Dimissioni del sindaco di Taranto, Piero Bitetti: la vicenda dell’ex Ilva legata all’accordo istituzionale di programma sulla decarbonizzazione della fabbrica ora è ancora più in bilico dopo le dimissioni, avvenute lunedì sera, del primo cittadino, eletto meno di due mesi fa a capo di una coalizione di centrosinistra sostenuta da Pd, movimento Con Emiliano, rossoverdi e liste civiche. Il sindaco, 51 anni, si è dimesso dopo le accese contestazioni che – a Palazzo di Città – gli sono state rivolte da attivisti legati ad associazioni ambientaliste, convocate peraltro dallo stesso sindaco per ascoltare le loro posizioni sull’ex Ilva.
Dimissioni sindaco Taranto: perché Bitetti ha lasciato
Il nodo ora è che mercoledì mattina è in programma la seduta del consiglio comunale di Taranto con un solo punto all’ordine del giorno: l’accordo di programma sull’ex Ilva. E per giovedì, 31 luglio, è fissato al Mimit il vertice tra il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, le istituzioni e le amministrazioni delegate alla firma dell’accordo stesso: Comuni di Taranto e di Statte, Provincia di Taranto, Autorità portuale del Mar Ionio e Regione Puglia.
Dopo le dimissioni del sindaco, che hanno “effetto immediato” ma che lo stesso primo cittadino potrà ritirare entro un tempo massimo di 20 giorni, oggi si deciderà se tenere o meno domani la seduta del Consiglio. Fonti di Palazzo di Città – riporta l’Agi – chiariscono che “teoricamente la seduta potrebbe anche svolgersi, ma politicamente sarebbe inopportuno”. Le forze di maggioranza hanno convocato una riunione ad hoc.
Per quel che riguarda il vertice del 31, al momento nessuna decisione è stata presa dal Mimit. Già ieri sera Urso è stato informato delle dimissioni del sindaco di Taranto e oggi in tarda mattinata il ministro parteciperà a una call – programmata prima delle dimissioni di Bitetti – con le associazioni delle imprese di Taranto per tracciare un punto della situazione. Lo stesso sindaco, ieri pomeriggio prima delle dimissioni avvenute intorno alle 21, aveva fatto trasmettere da Palazzo di Città al Mimit, all’attenzione del comitato tecnico chiamato a vagliare la questione dell’approvvigionamento del gas ai fini della decarbonizzazione dell’acciaieria, la posizione dell’amministrazione.
Dimissioni sindaco Taranto: cosa c’entra la scelta di Bitetti con l’ex Ilva
Rispetto ai due scenari A e B prospettati dal Governo (il primo con tre forni elettrici, quattro impianti Dri per il preridotto di ferro e altrettanti impianti per la cattura e lo stoccaggio della CO2; il secondo solo con i tre forni elettrici), il Comune di Taranto ha prospettato una terza ipotesi che conferma il no del Comune all’approdo della nave di rigassificazione e che, visto che oggi l’ex Ilva utilizza circa 2 miliardi di metri cubi di gas l’anno che arrivano attraverso la rete esistente, ritiene che tale quantità di gas sia sufficiente per iniziare il processo di decarbonizzazione basandolo su tre forni elettrici, un solo impianto di Dri (il preridotto di ferro) e un impianto per la cattura e lo stoccaggio della CO2.
Il Comune, in sostanza, ha proposto un primo step in attesa di sviluppi futuri. Adesso, però, con le dimissioni del sindaco Bitetti tutta la discussione, almeno sul versante Comune, rischia di fermarsi. Nelle comunicazioni relativa alle dimissioni, il primo cittadino parla di “agibilità politica”. Al sindaco, che doveva lasciare Palazzo di Città e l’incontro in corso con gli ambientalisti per un’urgenza familiare, è stato infatti impedito di lasciare il Municipio. Al di là della vetrata di ingresso, l’atrio era occupato da decine di persone che, ad un certo punto, hanno attaccato il sindaco al grido di “assassini, assassini”.
Quasi tutte le associazioni ambientaliste rigettano infatti l’accordo di programma sulla decarbonizzazione della fabbrica sulla quale si stava cercando faticosamente una mediazione tra le varie ragioni in campo. “Si è assistito ad episodi di vero e proprio squadrismo” commentano fonti vicine al sindaco a proposito di quanto avvenuto. E peraltro la stessa assemblea tra l’amministrazione e il mondi ambientalista si è sviluppata in un clima molto acceso e di evidente tensione.
Al sindaco di Taranto, manifestano intanto solidarietà il Pd e lo stesso ministro Urso (che nel frattempo ha interloquito con il prefetto e col titolare del Viminale, Piantedosi).
Dimissioni sindaco Taranto: i medici e la tutela della salute pubblica
Intanto, in vista della discussione sul futuro industriale di Taranto e della proposta di accordo interistituzionale avanzata dal Governo, l’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri della Provincia ribadisce la propria posizione: la tutela della salute pubblica deve rimanere una priorità assoluta e non negoziabile. In un comunicato firmato dalla presidente Marialetizia Marra, l’Ordine richiama il Position Paper del 13 giugno 2019 – già trasmesso alle autorità – e conferma che “la salute, sia individuale che collettiva, è un diritto inviolabile da anteporre a qualsiasi altra, pur legittima, considerazione”. L’Ordine sta procedendo con una revisione aggiornata del documento alla luce dei dati epidemiologici più recenti e delle novità strutturali intervenute nel tempo. Centrale, secondo l’Ordine, è il principio di precauzione, che deve guidare ogni decisione che possa comportare anche solo potenzialmente un danno per la salute dei cittadini. I medici auspicano che le autorità coinvolte decidano con “serenità e piena autonomia”, mettendo al centro l’interesse della comunità tarantina.