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Digitale, in Ue troppe norme: “Big Tech avvantaggiate, serve mercato unico”

Secondo uno studio di Arthur D. Little per Connect Europe, l’attuale quadro normativo non solo non tutela i consumatori, ma avvantaggia le Big Tech. Gropelli: “Le aziende europee hanno le mani legate dietro la schiena”

Digitale, in Ue troppe norme: “Big Tech avvantaggiate, serve mercato unico”

Spesso si dice che l’Europa sia divisa in tanti settori, e purtroppo è così anche nel digitale, con un quadro normativo continentale che nel campo delle telecomunicazioni si sta rivelando sempre più complesso al punto da ostacolare la competitività e rallentare l’innovazione. Ad evidenziarlo è uno studio realizzato dalla società di consulenza Arthur D. Little per Connect Europe, l’associazione che riunisce gli operatori europei di telecomunicazioni. Secondo il rapporto sono 34 gli obblighi normativi, spesso sovrapposti e incoerenti tra loro, che le tlc in territorio europeo devono affrontare, con impatti negativi sulla chiarezza per i consumatori e sulla sostenibilità economica del settore. Al tempo stesso, invece, le Big Tech restano in gran parte escluse da obblighi equivalenti, generando dunque un evidente squilibrio competitivo.

La proposta di riforma di Connect Europe

Lo studio propone una strategia di riforma in tre fasi. La prima e forse la più importante è la semplificazione delle norme, eliminando obblighi obsoleti e ridondanti. L’overregulation riduce infatti la trasparenza e la chiarezza per i consumatori, aumentando al contempo i costi per gli operatori di telecomunicazioni. Può portare a incoerenza (ad esempio, notifiche e confusione in caso di violazioni dei dati) o all’imposizione di norme aggiuntive per proteggere i clienti, creando in definitiva confusione (ad esempio, un sovraccarico di informazioni contrattuali dovuto a molteplici requisiti di trasparenza).

La seconda è la garanzia di condizioni eque tra operatori tradizionali e piattaforme digitali. Lo studio sostiene che servizi funzionalmente equivalenti sono oggi soggetti a obblighi e esperienza di tutela dei consumatori diversi a seconda di chi li fornisce: operatori di telecomunicazioni o grandi aziende tecnologiche. Diverse normative di tutela dei consumatori su servizi simili forniti da operatori diversi possono però lasciare i consumatori privi delle tutele previste (ad esempio, il cambio di fornitore).

Infine l’armonizzazione delle regole in tutta l’UE per offrire ai consumatori un’esperienza coerente e tutelata. Le varianti nazionali delle direttive UE determinano una disomogeneità nei diritti e nelle esperienze dei consumatori nei vari Stati membri, con conseguenti diritti e livelli di servizio diversi per i consumatori a seconda della loro ubicazione, compromettendo in ultima analisi il Mercato Unico.

“Le aziende europee non possono competere con le mani legate dietro la schiena”

“L’obiettivo del rapporto – recita il documento – è quello di evidenziare i principali adattamenti politici necessari per ripristinare la competitività complessiva dell’UE e le ambizioni digitali nel settore delle telecomunicazioni, salvaguardando e/o migliorando al contempo il percorso dell’utente finale”. Si tratta dunque di: stimolare gli investimenti, accelerare l’adozione del 5G, migliorare la connettività transfrontaliera e assicurare diritti digitali equi per tutti i cittadini europei. “Le aziende europee non possono più competere con una mano legata dietro la schiena. Una semplificazione radicale è essenziale per favorire innovazione e qualità dei servizi”, ha dichiarato Alessandro Gropelli, Direttore Generale di Connect Europe. “È il momento di passare a una regolamentazione orizzontale, armonizzata e basata sui servizi, nell’interesse dei consumatori e della competitività dell’UE”, ha aggiunto Elisabetta Cafforio, Partner di Arthur D. Little.

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