentre il tempo medio per concludere una vendita è di circa 5,4 mesi, valori che restano vicini ai minimi storici.
Domanda solida, ma offerta in calo
La voglia di comprare casa non manca: gli agenti immobiliari segnalano un aumento leggero ma costante dei potenziali acquirenti rispetto alla prima metà del 2024. Tuttavia, i nuovi immobili sul mercato sono in calo, con circa il 40% degli agenti che nota una riduzione negli incarichi per la vendita. Il motivo? Il classico tira e molla tra venditori che puntano a prezzi alti e acquirenti che cercano sconti, che spesso blocca molte trattative.
Nonostante questo, oltre l’86% delle agenzie ha concluso almeno una vendita nel trimestre, un dato stabile e piuttosto alto dal 2021, segnale che le compravendite non si fermano.
Mutui: accesso più semplice, ma tassi ancora “pesanti”
Sul fronte mutui, la buona notizia è che ottenere un finanziamento è diventato più facile: solo il 17% degli agenti segnala difficoltà legate al credito, il livello più basso da metà 2019. Oggi oltre il 63% degli acquisti è finanziato tramite mutuo.
Tuttavia, nonostante questa maggiore facilità, i tassi di interesse sui mutui sono leggermente aumentati a giugno 2025, con un Taeg (Tasso Annuale Effettivo Globale) al 3,6%, in lieve crescita rispetto al 3,58% di maggio, come riportato nella pubblicazione “Banche e Moneta” di Bankitalia. Questo leggero aumento potrebbe influenzare le decisioni degli acquirenti nelle prossime settimane, ma resta comunque un livello contenuto rispetto ai picchi degli ultimi anni.
Questi dati confermano che, nonostante la Banca centrale europea abbia abbassato i tassi di riferimento fino al 2%, i tassi applicati dalle banche sui mutui restano più elevati, oscillando tra il 3,6% e il 3,9%. Come spiega la Fabi, la “cinghia di trasmissione” tra la politica monetaria e il mercato del credito si è infatti inceppata: le banche, di fronte a un contesto economico ancora incerto e alla volontà di tutelare i propri margini di guadagno, non hanno trasferito completamente i benefici della riduzione dei tassi ai clienti finali.
Altri dati sui prestiti
Sempre a giugno, il Taeg sulle nuove erogazioni di credito al consumo si è attestato al 10,15%, leggermente in calo rispetto al 10,18% di maggio. Per i prestiti alle società non finanziarie, invece, i tassi sono scesi al 3,61% (dal 3,66% del mese precedente). I prestiti fino a 1 milione di euro hanno un tasso medio del 4,17%, mentre per importi superiori a questa soglia il tasso scende al 3,32%. Nel frattempo, i tassi passivi sui depositi si sono stabilizzati allo 0,67%.
Affitti in crescita, ma con segnali di rallentamento
Chi invece sceglie di affittare deve prepararsi a spendere di più: i canoni di locazione continuano a salire, sebbene con un lieve rallentamento. Lo sconto medio sul canone richiesto si mantiene basso, intorno al 2,8%, leggermente superiore ai minimi degli ultimi anni. Le previsioni per i prossimi mesi indicano un aumento più moderato dei canoni.
Un capitolo a parte meritano gli affitti brevi, che ormai interessano più della metà degli agenti immobiliari, soprattutto nel Nord-Est e nel Centro Italia. Questo tipo di locazione riduce l’offerta di immobili in vendita (nel 41% dei casi), perché molti proprietari preferiscono affittare per brevi periodi, più redditizi. Di conseguenza, sia i prezzi di vendita che i canoni di affitto subiscono una spinta al rialzo.